Di Giulio Meotti da Il Foglio dell’01/12/2021
“Esorto tutti i canadesi a prendersi del tempo per onorare le donne, le ragazze, i Due spiriti, lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali (2SLGBTQQIA+)…”. Così un mese fa Justin Trudeau, il primo ministro canadese e il politico più woke d’occidente. “Due spiriti”? Una persona che si identifica come dotata sia di uno spirito maschile che di uno femminile. La formula di Trudeau ricorda molto il LGGBDTTTIQQAAP schernito in tv dal saggista francese Pascal Bruckner. Gad Saad, scienziato comportamentale alla Concordia University di Montréal, ha irriso così Trudeau: “E il F##^*#€PKSDFNNM+¥*+? Anche le loro esperienze vissute contano. Per favore, sii più inclusivo”.
Quando il governo socialista spagnolo di José Luis Rodríguez Zapatero varò la sua “rivoluzione famigliare”, decise di vietare i tradizionali riferimenti di genere nei documenti relativi alla famiglia. “Marito” e “moglie” furono sostituiti da “sposo A” e “sposo B”, “padre” e “madre” dai neologismi “Progenitore A” e “Progenitore B”. Sotto i socialisti di Hollande, nel nuovo libretto di famiglia e nel codice di procedura civile in Francia i termini “il padre, la madre” sono stati sostituiti da “uno dei genitori”. Intanto le università anglosassoni da due anni torturano le parole. La Cardiff Metropolitan University, una delle maggiori del Regno Unito, ha stilato una lista di 34 parole che docenti e studenti sono “invitati” a non usare più, sostituendole con altre non “sessiste”. Princeton ha bandito il termine “man” nei suoi vari utilizzi a favore di espressioni più “inclusive”. La City University ha deciso che si doveva fare a meno di “Mr” e “Mrs”. L’Università del Vermont è stata la prima in America a creare un nuovo pronome, “they”, terzo genere “neutrale”, né femminile né maschile.
Ma come fare per includere tutti? I predecessori sono dei dilettanti. In Belgio si è decisa così un’altra strada. E il governo ha deciso di far cadere ogni riferimento al genere sulla carta d’identità. I ministri della Giustizia, Vincent Van Quickenborne, e degli Affari interni, Annelies Verlinden, assieme al segretario di stato per le Pari opportunità, Sarah Schlitz, hanno preparato un disegno di legge. Femminile o maschile: una categorizzazione ormai considerata troppo “binaria”. In Belgio, per rispondere a questo problema, il riferimento al genere scomparirà del tutto dalle carte d’identità, riporta Rtbf. La Corte costituzionale aveva ritenuto insoddisfacente il mantenimento delle categorie maschili e femminili nella registrazione del sesso sul certificato di nascita. Il governo federale non aveva ancora trovato la soluzione migliore per affrontare le carenze causate dal formato attuale. Fu quindi proposta un’ipotesi: determinare il genere utilizzando il segno X. Ma anche questa idea è stata abbandonata. Molto meglio cancellare tutto.
Neanche la Neolingua riesce più a stare dietro al fanatismo che si abbatte sull’Archeolingua.