
Di Giulio Meotti da Il Foglio del 13/11/2020
Mentre il presidente francese Emmanuel Macron lavora alla legge contro il “separatismo islamista”, gli islamisti minacciano di separare non poche teste dai corpi di numerosi sindaci e professori. Scritte che minacciano di decapitare Jérémie Bréaud, il sindaco macroniano di Bron (Rodano), sono apparse in diversi punti di Lione, portando il ministro dell’interno Gerald Darmanin a mettere sotto tutela il primo cittadino “Jérémie Bréaud, ti decapiteremo, figlio di Satana”. E ancora: “Decapiteremo insegnanti e studenti”. “Non ho paura e non mi arrenderò”, ha risposto Bréaud. Minacce identiche al sindaco dell’ottavo arrondissement di Lione, Olivier Berzane, sulle mura di una scuola. L’Associazione dei sindaci parla di centinaia di minacce arrivate in questi giorni. Secondo France Info, sono state aperte duecento indagini per minacce di morte in relazione alla decapitazione del professor Samuel Paty a Conflans-Sainte-Honorine.
“Ci sono molte minacce che prendono di mira personali pubblici e insegnanti”, precisa una fonte giudiziaria al Parisien. Nell’Essonne, un sindaco è stato minacciato di morte dopo che ha reso omaggio a Paty. Si tratta di Stéphane Raffalli, primo cittadino socialista di Ris-Orangis. “O odioso francese, insulti il Profeta Maometto, ti staccheremo il collo”.
“Fatti simili contro funzionari eletti sono stati osservati nell’Ile-de-France”, racconta il Parisien. Che il clima fosse incandescente si era capito durante l’omaggio a Paty nelle scuole, dove sono state segnalate quattrocento violazioni del minuto di silenzio”, come ha appena rivelato il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer. Studenti che hanno fischiato durante il momento di raccoglimento, altri che hanno riso, altri ancora che hanno diffuso la foto di Paty decapitato. In un liceo di Caluire-et-Cuire, vicino a Lione, uno studente ha minacciato un insegnante di “tagliargli la testa”. A Gisors (Eure), una ragazza ha distribuito una foto di Paty inginocchiato ai suoi compagni. Si va da 160 casi di rifiuto di partecipare al minuto di silenzio a interruzioni e,peggio ancora, 150 casi di apologia del terrorismo islamico.
Il fenomeno è talmente diffuso che ad Albertville, in Savoia, la polizia ha dovuto convocare in commissariato quattro bambini di dieci anni e i loro genitori perché in classe, rivolti agli insegnanti, hanno detto che “quel professore meritava di morire”. Anche il sindaco di Le Touquet, Daniel Fasquelle, è stato oggetto di minacce di morte dopo un post su Paty, come Mohamed Boudjellaba, sindaco di Givors: “Macron stiamo per tagliarti la testa con quel bastardo di Boudjellaba”. Un ingegnere è stato appena arrestato per avere minacciato di decapitazione Laurent, il professore di Storia e Geografia nell’area di Grenoble e che compare nel reality televisivo “Koh-Lanta”. “Ti decapiterò”. Laurent stava preparando un video-tributo a Paty. “Sai cosa facciamo agli insegnanti?”, gli ha scritto l’islamista. Un altro insegnante di Storia e Geografia della scuola media Jacques Prévert di Noisy-le-Grand è stato minacciato. A Reims, un poliziotto si è sentito dire da un autista: “Ti taglio la testa come a Paty”.
Béchir Ben Hassen, un imam bandito dalla predicazione in Tunisia, è apparso in video sui social ricordando che le quattro scuole giuridiche dell’islam convalidano la decapitazione per chiunque “offenda il Profeta”. Gli insegnanti sono avvisati e con loro i sindaci che li sostengono. In una intervista al Soir, il ministro dell’Istruzione francese Jean-Michel Blanquer ha detto che i professori che si sentono minacciati possono chiedere una protezione. “Mio padre ti decapiterà”: così uno studente ha detto al suo insegnante della scuola media Pierre Mendes France, a Saumur. Lo ha fatto in classe, davanti a tutti. Come l’Isis faceva agli insegnanti di Raqqa. La colonna sonora di quest’incubo da islamizzazione diffusa l’ha trasmessa ieri un rapper di Parigi che si fa chiamare “Maka”. Il brano si intitola “S***** P***”, le iniziali del professore decapitato. “Tagliamo Samuel Paty, senza empatia”. In mano, un machete. Quello che sta dividendo in due la Francia.
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