Alleanza Cattolica: NO al referendum sulla riforma della Costituzione
Alleanza Cattolica dà indicazione di votare «no» alla riforma della Costituzione perché minaccia le libertà e i corpi intermedi di fronte al Governo. La Costituzione del 1948 — certamente non «la più bella del mondo», esito evidente di compromesso tra forze politiche contrapposte — ha il merito di valorizzare la famiglia, proteggere gli altri corpi intermedi, individuare equilibri fra i poteri al fine di impedire derive autoritarie.
–
Il governo Renzi è andato e va nella direzione opposta. Ha fatto sua la riforma e l’ha mandata avanti a colpi di maggioranza: peraltro con maggioranze che sono cambiate a mano a mano che si andava avanti nei voti in Parlamento, sì che non si comprende oggi quale visione rifletta. Con il pretesto della riduzione dei costi della politica — che alla prova dei fatti non ci sarà — ha ridotto il Senato a un luogo di passaggio per consiglieri regionali e sindaci senza poteri realmente significativi. Le competenze di Palazzo Madama restano peraltro poco chiare e saranno causa di contenziosi davanti alla Corte costituzionale: la discussione sulle procedure di formazione delle leggi, aumentate e rese più complicate, supererà abbondantemente il confronto sulla sostanza delle leggi. Se alla riforma si collega la nuova legge elettorale, il cosiddetto «Italicum», che attribuisce al partito vincitore del ballottaggio (se al primo turno non ha superato il 40 per cento dei voti) un premio di maggioranza pari al 55 per cento dei seggi della Camera, l’unica assemblea realmente deliberante secondo la riforma, è facile concludere che il soggetto istituzionale più significativo diventa il governo, eletto da una minoranza di italiani, che al primo turno può essere anche esigua. S’immagini che — come alle ultime amministrative — voti meno del 60 per cento degli elettori e che il primo partito consegua al primo turno il 25 per cento dei voti, quindi il 12 per cento circa di consensi reali: è giusto che abbia poi il 55 per cento dei seggi?
–
Questa valutazione prescinde da chi governa: la dottrina sociale della Chiesa insegna il dovere di proteggere e promuovere i corpi intermedi, che l’attuale premier intende «disintermediare», come ha dichiarato, perseguendo la concentrazione del potere in un solo soggetto. Alleanza Cattolica indica il «no» al referendum — non per ultimo — perché ricorda l’arroganza con cui il presidente del Consiglio ha imposto al Parlamento e agli italiani la legge sulle cosiddette «unioni civili»: un esempio significativo, nella forma e nella sostanza, di quanto accadrà in via ordinaria con le nuove norme.