Da Avvenire del 17/04/2021
Nel gennaio del 1799 Napoli venne occupata dai francesi. Il re Ferdinando IV di Borbone fuggì a Palermo e venne proclamata la Repubblica Partenopea. Nell’aprile dello stesso anno l’esercito rivoluzionario subì però diverse sconfitte a opera del-l’Austria: ciò determinò l’abbandono di Napoli prima e dei Regni di Sicilia e Napoli poi, con le truppe del generale Championnet che presero a risalire la Penisola accanendosi contro chiese e monasteri – i soldati erano imbevuti di idee anticattoliche – e compiendo brutalità troppo spesso dimenticate. Per esempio il 12 maggio, giorno di Pentecoste, a Isola del Liri, in provincia di Frosinone, all’interno della chiesa di San Lorenzo furono trucidate dai giacobini armati ben 537 persone.
In quel contesto di vero e proprio odium fidei, come ricorda la Congregazione delle cause dei santi, il 13 maggio, dopo aver saccheggiato l’abbazia di Montecassino, un drappello di francesi fece irruzione nell’abbazia cistercense di Casamari – situata in una frazione del comune di Veroli, in provincia di Frosinone – alla ricerca di oggetti preziosi da depredare. Erano le otto di sera, duran- te l’ora di Compieta che i religiosi si apprestavano a vivere insieme nel coro. Il padre abate, Romualdo Pirelli, era fuggito nei giorni precedenti a Palermo e la responsabilità della comunità dei venti monaci rimasti era passata al priore, padre Simeone Maria Cardon.
I soldati furono accolti e rifocillati. Ma subito dopo cominciarono a seminare il terrore commettendo atti sacrileghi verso l’Eucaristia e distruggendo oggetti sacri. I monaci tentarono di reagire, raccogliendo con devozione le particole. Due di loro, Domenico Maria Zawrel e Albertino Maria Maisonade, vennero uccisi a colpi di sciabola nella cappella dell’infermeria dove si trovavano in preghiera per l’avvenuta profanazione delle specie eucaristiche. Insieme a loro c’era un altro monaco che venne ferito allo stesso modo ma si salvò fingendosi morto, potendo così raccontare l’accaduto. Durante la notte furono assassinati poi Modesto Maria Burgen e Maturino Maria Pitri. Il priore fu ucciso il mattino seguente, perdonando i suoi carnefici. Un altro monaco, Zosimo Maria Brambat, si nascose per tre giorni: cercò di uscire dall’abbazia per ricevere gli ultimi sacramenti, ma morì il 16 maggio, appena fuori dalle mura, a causa delle ferite riportate. Da subito i fedeli della zona accorsero alle tombe dei cistercensi domandando grazie per loro intercessione e la fama del loro martirio è giunta fino a oggi.
I sostenitori della Repubblica Partenopea, rimasti soli, oltre alle forze nemiche esterne dovettero affrontare l’insurrezione interna dei cosiddetti lazzaroni, del ceto popolare. La Repubblica cadde definitivamente tra il 19 e il 23 giugno.
Foto da Avvenire