Giuseppina Ardoino Dufour (*), Cristianità n. 381 (2016)
Il 18 settembre si è concluso il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale.
Genova si è preparata per tempo e, a partire da luglio, ogni giovedì, si è svolta l’adorazione nella chiesa di Santa Marta in Piazza Corvetto, per testimoniare a tutti che l’Eucaristia è davvero un impegno di vita.
Durante il Congresso la chiesa di San Matteo ha tenuto il portone spalancato per tre notti: nell’angolo meglio conservato della Genova medioevale, davanti al Santissimo esposto sull’altare, il silenzio si alternava alle invocazioni e ai canti per evidenziare che, mentre la città dorme, in una società frenetica, è più che mai necessario fermarsi davanti a sé stessi e davanti al Signore per ritrovare il senso delle domande vere, delle domande fondamentali su noi stessi e sul motivo del nostro esistere.
Nel porto antico di Genova, sabato 17, l’Eucaristia è arrivata a bordo di una motovedetta, sostando per consentire l’adorazione silenziosa di numerosissimi fedeli: la commozione mi ha invasa perché mi sono sentita in comunione con tutti, davvero parte della Chiesa universale.
Dopo la benedizione eucaristica, i fedeli si sono recati in processione alla cattedrale di San Lorenzo per il passaggio della Porta Santa, appena in tempo prima dell’arrivo di un violento acquazzone.
Ciò che è stato organizzato in grande stile a Genova in questi giorni è realtà quotidiana da oltre un decennio nel quartiere di Sampierdarena. Nella parrocchia di Nostra Signora del Santissimo Sacramento vi è una cappella dedicata all’adorazione perpetua e qui, dal 1° maggio 2004, si alternano nella preghiera circa cinquecenti persone. L’adorazione «non dà segni di stanchezza», dice monsignor Guido Oliveri, padre spirituale del seminario arcivescovile di Genova, aggiungendo che «chi passa un’ora nella cappella compie un triplice servizio»: a sé stesso per «diventare più caldo nell’amore», al mondo «perché continua la preghiera di Gesù al Padre» e al prossimo perché «contribuisce a tenere aperta la chiesa anche per altri».
Vi sono persone che si raccolgono in giorni e orari fissi, altre che danno la loro disponibilità anche di notte, ma chiunque può entrare in qualsiasi momento. Il locale è riscaldato e la parrocchia mette a disposizione anche un parcheggio.
Oltre a Genova, in Italia molti altri luoghi offrono la possibilità di sostare davanti al Santissimo Sacramento lungo tutto la giornata, «oasi di pace dove il silenzio è abitato da una Presenza», come definisce le cappelle eucaristiche padre Justo Antonio Lo Feudo, argentino, dei Missionari della Santissima Eucaristia, che ha contribuito alla semina iniziale di molte delle presenze oranti in Italia.
L’esperienza dell’adorazione ha l’effetto di avvicinare tanti che a Messa non vanno ma sostano volentieri a pregare per cercare quella pace che solo il Re dei Re può dare. È proprio, infatti, la scelta di vegliare davanti al Signore a rivelare il «segreto» della Chiesa: custodire Dio, non per farne una proprietà gelosa, ma per donarlo al mondo.
(*) Testimonianza di una socia di Alleanza Cattolica sul XXVI Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Genova dal 15 al 18-9-2016.