L’11 febbraio 2004 è deceduto a Pisa il professor Marco Tangheroni.
Nato nel capoluogo toscano il 24 febbraio 1946, nella stessa città compie gli studi medi superiori e frequenta il primo anno d’università, quindi si trasferisce a Cagliari, dove si laurea nel 1968 con una tesi su Gli Alliata. Una famiglia pisana del Medioevo (CEDAM, Padova 1969), relatore il professor Alberto Boscolo (1920-1988).
Insegna nelle università di Cagliari, di Barcellona — negli anni 1968-1969 e 1969-1970 —, di Sassari — dov’è pure direttore dell’Istituto di Storia e preside della Facoltà di Magistero — e di Pisa. In questo ateneo è, al momento della morte, professore ordinario di Storia Medievale e direttore del Dipartimento di Storia e vi è stato direttore di quello di Medievistica e prorettore. Nel 2001 viene insignito dell’Ordine del Cherubino, conferito dallo stesso ateneo pisano a docenti universitari in riconoscimento dei loro meriti scientifici e culturali. Nel 2003 — ultima fatica che ha potuto inaugurare ma non chiudere per l’ennesimo ricovero ospedaliero — è curatore scientifico della mostra Pisa e il Mediterraneo. Uomini, merci, idee dagli Etruschi ai Medici.
Nei suoi studi ha toccato i più diversi aspetti della realtà medievale, da quelli economici a quelli religiosi, attento soprattutto all’area mediterranea. Ha pubblicato sulla storia di Pisa, della Toscana e della Sardegna — per esempio, Politica, commercio, agricoltura a Pisa nel trecento (Pacini, Pisa 1973), La città dell’argento. Iglesias dalle origini alla fine del Medioevo (Liguori, Napoli 1985) e Medioevo Tirrenico (Pacini, Pisa 1992) —; oltre un centinaio di articoli scientifici su riviste italiane e straniere; ha collaborato a importanti opere collettive — per esempio, con il saggio Sardinia and Corsica from the mid-twelfth to the early fourteenth century, a The New Cambridge Medieval History, vol. 5, c. 1198-c. 1300, a cura di David Abulafia (Cambridge University Press, Cambridge-New York-Melbourne 1999, pp. 447-457) — e ha suggerito, introdotto e talora curato l’edizione italiana di scritti di autori stranieri, a diverso titolo significativi, fra cui Gustave Thibon (1903-2001), Régine Pernoud (1909-1998), Jean Dumont (1923-2001) e Jacques Heers, nonché di un classico della spiritualità mariana, Il segreto ammirabile del Santo Rosario, di san Luigi Maria Grignion di Montfort (1673-1716) (Cantagalli, Siena 2000). La sua ricerca ha trovato espressione compiuta nell’opera Commercio e navigazione nel Medioevo (Laterza, Roma-Bari 1996).
Ha collaborato ai quotidiani Il Messaggero Veneto, Avvenire. Quotidiano d’ispirazione cattolica, Secolo d’Italia. Quotidiano di Alleanza Nazionale, Il Giornale, L’Unione Sarda e Il Tirreno nonché alle riviste Cristianità, Quaderni di “Cristianità”, Jesus: Mensile di cultura e attualità religiosa, Storia e Dossier, Medioevo. Mensile culturale, La Torre, Intervento, Percorsi di politica, cultura, economia e il Timone. Mensile di informazione e formazione apologetica.
Lascia la moglie e tre figlie adottive ruandesi.
Alleanza Cattolica, nelle cui file ha militato dal 1970 — dal 1993 reggente della Regione Toscana e membro del Capitolo Nazionale — e della quale, dalla sua costituzione giuridica nel 1998, era socio fondatore, ne ricorda con profonda gratitudine e con enorme ammirazione la testimonianza straordinaria d’impegno culturale, civile e cristiano, profusa con generosità e con costanza nonostante una grave condizione di malattia, che ne ha accompagnato e segnato l’esistenza dal 1969. Infatti, a causa di una malattia renale, da questa data si è dovuto sottoporre a tre sedute settimanali di emodialisi — ricevendo nel 2002 perfino un riconoscimento in quanto dializzato da oltre trent’anni — nonché a trentuno interventi chirurgici. E questa “lunghissima e drammatica storia sanitaria” — sono parole sue, scritte sempre nel 2002 —, questo autentico calvario vissuto come una buona battaglia ha trovato significativo epilogo nella ricorrenza liturgica della Madonna di Lourdes.
Nel Pontificale romanum si trova una benedictio novi militis, nella quale il nuovo cavaliere viene esortato a essere “miles pacificus, strenuus, fidelis et Deo devotus”.
Ebbene, Marco Tangheroni è stato proprio questo, operatore di pace e diffusore di serenità, coraggioso, uomo di fede e persona affidabile, e devoto, dedicato a Dio, a Lui per Mariam consacrato: insomma, un miles Christi, un autentico cavaliere di Cristo.