Mons. Arrigo Pintonello, Cristianità n. 34-35 (1978)
Mentre la situazione mondiale in genere e quella italiana in particolare si vanno deteriorando con sempre più preoccupante rapidità, l’attenzione dei credenti e di moltissimi non credenti si volge, con consapevolezza maggiore o minore, ai vertici della Chiesa cattolica, nell’attesa, sempre e ancora fiduciosa, di posizioni e di indicazioni chiare e di atteggiamenti fermi, affinché lo spettro del comunismo si allontani dal mondo intero, e la pace – cui tutti gli uomini anelano, dopo il sempre più evidente fallimento del pacifismo mondano, che alimenta e copre la continua guerra di tutti contro tutti – si fondi, infine, sulla verità e sulla giustizia, e sia la non deludente «pace di Cristo nel regno di Cristo». – Alle suppliche implicite ed esplicite – note, meno note o addirittura sconosciute alla pubblica opinione – si aggiunge, da qualche tempo, quella rivolta direttamente al Santo Padre Papa Paolo VI da S. E. Rev.ma mons. Arrigo Pintonello, arcivescovo, già ordinario militare, anche a nome della redazione della rivista Seminari e Teologia. – L’appello – che ci auguriamo abbia l’udienza che il presentatore e la materia trattata obiettivamente richiedono – merita certamente attenzione e meditazione da parte di ogni uomo pensoso del presente e del futuro, e quindi, a maggiore titolo, da parte di ogni cattolico. Per questo ci pare doveroso farlo conoscere nella sua integralità ai nostri lettori, trascrivendolo da Seminari e Teologia, n. 4, gennaio 1978. Aspettando con ansia l’esito della supplica, nell’attesa meditiamo e invitiamo a meditare, con preghiere e penitenze, le parole di Nostro Signore Gesù Cristo: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto. Perché chi chiede riceve; chi cerca trova e a chi picchia sarà aperto. E chi è quel padre tra voi, che al figlio, il quale domanda del pane, gli dia una pietra? Oppure dia un serpente se chiede del pesce? Oppure uno scorpione se chiede un uovo?» (Lc. 11, 9-12); e ancora; «Il servo non è da più del padrone, né l’apostolo da più di colui che lo ha mandato» (Gv. 13, 16).
“DITECI CON CHIAREZZA E FERMEZZA COME NEUTRALIZZARE LE INSIDIE TESE DAL MARXISMO ATEO ALLA NOSTRA FEDE”
Beatissimo Padre,
potrà sembrarVi alquanto audace il servirci d’un mezzo non protocollare per farVi giungere il nostro grido di dolore e d’angoscia, provocato dalla tragica situazione nella quale versa il mondo cattolico, specialmente in Italia.
Ce ne rendiamo ben conto e ne chiediamo venia alla Santità Vostra.
Il sentirci, peraltro, in perfetta sintonia con alcuni allarmati ed allarmanti discorsi da Voi pronunciati, dà lena alla nostra audacia e ci consiglia di deporre sul Vostro cuore di Padre qualcuno almeno di quei motivi per i quali il parlare di dolore e d’angoscia non è più un luogo comune.
ASPETTI D’UNA SITUAZIONE
● I seminari e gli atenei pontifici, com’è ormai risaputo, son diventati scuola d’immanentismo, di naturalismo, e quindi di marxismo e d’ateismo, contagiando ormai oltre il novanta per cento del giovane clero.
● La scuola statale, le università, la stampa, il cinema, il teatro; in breve, tutti i mass-media sono oggi diventati, con il compiacente silenzio o la collusione del mondo cattolico, veicoli di sinistrismo e d’ateismo.
● L’immoralità, la pornografia, la corruzione, la droga, la violenza:
– devastano la gioventù abbandonata a se stessa, nella quale la Santità Vostra ripone pur tante speranze;
– scardinano la famiglia dagl’irrinunciabili principi dell’etica cristiana;
– ateizzano le nostre popolazioni lasciate colpevolmente nell’ignoranza religiosa e nella disinformazione politica.
● In breve, «la somma di tutte le eresie», per ripetere le illuminate parole del Vs. grande predecessore Pio XI, cioè il regime più disumano che sia mai apparso sulla faccia della terra, dopo quello di Tamerlano, sta ormai per metter piede anche sul suolo della nostra diletta patria, per trasformarlo in un altro spaventoso lager di schiavitù e di morte.
Dinanzi a questa incombente minaccia, ritorniamo col pensiero e con rinnovata venerazione ai grandi vescovi della nostra giovinezza e della nostra prima formazione: mons. Gaggia, di Brescia; mons. Cazzani, di Cremona; mons. Rodolfi, di Vicenza; mons. Dalla Costa, di Padova; e, più tardi, mons. Socche, di Reggio Emilia i quali insieme con tanti altri loro non esitarono ad alzare la voce, in nome di Cristo e della Chiesa, a difesa dei diritti conculcati.
CAUSE DELLA DESCRITTA SITUAZIONE
A) Un silenzio inescusabile
La Gerarchia ecclesiastica:
● Ha accantonato, da oltre un decennio, il dovere di rinnovare, adattandola ai tempi, l’ultrasecolare condanna (da Pio IX a Pio XII) del materialismo ateo.
● Ha celebrato il 40° anniversario della Divini Redemptoris di Po XI, che definisce il materialismo ateo una dottrina intrinsecamente perversa, in modo da non turbare i rapporti con i soffocatori non solo della libertà ecclesiastica, ma anche dei più elementari aneliti ad un’esistenza politicamente libera.
● Ha abbassato il telone del silenzio sul macabro scenario:
dei 66 milioni di morti sotto Stalin (Solzenitzin, Arcipelago Gulag, II vol.);
dei 150 milioni di vittime sotto Mao Tse-tung (Jean François Revel, La tentation totalitaire);
dei 2 milioni e mezzo di cambogiani, su 7 milioni di abitanti, uccisi sotto i Vietcong (New York Times, del 9 sett. 1977);
dell’episcopato ucraino totalmente estinto nelle prigioni e nell’esilio insieme con oltre 1500 sacerdoti;
delle centinaia di migliaia di fedeli ucraini cattolici deportati nei lagersenza ritorno, dove i pochi superstiti attendono invano di rivedere la patria e i familiari;
delle 5945 tra chiese e cappelle, distrutte in Ucraina al rientro dell’Armata Rossa (dalla relazione card. Slypy al 2° tribun. Sacharov).
● Ignora gli accorati appelli degl’intellettuali e delle voci del dissenso dell’URSS e dell’oltrecortina, che richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sugli orrori dei lager siberiani e degli «arcipelaghi» psichiatrici.
● È sorda all’agghiacciante accusa che, con altri, ha rivolto ai cattolici il cibernetico russo Mikail Agurskyi («è doloroso trovare i cattolici dalla parte opposta della barricata»), ed è inspiegabilmente assente in occasione dei tribunali Sacharov di Stoccolma e di Roma.
B) Una cortina fumogena a copertura di cedimenti suicidi sull’altare dell’Ostpolitik
● L’abbraccio falsamente ecumenico dà credibilità alle assurde scoperte d’affinità e perfino d’identità tra Cristo e Marx.
● Un mostruoso matrimonio si va consumando tra credenti ed atei, a spese della coscienza cattolica, da parte di una nuova catechesi dimentica della tradizionale dottrina ed inauditamente aperta ad ideologie anticristiane tanto quanto antiumane.
● Le relazioni diplomatiche col mondo orientale, volte indubbiamente a preparare un domani per la Chiesa del Silenzio, ma non senza sconcertare la coscienza cattolica di tutto il mondo: ed i conseguenti scambi di sorrisi e di doni, fino all’invio d’un «nunzio laico rosso» in terra comunista, concorrono a delineare l’immagine d’un comunismo inesistente, dal volto umano ed accattivante.
● L’accettazione da parte di cardinali e vescovi della cittadinanza onoraria di città ultrarosse, ed altre forme d’ammiccamento al sinistrismo ateo, hanno ingenerato nel popolo cristiano la falsa credenza in un comunismo rispettoso delle libertà civili e religiose.
● La recente lettera berlingueriana ad un vescovo italiano ed il rigetto della mozione dei vescovi polacchi, nell’ultimo sinodo dei vescovi, per il rinnovo della condanna al marxismo, sono altrettante avvisaglie d’una resa totale della Chiesa ai senza-Dio.
Padre Santo,
non Vi chiediamo di ascoltare soltanto la nostra voce. Siamo anzi ben lieti che altre, che tutte le altre voci trovino un’eco nel Vostro cuore di Padre. Ci aspettiamo, proprio per questo, che anche alla nostra e al suo contenuto di dolore e d’allarme Vi degniate di riservare un adeguato margine d’attenzione. L’esigono non le nostre umili ed insignificanti persone, ma gl’interessi supremi di Dio e della Chiesa.
Diteci con chiarezza e fermezza come neutralizzare le insidie tese da tante parti e perfino da membri eletti della Chiesa alla sua vita dottrinale e pastorale.
Voi possedete la Parola che può «rinnovare la faccia della terra»; non lasciateVi vincere dallo sconforto, né lasciate che allo sconforto, e forse alla disperazione, s’abbandonino i Vostri figli come naufraghi alla spasmodica ricerca dell’ultima spiaggia. Quella Parola che Voi solo possedete, ditela con tutta la necessaria fermezza, con tutta l’autorità che la Parola stessa Vi dona. Se è vero che il mondo intero, anche non credente, guarda a Voi oggi come non mai, non è perché aspetti da Voi ciò che non avete. Unica è l’attesa e cattolica l’ansia per quella Parola che, detta da Voi, è sacramentalmente la Parola di Dio e della salvezza.
Il mondo intero ha assoluto bisogno di luce e di speranza: ha bisogno assoluto di guida. Tale bisogno sperimentano ogni giorno, nella lacerazione della comunione e nella manomissione del depositum fidei, i Vostri figli a Voi più vicini. Ricostituite, con quella sola Parola, la comunione: salvaguardate la verità, affinché, guardando a Voi, in Voi possiamo verificare il compimento del divino mandato: «confirma fratres tuos» (Lc. 22, 32)
Mons. ARRIGO PINTONELLO
Arcivescovo
Pomezia, 13 gennaio 1978