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2. La Rivoluzione sessuale “dall’utopia alla scienza” La gnosi sessuale di Wilhelm Reich

20 Novembre 2013 - Autore: Alleanza Cattolica

Massimo Introvigne, Cristianità n. 57 (1980)

Dopo il monismo gnostico di Georg Groddeck, significativo esponente della sinistra freudiana, Wilhelm Reich continua il progressivo passaggio della Rivoluzione sessuale “dall’utopia alla scienza”. Nato da una famiglia ebraica, in Galizia, alla fine del secolo scorso, Reich inizia il suo itinerario di intellettuale rivoluzionario cercando la fusione di marxismo e psicanalisi, per giungere a diventare uno dei maestri della gnosi moderna, di cui applica in modo eminente il metodo. La rivoluzione sessuale intesa come tecnica iniziatica di liberazione verso il ritorno alla pienezza orgonica, rivestita di panni “scientifici” e concepita da Reich come anti-ontologia. La Rivoluzione sessuale utilizzata come terapia per combattere l’essere, come affermazione del puro movimento, allo scopo di favorire il trionfo del divenire. Nel sistema di Reich si possono trovare un programma socio-politico e uno “religioso“: la trasformazione delle strutture sociali e politiche del mondo è la premessa e il mezzo per l’autotrasformazione della materia umana, per la realizzazione di un tipo d’uomo finalmente “liberato” dal culto di un Dio-Essere, a cui Reich contrappone la “religione orgonica“, fondata sulla divinizzazione dell’amplesso.

Introduzione

1. Reich come problema interpretativo

Di Wilhelm Reich si sa, in genere, che ha pubblicato nel 1936 La rivoluzione sessuale, un’opera che rappresenta il tentativo più compiuto di fondere insieme la psicanalisi e il marxismo. Meno noto, tuttavia, è che Reich considerò sempre La rivoluzione sessuale un suo scritto minore e che dal 1936 al 1957 pubblicò una dozzina di volumi di gran lunga più articolati e complessi nei quali, fra l’altro, molte affermazioni di quell’opera venivano modificate, approfondite, corrette. Certo, La rivoluzione sessuale che, unendo Freud a Marx, “porta il giudizio pratico di tipo libertino alle sue conseguenze ultime” (1) rappresenta una tappa fondamentale per il pensiero rivoluzionario moderno: ma è l’opera successiva di Reich ad articolare in un sistema insieme filosofico e scientifico ciò che era soltanto programma nello scritto del 1936. La critica comunista, insieme a quella di stretta osservanza freudiana, ha tentato di separare radicalmente il “periodo europeo” (fino al 1939) e il “periodo americano” (1939-1957) dell’itinerario di Reich, censurando e svalutando gli scritti pubblicati negli Stati Uniti, nei quali il brillante freud-marxista di Vienna e di Berlino si sarebbe abbandonato a una folle utopia scientifico-mistica senza rapporti con la sua esperienza precedente (2). Viceversa, i reichiani ortodossi (come Dadoun, Raknes, De Marchi) rivendicano il carattere unitario dell’opera di Reich e vedono negli scritti americani il “coronamento” di tutta la sua esperienza di pensiero e di vita (3).

In realtà, il Reich “europeo” rappresenta – per usare le categorie storiche di Corrêa de Oliveira – in un certo modo l’apice della III Rivoluzione comunista (successiva alla I Rivoluzione protestante-assolutista e alla II liberale-illuminista); ma da questo apice nasce la possibilità di superare lo stesso marxismo in una rivoluzione nuova, una IV Rivoluzione post-comunista, della quale il Reich “americano” deve essere considerato uno dei principali teorici (4). La vita di Reich – “biografia di un’idea“, secondo il titolo dell’opera di De Marchi, ma meglio “biografia di un errore” – è la storia della espansione del campo freudiano dal fenomeno al noumeno, dalle esistenze alla essenza stessa del mondo. Freud (e più ancora Groddeck) avevano ridotto il mondo a inconscio, a un nucleo psicosessuale, grazie a una epochè che confinava la conoscibilità alla superficie fenomenica dell’universo: del mondo non conosciamo che la trama, e questa trama è sessuale. Con Reich la psicanalisi si fa adulta e muove alla conquista delle essenze, recuperando a uno a uno i temi delle filosofie della natura panteistiche e riconquistando la totalità di un pleroma gnostico: il mondo non svela soltanto la sua trama, ma il tessuto stesso di cui è fatto. Anche questa Urstoff primigenia – dirà Reich – ha una origine sessuale: è fatta di energia orgonica, l’energia dell’orgasmo.

 

2. Biografia dì un errore

Wilhelm Reich nasce nel 1897 da una famiglia ebraica benestante di tradizioni rabbiniche a Dobrznyca, in Galizia, nella regione dell’impero austro-ungarico che fa da sfondo alla esperienza e ai romanzi di Leopold von Sacher-Màsoch. Dopo la Prima Guerra Mondiale, combattuta sul fronte italiano, si iscrive all’università di Vienna, dove è uno degli allievi prediletti di Freud, di cui dopo la laurea (1922) e fino al 1928 diviene assistente e quotidiano collaboratore (5). Di pari passo Reich diventa una figura di primo piano nel mondo psicanalitico (dal 1924 dirige il Seminario di terapia psicanalitica, l’”università” internazionale per i futuri psicanalisti) e nel mondo marxista: nel 1928 lascia il partito socialdemocratico austriaco, giudicato troppo moderato, e si iscrive al partito comunista; nel 1929 i dirigenti sovietici lo invitano in Russia per una serie di conferenze che portano alla pubblicazione, a Mosca, del suo saggio Materialismo dialettico e psicanalisi. Reich viene a lite con Freud, che non ha simpatia per il marxismo, e lascia Vienna: nel 1930 viene invitato a Berlino, come docente alla scuola di partito dei comunisti tedeschi, e in Germania lancia SEXPOL, l’associazione “per la politica sessuale proletaria” che, con un programma di “rivoluzione sessuale” (aborto, rapporti prematrimoniali liberi e anticoncezionali gratuiti per i giovani), supera in pochi mesi i ventimila iscritti. Il successo è però di breve durata: la fusione marxismo-psicanalisi non convince né gli psicanalisti né Stalin, e nel 1933 Reich viene espulso, quasi contemporaneamente, dalla Internazionale Psicanalitica e da quella comunista. Deluso, e timoroso di persecuzioni hitleriane, decide di emigrare in Scandinavia.

Dal 1933 al 1939, prima in Danimarca, poi in Svezia, infine in Norvegia, si dipana il “periodo scandinavo” dell’itinerario reichiano. Reich tira le somme delle sue esperienze precedenti, pubblicando a Copenaghen alcune tra le sue opere più famose: nel 1933 Psicologia di massa del fascismo, nel 1936 La rivoluzione sessuale. Inizia nel frattempo quella che definirà “la penetrazione nel campo biologico” (6) e annuncia, tra lo scetticismo dei biologi “ufficiali”, la scoperta della particella elementare della vita, che battezza “bione“. Nel 1939, in difficoltà con le autorità scandinave (allarmate soprattutto da un suo tentativo di ricostituire I’associazione SEXPOL), Reich è costretto a trasferirsi negli Stati Uniti: si stabilisce a New York, accolto con entusiasmo dal mondo “progressista” americano. Dalla biologia passa alla fisica, e si convince di avere identificato l’energia vitale cosmica, l’”energia orgonica” o “orgone“, che sarebbe il costituente essenziale sia del mondo fisico che del mondo organico. I suoi esperimenti sono controllati con interesse anche da Einstein, che però finisce per giudicarli del tutto inattendibili.

Nel 1942 Reich inizia nel Maine la costruzione di Orgonon, un villaggio di edifici e di laboratori destinato a diventare la cittadella mondiale della nuova scienza dell’orgone, l’orgonomia. Le applicazioni terapeutiche dell’orgonomia, in particolare la cura del cancro attraverso bizzarri procedimenti, procurano a Reich un processo per ciarlataneria, che esprime in realtà l’indignazione dell’America “puritana” per le teorie della rivoluzione sessuale. Il processo si conclude nel marzo 1957 con la condanna a una pena detentiva; il 3 novembre 1957, mentre attende la libertà provvisoria, Reich muore nel penitenziario di Lewisburg, solo, per un attacco cardiaco. I suoi seguaci lo seppelliscono a Orqonon, in una “atmosfera isterica“, fra tragiche scene di fanatismo collettivo (7).

 

3. I “grandi iniziati”

Nihil a me Revolutionis alienum puto: questo, parafrasando il poeta latino, avrebbe potuto essere il motto di Reich, che fin dal periodo viennese si dedicò allo studio zelante e ordinato di tutti i classici della cultura rivoluzionaria, ponendosi in particolare alla scuola di tutti e tre i “maestri del sospetto” moderni: Marx, Freud, Nietzsche (8).

L’economia politica di Marx è per Reich “una delle maggiori conquiste che sia mai stata compiuta dalla mente umana“, è la definitiva “verità” in sociologia e in storia in quanto mostra che “presupposto di tutta la storia è in ultima analisi l’uomo con la sua organizzazione biologica”. Marx, tuttavia, “non sapeva nulla della natura concreta di questa organizzazione biologica”: i padri del comunismo potevano soltanto intuire la necessità di estendere la rivoluzione dal corpo sociale al corpo umano (9). Dopo Freud, afferma Reich, il comunismo non ha che due alternative: o integrare coerentemente il programma rivoluzionario di Marx con la Rivoluzione sessuale, o degenerare in una involuzione moralistica e autoritaria, il “fascismo rosso” di Stalin, che rappresenta la morte del marxismo rivoluzionario (10).

Con Marx, anche Freud è per Reich uno dei geni della storia: con una “pienezza di vita che non è data all’uomo comune“, egli compie “il balzo che lo porta fuori dall’attuale struttura biologica dell’umanità” (11), scoprendo che l’uomo, fin da bambino, “è da cima a fondo e soprattutto sessuale” (12). Ma Freud si rifiuta di trarre le conseguenze ultime dal primato della sessualità completando la teoria psicanalitica con una adeguata prassi rivoluzionaria: da ultimo, si trasforma in un “filosofo conservatore“, rinchiuso “nella prigione delle credenze e dei costumi ebraici“, mentre gli psicanalisti di professione “partono alla conquista del potere eliminando la sessualità” (13). Reich giudica migliore la strada battuta dai freudiani di sinistra, fra i quali stima soprattutto Ferenczi, mentre in Groddeck vede “cose giuste espresse in modo sbagliato“, intuizioni esatte ma da ritradurre in linguaggio scientifico dalla pura metafisica” del Libro dell’Es (14).

L’espressione “freud-marxismo” coglie, certo, un aspetto importante del sistema reichiano, ma non la rappresenta adeguatamente giacché, con Freud e Marx, Reich ha costantemente presenti alcuni aspetti di Nietzsche: la critica della morale tradizionale, l’appello al superuomo futuro, l’”amore del lontano” che ancora deve nascere. Ne L’assassinio di Cristo, soprattutto, dedicato ai “bambini del Futuro“, il pensiero di Reich “si fa più prossimo al “grande progetto” nietzschiano dei Figli dell’Avvenire, si nutre e s’illumina delle folgoranti proposizioni di Nietzsche” (15).

Marx più Freud più Nietzsche, dunque: ma l’elenco dei “grandi iniziati” che introducono Reich ai misteri della Rivoluzione comprende anche altri maestri. Spazzato via dalla “scuola del sospetto” il tradizionale pensiero metafisico e morale è possibile, secondo Reich, ritornare a una visione unitaria di tipo panteistico, illuminata dalla nuova scienza. Su questa strada Reich incontra Bergson, dal cui pensiero – per il quale si entusiasma fino a farsi definire a Vienna “un pazzo bergsoniano” (16) – elimina tutti gli elementi spiritualistici, interpretando l’élan vital come divenire di potenza di una “forza creatrice” tutta materiale. Approfondendo la linea panteistica, scopre più tardi la filosofia della natura di Giordano Bruno, la “grande filosofia che esprimeva la totalità e la continuità e la vivezza comprensiva di tutto l’universo”, anticipando “l’effettiva scoperta della energia orgonica cosmica” (17). La esaltazione del panteismo magico di Bruno aiuta a comprendere Reich, e a identificare nel suo pensiero una delle forme più caratteristiche della gnosi moderna, “gnosi – secondo l’espressione del reichiano Dadoun – a cui Reich, con la sua prospettiva panteistica nell’approccio del problema di Dio […] fornisce le idee migliori” (18).

La gnosi moderna, categoria fondamentale del pensiero rivoluzionario secondo gli studi di Voegelin, Molnar e Del Noce (19), riprende i temi fondamentali dello gnosticismo antico: una unità originaria, il pleroma, di tipo panteistico; una caduta nella cattiva individualità del mondo fenomenico; la possibilità di un ritorno all’Uno attuato dagli iniziati gnostici attraverso tecniche particolari. Intorno a motivi simili si organizza il pensiero di Reich: un pleroma originario di energia orgonica in perenne divenire; una misteriosa caduta dal divenire agli enti statici, in cui l’energia vitale OR si trasforma in energia cattiva, energia letale DOR; la possibilità di un ritorno alla pienezza orgonica attraverso tecniche di liberazione in cui gioca un ruolo primario la rivoluzione sessuale. Reich. così, prende posto fra i maestri della gnosi moderna, di cui applica in modo eminente il metodo. Sull’orgoglio dello gnostico antico, che ritiene di potere disvelare completamente il mistero del mondo, la gnosi moderna innesta la presunzione scientista, e si crede invincibile, come scrive Emanuele Samek Lodovici, perché “gioca contemporaneamente su due tavoli“, quello del mito utopico e quello della scienza (20). La gnosi scientista promette in esplicito “la redenzione” mediante la “forza vitale cosmica” che grazie allo “Scopritore” Reich, “colmerà fossati che nel pensiero umano zeppo di errori, erano rimasti aperti nei millenni“, “riempirà lo spazio cosmico” e “rivelerà l’intendimento di Dio” (21).

 

I. Il pleroma: l’energia orgonica vitale

1. L’eone cosmico: l’orgone

La sapienza gnostica di Reich pretende di potere decifrare gli enigmi dell’universo grazie all’impiego di una nuova logica, il “pensiero funzionale“, che, muovendo dalla “tecnica deduttiva di Bergson e di Engels” (22), perviene al totale rovesciamento della logica tradizionale. Quest’ultima riposa sul fondamento aristotelico del principio di non-contraddizione, secondo cui A è uguale a se medesimo e diverso da non-A; per Reich, al contrario, negli “assunti antitetici” esiste una “radice orgonomica di identità“: A e non-A sono “funzionalmente identici” perché dicono in modi diversi una comune radice F. “Il risultato dell’uso coerente della tecnica deduttiva funzionale – scrive Reich – fu la scoperta dell’energia orgonica” (23).

“Misticismo e meccanicismo, religione e scienza, metafisica e materialismo” sono in rapporto di “identità funzionale“: l’”etere” della fisica di Newton e il “Dio” delle religioni trovano la loro verità in una radice comune, l’energia vitale cosmica. Dagli studi sull’orgasmo nell’uomo Reich ricava la convinzione che nell’atto sessuale si verifica la scarica di una particolare energia: una forza che lo psicanalista viennese “osserva” nel 1939 sotto forma di irradiazione dei corpi organici e nel 1940 anche come presenza atmosferica, e che battezza “orgone, termine che indica la storia della sua scoperta a partire dalla funzione dell’orgasmo” (24). Attraverso un particolare strumento, l’”orgonoscopio”, Reich asserisce di “vedere” l’energia orgonica presente nell’atmosfera e di “distinguere il suo caratteristico colore grigio-azzurro” (25).

L’energia orgonica, o orgone (OR), ha tutte le caratteristiche attribuite a Dio e all’etere: “è universale, è la fonte di qualunque esistenza, è eterna, è l’origine dei corpi celesti e ciò che li muove, è l’origine di ogni materia e energia“. È “energia pura, pre-materia“, ma ha in comune con la materia di Marx il movimento perenne, non è statica ma agitata da un continuo divenire (26). Il pleroma di Reich è la “prateria“, “spazio universale in cui palpita l’energia sessuale onnipresente che imprime a tutto il proprio ritmo primordiale” (29), unitario come il pleroma degli antichi gnostici ma, insieme, popolato da molteplici e varie entità, percorso da “correnti” e da “onde” che continuamente si formano e si infrangono come le onde del mare. Le correnti orgoniche tendono a fondersi fra loro secondo la legge della “superimposizione cosmica“, che si esprime tipicamente nell’amplesso sessuale degli uomini, ma che spiega anche l’”abbraccio astrale” da cui nascono le galassie (come testimonia la loro forma a spirale) e l’incontro di onde energetiche che provoca gli uragani e le aurore boreali (28). Il pleroma reichiano, inoltre, è popolato di “onde giratorie” o KRW, “scintille blu-violette che volteggiano lungo determinate traiettorie” e che talora si modificano, passando da una forma aperta a una chiusa. Appunto tale modifica rappresenta, nello spazio pleromatico dell’OR, il passaggio a un eone nuovo, l’eone biologico, la cui prima manifestazione è il bione.

 

2. L’eone biologico: il bione

“Prima che esistesse una vita qualsiasi – scrive Reich – v’era il fluire dell’energia orgonica cosmica. Quando sul pianeta le condizioni climatiche si furono sufficientemente sviluppate, incominciò ad apparire la vita, molto probabilmente sotto forma di scaglie plasmatiche […]. Nel corso degli eoni da queste scaglie si svilupparono organismi unicellulari” (29). La terminologia gnostica è esplicita, ma gli antichi maestri sono superati: l’emanazione degli eoni, misteriosa nel vecchio gnosticismo, riceve, grazie all’evoluzionismo, una dettagliata spiegazione. Dal punto di vista logico, la vita nasce dal raccogliersi delle onde KRW nella forma chiusa a uovo dell’”orgonome “, che è la forma fondamentale di tutta la materia vivente. Dal punto di vista sperimentale, Reich pretende di avere dimostrato – dopo e contro Pasteur – che la generazione spontanea esiste: il suo “esperimento XX” mostra, a suo dire, che dalla “disintegrazione di sostanze inorganiche” nascono di continuo in natura i “bioni”, “vescicole di energia che hanno la forma dell’orgonome e rappresentano la fase di transizione fra la materia non vivente e quella vivente” (30).

L’orgonomia invera il darwinismo: i “bioni” si organizzano e si trasformano in “sistemi orgonotici” via via più complessi, fino all’uomo, che è “un frammento di energia cosmica orgonica specialmente organizzato” (31). La vita e il moto incessante di questo momento dell’orgone che è l’uomo sono rappresentati dalla “funzione dell’orgasmo“, la formula “tensione – carica – scarica – distensione“, che non regge soltanto l’atto sessuale ma esprime lo status proprio della materia umana in divenire. L’uomo è un fascio di onde di energia, un essere plastico in continuo movimento oscillatorio di “pulsazione orgonotica“, un sistema che “si autoregola scaricando a intervalli più o meno regolari l’eccesso di energia sessuale nell’abbraccio genitale“. L’uomo normale, cioè non malato, è caratterizzato dalla “potenza orgastica “, che Reich definisce come “capacità di abbandonarsi, senza alcuna inibizione, al flusso dell’energia biologica” (32) e distingue nettamente dalla potentia coeundi et generandi della medicina tradizionale. La “potenza orgastica” non è la potenza fisica, ma la capacità metafisica di non arrestare in alcun modo il fluire eterno dell’energia, abbandonandosi totalmente al suo libero movimento (33).

Allo stadio attuale della evoluzione degli uomini, tuttavia, l’”impotenza orgastica” caratterizza, in misura maggiore o minore, l’intera umanità. L’uomo, che è un fascio di energia in divenire, esiste nondimeno come ente dotato di apparenti caratteristiche di stabilità. Questo, a livello antropologico, è il risultato della misteriosa caduta che ha turbato l’ordine del pleroma, introducendo maligni elementi di finitezza e di essere dave tutto non era che libero e infinito divenire.

 

II. La caduta: l’energia letale DOR

1. Fisica della DOR: l’emergenza planetaria

Nel dualismo anticosmico della gnosi antica la caduta dall’infinita unità originaria alla molteplicità finita del mondo fenomenico è la conseguenza di una intrusione malvagia nel pleroma. Un cattivo Demiurgo, aiutato da un corpo di Arconti, “crea” il finitum del mondo: così nascono gli enti, che sono definiti, marchiati da un limite che è il segno della caduta. L’uomo, che preesisteva secondo Basilide come “uomo vero” e anima separata nel mondo pleromatico, va ad arenarsi sulle spiagge della finitudine e si ritrova rinchiuso nella prigione del limite fenomenico-corporale (34).

La favola gnostica si ritrova in Reich nella consueta presentazione “scientifica”, come storia di un ostacolo misterioso che arresta il fluire incessante dell’orgone. L’uomo, quando ha intuito la “lotta fra l’orgone cosmico e l’esistenza individuale“, si è interrogato sul “perché della sua separazione dall’immenso spazio cosmico” e ha chiamato l’ostacolo separatore “diavolo” (35). Il “diavolo“, secondo Reich, è l’entità misteriosa che introduce la stasi, la finitezza, l’essere dove non vi era che energia in divenire, è l’oscuro principio che si erge come uno scoglio nell’oceano primordiale dell’orgone e fa sì che l’energia orgonica, bloccata e disturbata, si trasformi in deadly orgonic radiation, energia orgonica letale DOR. L‘immagine del cattivo essere, contrapposto al bene del divenire, è il deserto, che – come Reich cercò di dimostrare studiando una landa dell’Arizona ribattezzata OROP Desert – è una concentrazione di energia letale, e insieme una proiezione fantasmatica della staticità e della stagnazione umana. Come verifica sperimentale della meccanica della caduta Reich presenta l’”esperimento ORANUR” (Orgonic Anti-Nuclear Radiation) degli anni 1950-51 (36) in cui, con un gruppo di collaboratori, egli si espose volontariamente alle radiazioni nucleari proteggendosi con apparecchi a energia orgonica, nell’intento di dimostrare che l’orgone è in grado di neutralizzare gli effetti della radioattività. L’esito, come narra una partecipante all’esperimento, fu “un disastro“: gli “orgonomisti ” non furono affatto protetti dai loro apparecchi e si ammalarono tutti. Reich “ebbe un attacco cardiaco molto grave che lo costrinse a letto per un mese e mezzo” (37). Tuttavia, si rifiutò di concludere che l’energia orgonica non esiste: al contrario, spiegò l’insuccesso affermando che, in presenza di radioattività, il flusso di energia orgonica si blocca e l’orgone, diventando statico, si trasforma in energia letale DOR.

Nei suoi ultimi scritti, accanto al Diavolo-Demiurgo, Reich chiama in causa, come responsabili della DOR, anche gli Arconti: Arconti tutti moderni, che viaggiano su dischi volanti e indossano tute spaziali. Reich era convinto che “la terra fosse fatta segno a un attacco proveniente dallo spazio cosmico“, che si fosse alla vigilia di una “emergenza planetaria DOR “. Gli Arconti della gnosi reichiana sono misteriosi extraterrestri, gli “uomini CORE“, untori spaziali che si spostano su astronavi azionate da motori a energia orgonica e infestano l’aria dei loro “gas di scarico” DOR (39). Così, attraverso una space opera, Reich dà la risposta finale al suo Unde Malum, che è insieme un Unde Ens: il divenire è il mondo, l’essere è solo una presenza aliena di cui è responsabile un principio diabolico al cui servizio stanno potenze malvage.

 

2. Antropologia della DOR: l’uomo corazzato

L’energia letale DOR, nel sistema di Reich, è responsabile di tutto ciò che è male, del “regno del diavolo“, costituito da quanto fa ostacolo al fluire evolutivo dell’orgone, e dunque, anzitutto, dall’uomo in quanto ente, dall’uomo non più plastico ma fisso e sempre uguale a sé stesso. Nella gnosi antica, l’uomo è buttato nel mondo a tradimento dagli Arconti; nella gnosi di Reich la caduta di Adamo è volontaria e colpevole. L‘uomo “si desertifica“, da onda di energia in movimento si trasforma in ente stabile arrestando il suo flusso orgonotico e dotandosi di una artificiale “corazza“. Ciò che la filosofia tradizionale chiama essenza, l’aspetto stabile dell’ente uomo, non è che una cattiva armatura che questo frammento di energia orgonica ha voluto costruirsi, spaventata dalla sua stessa libertà. A un certo punto della sua evoluzione l’uomo si è percepito, “ha compreso se stesso come corrente di energia“: ma in questa esperienza “inspiegabilmente si è spaventato e per la prima volta nella storia della sua specie ha incominciato a corazzarsi contro il terrore e la stupefazione interiore” (39).

La vertigine della conoscenza si afferma nell’uomo spaventato anzitutto come negazione della normale scarica dell’energia orgonica nell’amplesso genitale, come rifiuto dell’orgasmo, la cui conseguenza è un “ingorgo di energia biologica“, l’”ingorgo sessuale” (40). La “differenza fra accumulazione e scarica di energia sessuale“, direttamente proporzionale alle rinunce all’orgasmo (e quindi massima nel “moralista”) ispessisce la corazza, che si va articolando in serie di segmenti fisici e psichici “funzionalmente identici“, in un insieme di muscoli irrigiditi e di angosce del carattere: una “corazza muscolare” e una “corazza caratteriale“, che svelano al terapeuta la storia del loro sorgere dalla “paura del piacere orgastico“, e insieme dall’abdicazione metafisica al divenire che spinge l’uomo a imprigionarsi in uno scheletro duraturo (41).

Le “corazze“, che risultano da un blocco del divenire orgonico, sono costituite di energia letale DOR: per questo sono all’origine di tutte le malattie, organiche e psichiche. Reich analizza in particolare la “biopatia del cancro“, che, come nel surrealismo medico di Groddeck, diventa “un problema di igiene sessuale“: il tumore “rappresenta la reazione delle cellule al blocco di energia di chi rinuncia alla scarica orgastica“. Il fondatore dell’orgonomia, però, va oltre Groddeck e vede nel cancro un significante metafisico: il prodotto più caratteristico del processo di corazzamento, della volontà dell’uomo di affermarsi come realtà stabile e non come mero frammento di divenire (42).

Nella situazione attuale dell’umanità la “desertificazione” dell’uomo in ente statico è pressoché totale: ma la “corazza” può avere uno spessore variabile. Gli uomini capaci, nonostante tutto, di abbandonarsi in modo completo e frequente all’orgasmo, i “caratteri genitali“, hanno solo una “corazza di adattamento“, pur sempre nociva ma duttile e leggera. Viceversa i “caratteri nevrotici” hanno una “corazza rigida“, che ha come maschere ideologiche la religione “mistica” e la “morale sessuale coercitiva“. Infine, i “caratteri appestati” hanno addirittura una “corazza offensiva“, che si esprime nello “scatenamento antiorgastico” della “peste emozionale“.

 

3. Sociologia della DOR: la peste emozionale

Gli uomini “appestati“, secondo Reich, esercitano una maligna attrazione sugli uomini “nevrotici” e ne diventano

 

facilmente i leaders, gli “hig” (hoodlums in government, teppisti al potere), che trascinano al male migliaia di “piccoli uomini” insignificanti e meschini. La “peste emozionale” lascia così, nella storia, un sedimento corazzato, una “corazza istituzionale”: una serie di istituzioni stabili che tendono a rimanere immobili nella propria essenza e ostacolano il flusso dell’orgone. I più caratteristici prodotti della “peste” sono la religione “mistica“, la famiglia e la proprietà privata. L’elenco dei “nemici” è mutuato da Engels: ma Reich ritiene che, solo svelando nella peste emozionale e nell’impotenza aggressiva le vere origini delle istituzioni, sia possibile combatterle in modo efficace.

La religione “mistica” (distinta dalla “vera religione“, in cui “Dio è la Vita” ed è “il carattere completamente genitale che soddisfa le leggi dell’etica religiosa”) (43) viene “demistificata” attraverso quattro passaggi principali: “1. L’eccitazione religiosa è una eccitazione vegetativa e sessuale, mascherata. 2. Con la mistificazione della eccitazione la persona religiosa nega la propria sessualità. 3. L’estasi religiosa è un surrogato dell’eccitazione orgastico-vegetativa. 4. L’estasi religiosa non genera una distensione sessuale, ma tutt’al più una stanchezza muscolare e spirituale“. La “mistica” è nociva, e deve essere eliminata: sarà opportuno, in particolare, combattere la religione cattolica, perché “l’adolescente trova davvero in questa fede una grande forza contro la propria sessualità“, e all’interno del cattolicesimo si dovrà screditare “il culto di Maria”, cui “si ricorre con grande successo per far valere la castità” (44). E la religione si combatte estirpandone le radici sessuali: “con lo scioglimento del crampo della muscolatura genitale – assicura Reich – scompare l’idea di Dio (45). Solo diffondendo presso i giovani credenti la Rivoluzione sessuale – e non proponendo loro l’ateismo esplicito – si potrà conseguire lo scopo di “sottrarre all’influenza della Chiesa la gioventù cattolica e di portarla nei nostri ranghi contro la Chiesa stessa e la famiglia borghese” (46).

Anche la famiglia e la proprietà privata vanno combattute svelando a un tempo la loro origine e il loro significato. Muovendo da L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato di Engels e dagli studi di Malinowski sui primitivi delle isole Trobriand, Reich afferma che “l’irruzione della famiglia e della proprietà nelle società primordiali istintivamente libere” avvenne per il desiderio dei padri di avere un erede preciso. L’eredità, però, non ha solo il significato di classe rilevato da Engels, ma rivela ancora una volta il peccato originale dell’uomo: il rifiuto del suo sé in divenire, la volontà di un radicamento stabile che, attraverso l’eredità, vorrebbe affermarsi anche al di là della morte. Dalla caduta dell’uomo nell’essere nascono le istituzioni, ma nasce anche la morale: la proibizione dell’incesto, primo comando etico, non ha una origine autonoma (come pensava ancora Engels), ma deriva anch’essa dal desiderio di “fare chiarezza” nei rapporti di eredità (47).

La sintesi della statica istituzionale, la forma politica che organizza e difende i depositi sociali di DOR è il “fascismo“, che nell’analisi di Reich è “misticismo organizzato“, difesa rabbiosa e “appestata” a un tempo della religione, della famiglia e della proprietà. Il “fascismo“, allora, non è più un fenomeno storico, ma è una categoria filosofica: “fascismo“, certo, è quello di Mussolini, ma “fascista rosso” è Stalin, che lascia risorgere nella Russia socialista le vecchie istituzioni camuffate, e il “fascismo” peggiore di tutti è “il cattolicesimo dell’Europa medioevale” (48). Paradossalmente, il “fascismo” meno sgradevole è piuttosto il nazional-socialismo, “il misticismo del montare del sangue e della fedeltà al sangue e alla terra”, che è già “un progresso in paragone del concetto cristiano del peccato originale”, e che deve essere dirottato dagli esiti autoritari e “sessuo-negativi” verso “altri, positivi canali” (49).

Il sistema di Reich, ha scritto Del Noce, è “un nazismo capovolto, in cui il vitalismo militare viene sostituito dal vitalismo sessuale” (50). Nell’affermarsi di questo vitalismo, la distruzione di quanto fa ostacolo al fluire dell’energia orgonica – religione, famiglia, proprietà, morale, Stato – è soltanto una premessa. Alla fase negativa deve succedere una fase positiva, in cui la gnosi di Reich si organizza come tecnica del ritorno dagli enti molteplici imprigionati nell’essere all’unità pleromatica del puro divenire.

 

III. Il ritorno: la rivoluzione sessuale

1. Programma terapeutico

Ogni tipo di gnosi insegna l’esistenza di una “tecnica per ritornare nel paradiso” che permette di risalire, dopo la caduta, dal mondo fenomenico al pleroma divino. La tecnica del ritorno, secondo lo schema di Emanuele Samek Lodovici, consta di tre principali modalità: la conoscenza, l’attivismo rivoluzionario (di cui offre una versione moderna la praxis marxista), e, infine, la pratica sessuale, in cui “la ricostruzione dell’unità avviene attraverso l’unione erotica che elimina con la polarità sessuale la sofferenza e la finitezza” (51). Tra gli gnostici antichi, una serie di testi di Carpocrate e di Epitanio mostrano “lo sfogo brutale del corpo“, “la ricerca nell’erotico e nel blasfemo di una esperienza di liberazione“, “il carattere forsennato della depravazione” (52). In Reich la tecnica della liberazione sessuale si riveste di panni “scientifici”, e insieme assume il significato di una anti-ontologia. La Rivoluzione sessuale è una terapia, ma la malattia che combatte è l’essere, la guarigione che auspica è la riaffermazione del puro movimento, il trionfo del divenire.

Nei laboratori di Orgonon Reich costruisce apparecchi misteriosi, che si pretendono scientifici ma che sono, scrive Dadoun, “uno spazio più che uno strumento, un punto di riferimento, il luogo, pragmatico o fantasmatico, di una polarizzazione e di una presa di coscienza energetiche” (53). Nasce così il DOR-buster, un insieme di canne e di tubi per eliminare le concentrazioni di energia letale, che nella “emergenza planetaria” diventa un “cannone spaziale” contro gli extraterrestri portatori di DOR, ma che insieme è una macchina gnostica, idealmente puntata contro l’essere per dissolverlo in un pulviscolo di divenire. Per gli uomini, poi, Reich costruisce gli “accumulatori orgonici“, “macchine desideranti – come le definiscono i “filosofi del desiderio” Deleuze e Guattari – scatole paranoiche, miracolose, celibi, con le pareti metalliche imbottite di lana e di cotone” (54), che attraverso bizzarri procedimenti pretendono di concentrare energia orgonica e ridistribuirla agli organismi, potenziando le loro reazioni naturali e combattendo ogni malattia. E se le macchine non sono sufficienti, ecco entrare in scena chi inizia il discepolo ai segreti del ritorno, il “perfetto” gnostico nelle vesti moderne dell’analista post-freudiano. L’iniziazione psicanalitica diventa, nel sistema di Reich, una “vegetoterapia“, il cui “fine terapeutico è la liberazione delle energie vegetative legate, in modo da ridare al paziente la sua mobilità” (55). Il medico reichiano “scioglie“, con tecniche particolari, la duplice corazza muscolare e caratteriale, per raggiungere “la mobilizzazione del bacino morto” e restituire al paziente “la piena capacità di vivere l’esperienza orgastica”, fino a creare un “uomo nuovo” caratterizzato da un generale e continuo “movimento ondulatorio di tutto il corpo” (56).

L’obiettivo teoretico-pratico di Reich è restituire agli uomini il loro carattere mobile, la loro plasticità originaria; la tecnologia di questa gnosi è la Rivoluzione sessuale, che conduce al trionfo dell’energia orgonica in un mondo che ha per unica etica la “moralità sessuo-economica“. Un mondo dove “per una ragazza non sposata c’è da vergognarsi di essere ancora vergine a diciotto anni”, dove la masturbazione “non sarà proibita, ma incoraggiata e protetta“, dove “il rapporto sessuale extra-matrimoniale è diventato naturale e di vitale necessità”, e così via (57). Un’era nuova, che al matrimonio cristiano descritto nella Casti Connubii di Pio XI, in cui Reich vede la massima espressione del “retroterra antisessuale clericale e capitalistico“, contrapporrà come manifesto e simbolo una “scena divina”: quella in cui “due bambini di sesso diverso, dai tre ai cinque anni, si superimpongono, e i loro organismi si fondono orgonoticamente” (58).

 

2. Programma socio-politico

“Per vivere sessuo-economicamente – scrive Reich – non basta che una ragazza abbia una sessualità genitale libera; occorre anche che abbia una camera tranquilla, antifecondativi adatti e un amico capace di fare all’amore […], ha bisogno di genitori comprensivi e di un ambiente sociale affermatore del sesso; necessità tanto più forti quanto meno essa si trovi in una situazione finanziaria che le consenta di aprirsi un varco attraverso le barriere sociali della vita sessuale adolescente” (59). Secondo Reich la liberazione sessuale “non è possibile senza rivoluzione sociale“: giacché la vita sessuale “non è una faccenda privata“, “dobbiamo, partendo da una chiara teoria sessuo-po- litica, giungere ad una prassi sessual-rivoluzionaria” (60). La corazza individuale di ogni uomo non potrà scomparire finché continuerà a esistere la corazza istituzionale: non basta, allora, creare un uomo senza ancoraggio stabile, occorrerà inventare una società sganciata dall’essere, privata della sua forma essenziale che è l’autorità.

Poiché – come insegna Freud – l’idea di autorità si introduce negli uomini attraverso l’educazione, il programma di Reich è anzitutto un manifesto anti-pedagogico per la nascita di spazi educativi rivoluzionari. La pedagogia libertaria di Rousseau non basta: “compito basilare per lo sviluppo di una struttura non-autoritaria è una educazione infantile affermatrice del sesso“. Il luogo ideale della nuova educazione, per Reich, non è tanto Summerhill, la scuola rousseauiana inglese del suo amico Alexander Neill, quanto l’Asilo Psicanalitico di Mosca di Vera Schmidt, “la prima educatrice che colse praticamente la necessità e la natura di una trasformazione della struttura umana” (61), singolarissima scuola materna dove – come narra la sua direttrice – i bambini “soddisfano tranquillamente e senza timore sotto gli occhi delle educatrici i loro impulsi sessuali” e vengono lasciati svolgere pubblicamente, “dove capita“, le loro funzioni organiche, perché “i processi escretori costituiscono per il bambino una fonte di piacere” (62).

La rinuncia a ogni forma di autorità, di ordine, di pudore fa del giardino d’infanzia di Vera Schmidt un modello microsociale che Reich sogna di allargare alla macrosocietà, elaborando il programma di una società de-stabilizzata e senza istituzioni, ispirata insieme al marx-leninismo, all’anarco-sindacalismo e al consiliarismo di Pannekoek. Reich accetta il presupposto di Lenin secondo cui il fine anarchico della “abolizione dello Stato” si realizzerà nella futura società del lavoro continuo e spontaneo, “prestato al di fuori di ogni norma” come “bisogno dell’organismo sano” (63): ma alla “democrazia del lavoro” si potrà pervenire soltanto trasformando il lavoro in piacere. passando “dal lavoro coatto-non piacevole a quello naturale-gioioso“. Il “bisogno di lavorare” leninista potrà affermarsi – posto che “lavoro e sessualità sono strettamente legati” – solo come erotica del lavoro, “rapporto libidinoso di un uomo nei confronti dei suo lavoro” (64).

Liberazione sessuale e liberazione attraverso la praxis vengono così a coincidere: la rivoluzione sociale instaura una società dove la trasformazione del mondo esterno, caricata di una tensione erotica in cui il lavoro diventa psicodramma, è la via all’autotrasformazione della materia umana, in direzione di un uomo nuovo finalmente liberato dai ceppi dell’essere e ritornato mobile orgone in divenire.

 

3. Programma “religioso”

Alla religione “mistica“, culto di un Dio-Essere che maschera la repressione sessuale, Reich contrappone la “religione orgonica“, la “vera religione” di chi sa “che l’Amore nei lombi, la dolcezza dello struggente piacere dell’amplesso è il suo vero Dio” (65). La religione dell’orgone non è che una delle numerose varianti della Gnosis als Weltreligion moderna (66): il panteismo gnostico dell’energia orgonica corrisponde al culto dell’Es di Groddeck, al culto del divenire come “essere-per-la-morte” di Marx, di de Sade, di Bataille. Il carattere originale di Reich sta nello schema completo “unità-caduta-ritorno” e nel ricco pleroma popolato di eoni che fa del suo sistema la gnosi moderna che più si avvicina alla gnosi antica; e, insieme, nell’accentuazione del profetismo escatologico, la cui veste exoterica è un nuovo cristianesimo.

“Cristo – scrive Reich – è veramente il Figlio dell’Uomo e deve venire inteso come Figlio di Dio. Cristo è ambedue le cose, perché l’Uomo è Figlio di Dio e Dio è l’Oceano di Energia cosmica di cui l’uomo è solo una minuscola parte passeggera, un’increspatura, che proviene da Dio e che in Dio ritorna, riunendosi al Grande Padre. Cristo capì il profondo significato di un’onda dell’oceano, vale a dire di essere il Figlio di Dio. Siete tutti figli di Dio e in Dio, disse loro; ed essi lo uccisero“. Cristo cade vittima della peste emozionale, non gli perdona di “avere bevuto alle fonti della Vita”: per lui non ci sono vie d’uscita. Ma duemila anni dopo la forza vitale cosmica verrà scoperta e resa disponibile per tutta l’umanità” (67).

Negli ultimi anni della vita di Reich “entrò in scena la sua identificazione con Cristo” (68), l’idea che solo con l’orgonomia il profetismo vitalistico di Cristo può passare “dall’utopia alla scienza”, e, quindi, dallo scacco alla vittoria: i secoli, dal Golgota a Orgonon, cantano l’Ecce veniet propheta magnus per lo “Scopritore” futuro dell’orgone. Anche la Chiesa dovrà accettare l’inveramento del cristianesimo nella gnosi evoluzionista: e uno dei discepoli di Reich, Ola Raknes, vede nell’opera di Theilard de Chardin i promettenti inizi di questa “conversione” dei cattolici (69). “Se invece – ammonisce minaccioso Reich – il cristianesimo, nuotando nella corrente generale nella vita non ritroverà il significato originario dei messaggio di Cristo, si verserà molto sangue innocente […] e la Chiesa scomparirà dalla faccia della terra” (70).

L’oggetto proprio dell’escatologismo di Reich non è tanto un nuovo mondo, quanto un nuovo uomo, “onda dell’oceano”, puro movimento e “increspatura” dell’energia universale. Quest’uomo, che oggi è difficile persino immaginare, sarà il frutto futuro dell’evoluzione: sarà l’”uomo comunista” di Lenin e di Trotzsky, “assolutamente diverso dall’uomo come oggi lo conosciamo“, sarà il superuomo di Nietzsche. I “bambini del futuro“, i “figli dell’Avvenire” di Nietzsche, sono il centro della religione di Reich: culto dell’uomo, ma culto di un uomo futuro, che ancora non è e che si spera nel bambino di domani. Uno gnostico del secondo secolo, Valentino, “dice di aver visto un piccolo bambino nato da poco e di avergli chiesto chi fosse: quello rispose di essere il Logos” (71). Nel suo Centro Orgonomico di Ricerche sull’infanzia Reich annuncia di “avere veduto queste qualità “divine” nei bambini piccoli, caratteristiche che fino a oggi sono state l’obiettivo idealizzato e irraggiungibile di tutte le religioni” (72).

Nel culto dei Figli dell’Avvenire il sistema di Reich trova la sua formula riassuntiva: l’odio per l’essere si completa e si svela come odio per il passato e per la tradizione, traditio di un traditum che testimonia la presenza di valori immutabili nel fluire della storia. “Di fronte a questo mondo coperto di passato, coperto di patria come un uomo è coperto di piaghe” (l’espressione è di Georges Bataille, un pensatore le cui “rilevanti affinità” con Reich sono state notate da Dadoun) (73), il fondatore dell’orgonomia annuncia, con Nietzsche, un’era di figli senza padri, un’epoca senza passato, senza patria, senza tradizione, un mondo di enti senza essere. “Bandito io sono – canta Zarathustra – da tutte le terre dei padri e delle madri. Così amo ancora soltanto la terra dei miei figli, non scoperta finora, là nel mare remoto: alle mie vele ordino di cercarla senza posa. Nei miei figli voglio riparare di essere il figlio dei miei padri: e nel futuro – questo presente! Così parlò Zarathustra” (74).

Massimo Introvigne

 

NOTE

(1) A. DEL NOCE, L’erotismo alla conquista della società, in AA. VV., Via libera alla pornografia?, Vallecchi, Firenze 1970, p. 15.

(2) Un esempio eloquente di questo tipo di lettura di Reich è la Nota introduttiva di N. PAOLI a W. REICH, La lotta sessuale dei giovani, trad. it., Samonà e Savelli, Roma 1972.

(3) Cfr. R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, trad. it., Marsilio, Padova 1976; O. RAKNES, Wilhelm Reich e l’orgonomia, trad. it., Astrolabio, Roma 1972; L. DE MARCHI, Wilhelm Reich. Biografia di un’idea, Sugar, Milano 1970. Per una informazione bibliografica più ampia su Reich cfr. I. OLLENDORFF REICH, Bibliography on Orgonomy, Orgone Institute Press, Rangeley (Maine) 1953: D. BOADELLA, Bibliography on Orgonomy, Ritter Press. Nottingham 1960; C. SINELNIKOFF, L’oeuvre de Wilhelm Reich, 2 voll., Maspero, Parigi 1970.

(4) Cfr. P. CORRÊA DE OLIVEIRA, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3ª ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977.

(5) Per queste e più ampie informazioni biografiche cfr. l’opera della terza moglie di Reich: I. OLLENDORFF REICH, Wilhelm Reich, biografia da vicino, trad. it., La Salamandra, Milano 1978.

(6) L’espressione si trova in W. REICH, La funzione dell’orgasmo, trad. it., Sugar, Milano 1969, p. 259.

(7) Cfr. I. OLLENDORFF REICH, Wilhelm Reich, biografia da vicino, cit., p. 208.

(8) L’espressione “maestri del sospetto” è di Paul Ricoeur. Sugli influssi della “scuola del sospetto” sulla Rivoluzione sessuale cfr. il mio L’inconscio come trama del mondo: Groddeck, in Cristianità, anno VII, n. 55, novembre 1979, pp. 7-12.

(9) W. REICH, Individuo e Stato, trad. it., Sugar, Milano 1978, pp. 74, 85.

(10) Quanto a Lenin “deve essere tenuto fuori del conto; cadde vittima del suo proprio cordoglio per avere assistito alla degenerazione del sogno della Russia” (W. REICH, L’assassinio di Cristo, trad. it., Sugar, Milano 1972, p. 101).

(11) W. REICH, Reich parla di Freud, trad. it., Sugar, Milano 1970, p. 42.

(12) IDEM, Psicologia di massa del fascismo, 2ª ed. it., Mondadori, Milano 1974, p. 267.

(13) IDEM, Reich parla di Freud, cit., p. 137.

(14) IDEM, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 82.

(15) R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, cit. p. 177. Sulla questione della morale, secondo Reich, Nietzsche “era molto più avanti di Freud” (W. REICH, Reich parla di Freud, cit., p. 138).

(16) E quanto racconta lo stesso Reich ne La funzione dell’orgasmo, cit., p. 38.

(17) W. REICH, L’assassinio di Cristo, cit., pp. 155-56. Per una messa a punto dell’effettivo ruolo rivoluzionario (tutt’altro che minore) svolto da Bruno cfr. F. YATES, Giordano Bruno e la tradizione ermetica. trad. it., Laterza. Bari 1969 e L’arte della memoria, trad. it., Einaudi, Torino 1972.

(18) R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, cit., p. 204.

(19) Cfr. sopr. E. VOEGELIN, Il mito del mondo nuovo, trad. it., Rusconi, Milano 1970; T. MOLNAR, L’utopia, eresia perenne, trad. it., Borla, Torino 1968; A. DEL NOCE, I caratteri generali dei pensiero politico contemporaneo. Lezioni sul marxismo, Giuffré, Milano 1972.

(20) E. SAMEK LODOVICI, Metamorfosi della gnosi, Ares, Milano 1979, p. 169.

(21) W. REICH, L’assassinio di Cristo, cit., pp. 112-13.

(22) IDEM, Etere, Dio e Diavolo, Sugar, Milano 1975, p. 17.

(23) Ibid., p. 11.

(24) IDEM, Drei Versuche am statischen Elektroskop, Sexpol Verlag, Oslo 1939, p. 69.

(25) IDEM, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 384. Cfr. l’articolo dello “orgonomista” C. KONIA, Visualizzazione dei raggi cosmici, trad. it. in Scienza orgonomica, anno I, n. 1, marzo 1979, pp. 114-18. Questa nuova rivista è l’organo di un gruppo romano che proclama di essere l’unica associazione reichiana italiana riconosciuta come “regolare” dalla “casa madre” di Orgonon, l’American College of Orgonomy.

(26) W. REICH, Etere, Dio e Diavolo. cit., p. 55.

(27) R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, cit., p. 14.

(28) W. REICH, Superimposizione cosmica, trad. it., Sugar, Milano 1975: cfr. sopr. pp. 86-87, 137.

(29) Ibid., p. 160. Cfr. pure W. REICH, Die Bione, Sexpol Verlag, Oslo 1938.

(30) IDEM, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 390.

(31) IDEM, Superimposizione cosmica, cit., p. 26.

(32) IDEM, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 116.

(33) Cfr. ibid., pp. 115 ss. Secondo Reich anche “un padre di dieci figli”, dal punto di vista dell’orgonomia, può essere sempre stato, per tutta la vita, un “impotente orgastico“.

(34) Cfr. alcuni frammenti di Basilide in Testi gnostici cristiani, a cura di M. Simonetti, Laterza, Bari 1970, pp. 91-118.

(35) W. REICH, Etere, Dio e Diavolo, cit., p. 151.

(36) Cfr. IDEM, The ORANUR Experiment, Orgone Institute Press, Rangeley (Maine) 1951.

(37) I. OLLENDORFF REICH, Wilhelm Reich, biografia da vicino, cit., pp. 162-63.

(38) Ibid., p. 158. La teoria è tuttora sostenuta dai reichiani “ufficiali”: cfr. J. EDEN, Planet in trouble: the UFO assault on Earth, Exposition Press, Hicksville (N. Y.) 1973.

(39) W. REICH, Superimposizione cosmica, cit., p. 163.

(40) IDEM, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 126.

(41) Cfr. IDEM, Analisi del carattere, trad. it., Sugar, Milano, 1973 e La funzione dell’orgasmo, cit., pp. 307-308.

(42) Cfr. ampiamente IDEM, La biopatia del cancro, trad. it., 2 voll., Sugar. Milano 1976.

(43) IDEM, L’assassinio di Cristo, cit., p. 291. Sulla fenomenologia della peste emozionale e di “piccoli uomini“, cfr. anche Ascolta, piccolo uomo, trad. it., Sugar, Milano 1973.

(44) IDEM, Psicologia di massa del fascismo, cit., pp. 126, 136-39.

(45) Ibid., p. 127.

(46) IDEM, La lotta sessuale dei giovani, cit., p. 113.

(47) Cfr. IDEM, L’irruzione della morale sessuale coercitiva, trad. it., Sugar, Milano 1972 e Individuo e Stato, cit., pp. 135-152.

(48) IDEM, L’assassinio di Cristo, cit., p. 101.

(49) IDEM, La rivoluzione sessuale, trad. it., Feltrinelli, Milano 1963.

(50) A. DEL NOCE, L’erotismo allo conquista della società, cit., p. 13.

(51) E. SAMEK LODOVICI, Metamorfosi della gnosi, cit., pp. 9-10.

(52) Così H. CORNÈLIS e A. LÉONARD, La gnosi eterna, trad. it., Edizioni Paoline, Catania 1961, pp. 81-82.

(53) R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, cit., p. 22.

(54) G. DELEUZE-F. GUATTARI, L’anti-Edipo, trad. it., Einaudi, Torino 1975, p. 332.

(55) W. REICH, La funzione dell’orgasmo, cit., p. 392.

(56) Ibid., pp. 343-45.

(57) IDEM, La rivoluzione sessuale, cit., pp. 35, 37, 39.

(58) IDEM, La lotta sessuale dei giovani, cit., pp. 113-15 e Superimposizione cosmica, cit., p. 36.

(59) IDEM, La rivoluzione sessuale, cit., p. 29.

(60) IDEM, La lotta sessuale dei giovani, cit., pp. 129, 132.

(61) IDEM, La rivoluzione sessuale, cit., p. 199.

(62) V. SCHMIDT, L’asilo psicoanalitico di Mosca, trad. it., Emme Edizioni, Milano 1972, pp. 27-28. Reich commenta che “il rigido controllo dell’evacuazione” è responsabile di “gravi turbe nella potenza orgastica“, perché “crea un senso di vergogna associato alla funzione genitale”. La Schmidt, quindi, “ha senz’altro ragione” (W. REICH, La rivoluzione sessuale, cit., p. 196).

(63) Cfr. i testi di Lenin nell’antologia Les principes du marxisme-léninisme, Progress, Mosca 1961, pp. 875-76

(64) IDEM, Psicologia di massa del fascismo, cit., pp. 225, 230.

(65) IDEM, L’assassinio di Cristo, cit., p. 229.

(66) Per riprendere il titolo dell’opera di G. QUISPEL (Zurigo 1951).

(67) W. REICH, L’assassinio di Cristo, cit., pp. 112-125.

(68) I. OLLENDORF REICH, Wilhelm Reich, biografia da vicino, cit., p. 204.

(69) Cfr. O. RAKNES, Wilhelm Reich e l’orgonomia, cit., pp. 103-106.

(70) W. REICH, L’assassinio di Cristo, cit., p. 276.

(71) In Testi gnostici cristiani, cit., p. 130. Anche Basilide paragona il “perfetto” gnostico al bambino (ibid., pp. 93-94).

(72) W. REICH, L’assassinio di Cristo, cit., p. 35.

(73) R. DADOUN, Cento fiori per Wilhelm Reich, cit., p. 178. Cfr. G. BATAILLE, Nietzsche et les fascistes, in Oeuvres Complètes, vol. I. Gallimard, Parigi 1970, p. 371.

(74) F. NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra, trad. it., Adelphi, Milano 1976, vol. I, p. 146.

 

 

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