Marco Invernizzi, Cristianità n. 380 (2016)
Può essere molto utile per comprendere lo spirito che anima l’esortazione apostolica Amoris laetitia la lettura della meditazione che Papa Francesco ha tenuto il 20 maggio 2016 durante la Messa celebrata a Casa Santa Marta e intitolata da L’Osservatore Romano del giorno successivo Dio non è un’equazione. In questa omelia il Santo Padre, commentando il dialogo di Gesù con coloro che gli si avvicinavano con cattive intenzioni, allo scopo di farlo cadere in contraddizione, afferma come le parole del Signore siano sempre caratterizzate da due intenzioni: ribadire lo splendore della verità e riportare a casa chi se ne fosse allontanato.
Se noi perdiamo l’equilibrio fra le due intenzioni, usciamo di strada e non comprendiamo più nulla. Se ci dimentichiamo che la verità è Cristo stesso e ha come fine la salvezza delle persone, oltre alla gloria del Padre, usciamo dalla strada maestra e così avverrebbe se ci dimenticassimo che le persone lontane dalla fede vanno accompagnate verso la verità, dove soltanto troveranno la salvezza.
Questo vale anche per il matrimonio, la cui verità non è negoziabile e pertanto va proclamata come fa, anche con una grande capacità letteraria, l’esortazione apostolica di Francesco Amoris laetitia. Tuttavia, esistono le persone, per la salvezza delle quali la Chiesa si spende e si deve sempre spendere. Esse si trovano talora in situazioni irregolari, lontane dalla Chiesa e anche da una condizione di vita familiare accettabile dal solo buon senso. Pure queste ultime, però, devono essere raggiunte dalla proposta cristiana, che contiene anche una verità sul modo di «essere famiglia». Chi ha un minimo di esperienza nell’apostolato sa che il «ritorno a casa» di queste persone non è né semplice, né istantaneo: eppure è uno dei principali compiti della Chiesa.
Amoris laetitia è questo, oltre a molto altro. È lo sforzo del Magistero pontificio di tenere insieme le due esigenze ricordate nella meditazione del 20 maggio: la verità e la misericordia verso coloro che se ne sono staccati o non l’hanno mai conosciuta.
Molti sono stati i commenti all’esortazione apostolica. Alcuni hanno approfittato della libertà interpretativa concessa dal Pontefice (cfr. n. 3) per dare l’impressione che il testo non attribuisse più molta importanza alla verità sul matrimonio. Altri hanno risposto ricordando che il documento non cambia nulla di quanto la Chiesa ha sempre sostenuto (ipotesi normalista), spinti, questi ultimi, da un autentico amore alla Chiesa e alla bellezza della sua dottrina. Tuttavia, nel testo di don Pietro Cantoni che pubblichiamo l’autore si permette di aggiungere che, oltre a difendere e mostrare ripetutamente la bellezza del matrimonio cristiano, Amoris laetitia va anche oltre, aprendo una strada lungo la via del ritorno alla comunione con la Chiesa da parte di chi ha commesso degli errori e se ne è poi pentito. Un’attenzione pastorale, quella nei confronti di chi vive in situazioni irregolari, che la Chiesa ha sempre manifestato, sull’esempio di Gesù, ma che Papa Francesco sottolinea con un’enfasi particolare, indicando anche delle vie di conversione finora mai veramente percorse da nessuno.
Alleanza Cattolica propone dunque un’introduzione alla lettura dell’esortazione apostolica a tutti i propri militanti e amici, in due articoli di questo nuovo numero di Cristianità. Lo fa con la stessa devozione verso il Magistero vivente della Chiesa che ha sempre caratterizzato la sua storia, consapevole di dovere «tirare fuori» da questo deposito provvidenziale le «cose nuove» e le «cose antiche», alle quali desidera ispirare la propria azione.