Con il canto della Salve regina, nel pomeriggio del 14 ottobre 2017, si è aperto a Milano, nel Teatro del Centro Francescano Culturale Artistico Rosetum, un convegno in occasione del centenario della Rivoluzione russa e delle apparizioni mariane di Fatima, in Portogallo, organizzato da Alleanza Cattolica e dal Centro ospitante.
L’evento era stato preceduto nella mattinata da una Messa in rito bizantino slavo celebrata, nella chiesa dell’adiacente parrocchia di Santa Maria degli Angeli e San Francesco, da don Stefano Caprio e accompagnata dal coro di Russia Cristiana.
Di fronte a un pubblico di circa trecentocinquanta persone, ha aperto i lavori e, quindi, moderato l’incontro Attilio Tamburrini, di Alleanza Cattolica, che ha lettto alcuni brani dell’omelia tenuta a Fatima il 13 settembre 2017 dal card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria Apostolica, in cui si denunciava un «attacco violento alla famiglia, che non ha precedenti nella storia, né dal punto di vista culturale, né sotto il profilo giuridico» e che «realizza quella che, per il drago dell’Apocalisse, cioè per il demonio, è l’anti-creazione». A questa attività corrosiva nei confronti della società e della famiglia — ha commentato Tamburrini — hanno contribuito in modo significativo i comunisti, sia nei Paesi da loro dominati sia in quelli dove sono stati presenti.
L’assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, avvocato Cristina Cappellini, impossibilitata a partecipare, ha inviato un video di saluto, in cui ha espresso plauso e sostegno all’iniziativa.
È quindi intervenuto, su La Rivoluzione d’Ottobre e la lotta per le anime, il professor Giovanni Codevilla, già docente di Diritto Ecclesiastico Comparato e incaricato di Diritto dei Paesi dell’Europa Orientale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste, e autore, fra l’altro, di Storia della Russia e dei paesi limitrofi. Chiesa e impero (con un saggio di don Stefano Caprio, 4 voll., Jaca Book, Milano 2016).
Il colpo di Stato — non una vera rivoluzione — che nel 1917 aveva portato al potere i bolscevichi di Vladimir Il’ič Ul’janov «Lenin» (1870-1924) aveva soffocato il rinnovamento in corso nella società russa, segnato per esempio dalla convocazione, proprio nel 1917, del Concilio della Chiesa ortodossa, che aveva ristabilito il Patriarcato soppresso dallo zar Pietro il Grande (1672-1725). Il nuovo regime si adopera fin dal primo momento per estirpare la religione dalla società con il fine ultimo di cancellare l’identità del popolo russo: è subito persecutorio e mira ad estromettere la Chiesa ortodossa dalle istituzioni e dalla scuola in nome della libertà di coscienza, intesa però come libertà «dalla» religione. La resistenza popolare, forte e diffusa, viene stroncata con il terrore. Nel 1941 Iosif Visarionovič Džugasvili «Stalin» (1879-1953), di fronte all’invasione nazionalsocialista tedesca, restituisce spazi di libertà alla Chiesa per alimentare la resistenza della Russia aggredita, rinforzando il legame fra ortodossia e patriottismo. Questo periodo ha breve durata e, finita la guerra, subentra una fase di asservimento del Patriarcato al regime, durante il quale si tendono a sopprimere le chiese cattoliche di rito orientale nell’Unione Sovietica e nei Paesi limitrofi. Questa nuova fase di intolleranza trova il suo culmine con Nikita Sergeevič Kruscev (1894-1971) che però, avviando il processo di «destalinizzazione», favorisce inconsapevolmente quel dissenso religioso e civile che contribuirà al disfacimento del regime durante gli anni 1980.
È intervenuto poi, su Il Novecento. Il secolo delle idee assassine, l’avvocato Mauro Ronco, ordinario di Diritto Penale nelle università di Padova e di Innsbruck, socio fondatore di Alleanza Cattolica, presidente del Centro Studi Rosario Livatino, autore di numerose pubblicazioni di diritto penale, monografie, saggi e articoli. La sua è stata una ricostruzione attenta dei principali avvenimenti del secolo XX, contrappuntata da una lettura accurata del messaggio di Fatima, nel quale la Vergine Maria ha indica all’umanità la dinamica storica della salvezza. Il secolo si è aperto con l’«inutile strage» della Prima Guerra Mondiale (1914-1918), una punizione divina per l’Europa che si era ribellata a Dio. Terminato il conflitto, non è stato posto rimedio alle sue cause, fra cui l’estrema licenza del liberalismo, e si è avverata la profezia secondo cui il mondo sarebbe stato punito «per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre». Dai totalitarismi comunista e nazionalsocialista è così scaturita una guerra mondiale peggiore della prima. Tuttavia, poiché gli esiti della storia umana non sono mai fissati deterministicamente, si è verificato uno scarto fra la profezia e la realtà grazie al sangue versato dai martiri. Con la fine del comunismo non si è esaurito il messaggio e si può assistere alla rinascita della fede in Russia, anche se le tenebre permangono su gran parte del mondo. Su di esse, però, risplende la luce di Maria, che anima la speranza.
Don Stefano Caprio, uno dei primi sacerdoti cattolici a entrare in Russia nel periodo immediatamente precedente la fine dell’Unione Sovietica — ma sarà successivamente espulso nel 2002 dalla Russia post-comunista —, e attualmente docente al Pontificio Istituto Orientale di Storia e Cultura Russa di Roma, ha svolto una relazione su La Russia oggi, tra conversione e nazionalismo. Don Caprio ha fornito la propria testimonianza sull’ultimo atto del regime comunista a Mosca — l’ammainabandiera del vessillo rosso dalla torre del Cremlino il 25 dicembre 1991 — e poi sui primi eventi della nuova Russia: il riconoscimento costituzionale, nel 1990, del principio della libertà religiosa per tutte le confessioni cristiane e non soltanto per la Chiesa ortodossa, quindi, già nel 1997, la ricostituzione di un sistema politico «confessionistico», simile a quello zarista, rinnegando la separazione fra i due poteri prevista dalla Costituzione. Viene così privilegiata la Chiesa ortodossa e ricostruito il legame fra ortodossia, autocrazia e spirito nazionale. La Russia attuale, guidata da Vladimir Vladimirovič Putin, è un grande Paese che si ritiene chiamato a una missione universale, non per elezione divina ma per ragioni storiche. Dopo un secolo di ateismo, Putin ha eliminato ogni avversario politico e ha restituito alla Russia la volontà di ritornare una superpotenza. Si può parlare, dunque, di rivincita della Russia più che di rinascita religiosa: vi è, infatti, il timore che l’attuale religiosità dei russi sia piuttosto un’ideologia che utilizza la religione come collante identitario.
Ha concluso il dottor Marco Invernizzi, reggente nazionale di Alleanza Cattolica e autore di diverse opere di storia religiosa e politica contemporanea, su La profezia di Fatima per la conversione del mondo, ricordando che le apparizioni di Fatima sono un avvenimento importante che ha sempre accompagnato la vita di Alleanza Cattolica. L’associazione si è impegnata a diffondere la devozione riparatrice dei Cinque Sabati, che però non è ancora conosciuta e praticata come quella dei Primi Venerdì del mese. Fatima ci fornisce un’interpretazione teologica della storia del Novecento ma è anche una guida per il presente, tenendo presente quanto detto da Papa Benedetto XVI (2005-2013) in occasione del pellegrinaggio in Portogallo nel 2010: la missione di Fatima non si è esaurita e «le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa». Come ha fatto notare il più grande mariologo italiano, il padre monfortano Stefano De Fiores (1933-2012), qualsiasi interpretazione del Messaggio non può prescindere da quel richiamo esplicito alla Russia che la Madonna fa, annunciando la diffusione del comunismo nel mondo, la persecuzione contro la Chiesa, ma anche la conversione della stessa Russia e l’avvento di un tempo storico di pace che ne sarebbe seguito. La consacrazione è stata fatta: la conversione della Russia è iniziata, sarà lunga, ma è sbagliato dire che non è successo nulla. Non va dimenticata la dimensione di speranza del messaggio di cui si celebra il centenario: ci sarà un tempo storico di pace, in cui le nazioni riconosceranno la regalità di Nostro Signore, ma «con il dito di Maria».