in memoriam
Luigi Gedda
Il 26 settembre 2000, all’età di 98 anni, è stato chiamato alla casa del Padre il professor Luigi Gedda.
Nato a Venezia nel 1902, ha attraversato la storia di tutto il secolo XX militando fin dalla giovinezza nel movimento cattolico italiano. presidente centrale della GIAC, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica, dal 1934 al 1946, presidente degli Uomini di Azione Cattolica dal 1946 al 1949, e quindi presidente generale di tutta l’associazione dal 1952 al 1959, viene soprattutto ricordato per aver fondato i Comitati Civici, in vista delle elezioni del 1948 e su mandato di Papa Pio XII (1939-1958), ossia quel movimento civico-culturale di cattolici che Papa Paolo VI (1963-1978) in un’udienza del 1965 definirà come un’associazione “non partitica”, che però si occupava di politica, e “non strettamente religiosa”, che però curava la formazione spirituale e dottrinale dei suoi membri.
Unico esempio nella storia dei cattolici in Italia, accanto all’Unione Elettorale Cattolica Italiana, d’impegno politico non partitico, i Comitati Civici verranno demonizzati per il loro impegno anticomunista e con essi il loro leader e fondatore (cfr. Marco Invernizzi, Democrazia Cristiana e mondo cattolico nell’epoca del centrismo (1947-1953), in Cristianità, anno XXVI, n. 277, maggio 1998, pp. 19-23; e Idem, “18 aprile 1948. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare”, ibid., n. 281, settembre 1998, pp. 13-16). Ma, soprattutto, verranno circondati da una cortina di silenzio dai dirigenti della Democrazia Cristiana, che mal sopportavano quello strumento di controllo sul loro operato, una sorta di sindacato degli elettori cattolici che ne difendeva gli interessi di fronte al partito.
La vita pubblica di Gedda non è però riducibile al, pur importante, aspetto poltico-sociale. Medico, genetista di fama internazionale, studioso di gemellologia, fonda nel 1952 la rivista Acta Geneticae Medicacae et Gemellologiae e quindi, due anni dopo, l’Istituto di Genetica Medica e Gemellologia Gregorio Mendel, che dirige e frequenta fino al 1999. Nel 1961 vince il concorso bandito per la prima cattedra italiana di Genetica Medica, all’università di Roma.
Ma la realizzazione che più testimonia la fecondità spirituale della vita di Gedda è la Società Operaia, un’associazione laicale da lui fondata a Roma nel 1942, e tuttora operante, allo scopo di “raccogliere quanti “laici come laici” volevano consacrare la vita a diffondere nel mondo presente il messaggio di Gesù“, seguendo una spiritualità incentrata nel Mistero dell’agonia di Cristo nel Getsemani, un mistero su cui ha ininterrottamente e significativamente meditato (cfr. Luigi Gedda, Getsemani. Meditazioni per l’uomo d’oggi, Massimo, Milano 1987). La Società Operaia è stata eretta in associazione di diritto pontificio dal Pontificium Consilium pro laicis nel 1981.
Indubbiamente Gedda non ha ricevuto tanto quanto ha dato. Indicato — come si può leggere anche nel ricordo dell’Azione Cattolica Italiana in occasione della sua morte su L’Osservatore Romano del 29 settembre 2000 — come esempio di “cattolico pre-conciliare”, senza precisazioni di sorta e senza attenzione per la cronologia, da quanti usano il Concilio Ecumenico Vaticano II per dialettizzare la storia della Chiesa, trasmette piuttosto un esempio di grande fedeltà alla Chiesa di sempre, che ha servito e insegnato a servire, con passione e con dedizione, spesso nel silenzio, imitando Gesù nel Getsemani e così vivendo il Mistero che più amava.