Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), Cristianità n. 340 (2007)
Presentazione di un incontro con eminenti leader del movimento conservatore nordamericano — Henry L. Walther, presidente del United States Defense Commitee, Paul M. Weyrich, fondatore e primo presidente della Heritage Foundation, Morton C. Blackwell, presidente del Leadership Institute, e William Kling, addetto stampa della stessa Heritage Foundation — dal titolo Os Estados Unidos no momento presente, vistos pelo movimento conservador, tenutosi nell’auditorium del Mofarrej Sheraton Hotel di San Paolo, in Brasile, il 31-8-1988, in Destacados líderes do movimento conservador norte-americano visitam a TFP, in Catolicismo, anno XXXVIII, n. 454, San Paolo ottobre 1988, pp. 17-18. Trad. it. e titolo redazionali.
Uno spirito superficiale potrebbe porsi il problema: data la straordinaria solidità degli Stati Uniti dal punto di vista economico, che cosa significa “conservare” in questo paese? Si ha l’impressione che il conservatorismo negli Stati Uniti non abbia ragion d’essere, almeno dal punto di vista internazionale. Dal punto di vista interno si potrebbe aggiungere che gli Stati Uniti non hanno un movimento comunista dichiarato, che non sono scossi da grandi agitazioni sociali, che vivono nella condizione di Stato più prospero del mondo. E che, quindi, il conservatorismo non ha ragion d’essere anche lì. Ma come sarebbe superficiale e infondata una obiezione di questa natura! La storia dei grandi Stati ubbidisce a una costante ineluttabile: nascono popoli, nascono le potenze, si affermano con sforzi celebrati dalla storia, si conservano per una durata maggiore o minore e, poi, entrano in declino. E, infine, tutto cade nella polvere della storia. E così, la polvere d’oro della storia è piena di resti di tante potenze che si sono succedute. Se da un lato sembrerebbe inutile conservare, perché tali potenze sono destinate a dissolversi, da un altro lato si potrebbe anche dire che è molto utile. Lo è soprattutto se si prende in considerazione la natura dello sforzo di conservazione degli Stati quando giungono al loro apogeo. Uno Stato si conserva più facilmente nel suo periodo di ascesa di quando giunge al suo apice. Nel suo periodo di ascesa è lavorato da energie che lo elevano, che hanno slancio, che hanno voglia di fare, voglia di costruire. Si direbbe che popoli, da secoli immersi nel sonno, si levano ed entrano nella storia e affermano, improvvisamente, il proprio potere. Salgono e si proiettano come Stati di prim’ordine sulla scena internazionale. Ma, dopo una lunga voglia di azione e di lotta, gli Stati sono soggetti alle tentazioni e ai piaceri del riposo. E proprio con questa tentazione comincia la decadenza degli Stati. La serenità, la fruizione di un ordine di cose che sembra non presentare grandi problemi, il godimento del prestigio internazionale, sono tutti fattori che portano al rilassamento. La pigrizia porta alla paura dello sforzo, porta alla paura del pericolo, porta alla decadenza. E, dopo qualche tempo, abbiamo un popolo che, brillante due o tre generazioni prima, avanza verso il proprio tramonto. Questo popolo, che ha avuto chi lo ha elevato, non ha avuto chi lo ha conservato.
Conservare nella grandezza, far sì che questa si accresca ulteriormente mettendo in evidenza le grandezze spirituali e intellettuali, la presenza costante dei grandi ideali, questa è l’opera difficile che tocca a quanti dalla Provvidenza ricevono il compito di conservare i grandi imperi.
Vi sono diversi modi di concepire la grandezza. Se prendiamo in considerazione un albero, vive ricuperando quanto, in ogni momento, viene perdendo. Finché cresce, trae dal terreno gli elementi per crescere ancora di più. E quando cessa di crescere, trae dal terreno gli elementi della sua conservazione, tanto da costituire una torre vegetale, per così dire, di grande altezza e significato. Ricordo a questo punto le sequoie nordamericane, alberi impressionanti per altezza e per diametro. Traendo dal terreno, per lungo tempo, tutto il necessario per vivere e poi per resistere ai fattori di degrado, costituiscono un bel simbolo di che cos’è l’autentica conservazione.
Ebbene, questa è l’opera svolta dal movimento conservatore. Nella tormenta contemporanea, che trascina via tutti gli Stati, esso punta continuamente ad affermare la grandezza morale, spirituale degli Stati Uniti. E così a fornire una forza speciale anche alla grandezza politica e militare, grazie alla quale questo paese è oggi il maggior baluardo, nell’ordine temporale, di tutto l’Occidente contro il comunismo.
Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995)