Da Avvenire del 03/12/2020
La Camera dei deputati argentina ha avviato martedì il dibattito sul nuovo progetto per estendere i casi in cui è previsto l’aborto legale. La discussione sarà introdotta in una riunione di quattro commissioni parlamentari dagli interventi dei ministri della Salute e delle Donne, Ginés González García e Elizabeth Gómez Alcorta, e del sottosegretario alla Presidenza, Vilma Ibarra. All’esame dei deputati due progetti di legge: uno di iniziativa governativa, su mandato del presidente della Repubblica Alberto Fernandez, e un secondo presentato nel maggio 2019 – per l’ottava volta in 15 anni – dalla «Campagna nazionale per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito», che aveva visto fallire il tentativo precedente sulla linea del traguardo nell’agosto 2018.
I due testi prevedono la possibilità di abortire fino alla 14esima settimana senza motivazioni particolari, con una estensione in caso di stupro o di pericolo di vita per la donna, ovvero i due casi per i quali l’aborto è già attualmente possibile. Sostanziale invece la distanza sull’obiezione di coscienza del personale sanitario, prevista nel testo della maggioranza al contrario del progetto dell’associazionismo pro-aborto. Il recentissimo intervento del Papa nel dibattito tra il fronte ‘verde’ per l’aborto e quello ‘azzurro’ contrario (i colori adottati nelle manifestazioni) ha lasciato il segno. Rispondendo all’accorata lettera di un gruppo di donne impegnate per fermare l’introduzione di quello che si configura come un vero ‘diritto all’aborto’ (le ‘ mujeres de las villas’) Francesco aveva scritto che «il problema dell’aborto non è una questione principalmente di religione, bensì di etica umana», ribadendo che «è bene porsi due domande: per risolvere un problema, è giusto eliminare una vita umana? Ed è giusto assumere un killer?». Pochi giorni dopo, sabato 28, in tutto il Paese decine di migliaia di ‘azzurri’ sono scesi in piazza per chiedere al governo il ritiro del progetto di legge. L’esecutivo ora tenta una sorta di mediazione proponendo tramite la ministra Gómez Alcorta il «Piano dei 1.000 giorni» con il quale verrebbe introdotto un sostegno alle donne indotte a interrompere una gravidanza da ristrettezze economiche. Un progetto che il governo stima esteso a 70mila gestanti, con una spesa di 16 milioni di euro.
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