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La via della pace nella società e nella Chiesa passa anche attraverso la pace fra i sessi

29 Agosto 2004 - Autore: Alleanza Cattolica

Giovanni Cantoni, Cristianità n. 324 (2004)

Intervento comparso senza note, con il titolo Un documento pacificatore per una Natura avvelenata dai propri idoli, in Il Foglio quotidiano, anno IX, n. 216, 6-8-2004, p. 2, con qualche integrazione.

 

Quando viene pubblicato un documento magisteriale della Chiesa cattolica, in primo luogo “fa notizia”, cioè, se ne è ritenuto degno, viene “coperto” ed esposto sul mercato mediatico. Quindi — la selezione è grande — eventualmente sviscerato, cioè ne vengono esposti i contenuti. Ma raramente, se non mai, si tenta di rispondere a quesiti come: quale ne è la “qualità”? Perché tale documento adesso e non in altra occasione, dal momento che i documenti magisteriali non sono prodotti di routine, ma, appunto, storici?

Applico la tesi alla Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, datata 31 maggio 2004 e resa pubblica il 31 luglio, firmata dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con l’approvazione esplicita di Papa Giovanni Paolo II (1). Si tratta di un documento dottrinale che — prescindendo da quanto in esso riguarda la struttura della Chiesa e il sacerdozio ministeriale — costituisce punto d’interserzione fra un filone documentale costituito dalle pontificie lettera apostolica Mulieris dignitatem del 1988 (2) e Lettera alle donne del 1995 (3), e un filone relativamente nuovo delle espressioni del Magistero della Chiesa stessa. La data di nascita di quest’ultimo filone, a espressione ritmica — un testo all’anno —, coincide provvidenzialmente — altri direbbe “casualmente” — con una data fatale nella storia, nella vita, della civiltà occidentale e cristiana, magnoeuropea, il 1968, data emblematica a indicare la trascrizione di massa della rivoluzione culturale d’élite iniziata nel Rinascimento e alla quale non è disagevole collegare almeno vagiti di femminismo (4). Si tratta dei Messaggi per la Giornata Mondiale della Pace, dei quali Papa Giovanni Paolo II ha proposto una chiave di lettura — considerata la fonte, una vera e propria interpretatio authentica — nel 2003 nel Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 1° Gennaio 2004 dal titolo Un impegno sempre attuale: educare alla pace (5), qualificandone i diversi testi come “i vari capitoli di una vera e propria “scienza della pace”” (6), nella quale sono state e sono progressivamente tracciate “le coordinate del cammino da compiere per raggiungere l’ideale della pace” (7): “È nata così una sintesi di dottrina sulla pace, che è quasi un sillabario su questo fondamentale argomento: un sillabario semplice da comprendere per chi ha l’animo ben disposto, ma al tempo stesso estremamente esigente per ogni persona sensibile alle sorti della umanità.

“I vari aspetti del prisma della pace sono stati ormai abbondantemente illustrati” (8).

Ebbene, la lettera pubblicata dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo mi pare cada, benché extra ordinem — infatti non è di diretta emanazione pontificia e ha carattere più dottrinale che esortatorio —, nella categoria descritta. Quindi costituisca una sorta di maiuscola nel sillabario evocato. Cioè, si ponga accanto a esortazioni alla pace relativamente a vari rapporti sociali, intesa al ricupero della pace nella relazione fondativa di ogni altra relazione sociale, quella fra l’uomo e la donna. Allo scopo, “occorre che tale relazione sia vissuta nella pace e nella felicità dell’amore condiviso.

“Ad un livello più concreto, le politiche sociali — educative, familiari, lavorative, di accesso ai servizi, di partecipazione civica — se, da una parte, devono combattere ogni ingiusta discriminazione sessuale, dall’altra, devono sapere ascoltare le aspirazioni e individuare i bisogni di ognuno. La difesa e la promozione dell’uguale dignità e dei comuni valori personali devono essere armonizzate con l’attento riconoscimento della differenza e della reciprocità laddove ciò è richiesto dalla realizzazione della propria umanità maschile o femminile” (9).

“Solamente così può emergere in ogni uomo ed in ogni donna, in ciascuno secondo la sua grazia propria, quella “immagine di Dio” che è l’effigie santa con cui sono contrassegnati (cfr. Gn. 1, 27). Solamente così può essere ritrovata la strada della pace e della meraviglia di cui è testimone la tradizione biblica attraverso i versetti del Cantico dei Cantici in cui corpi e cuori celebrano lo stesso giubilo.

“La Chiesa certamente conosce la forza del peccato che opera negli individui e nelle società e che talvolta porterebbe a far disperare della bontà della coppia. Ma per la sua fede nel Cristo crocifisso e risorto, essa conosce ancor più la forza del perdono e del dono di sé malgrado ogni ferita e ogni ingiustizia. La pace e la meraviglia che essa indica con fiducia agli uomini e alle donne di oggi sono la pace e la meraviglia del giardino della risurrezione, che ha illuminato il nostro mondo e tutta la sua storia con la rivelazione che “Dio è amore” (1 Gv. 4, 8.16)” (10).

Basilare nella riconciliazione fra l’uomo e la donna, fondativo di ogni riconciliazione sociale — e nella Chiesa stessa — si rivela il riconoscimento della loro differenza, non espressione di un’ideologia, ma espressa dalla fisicità del fatto, com’è contemplato dalla Scrittura. E — come scrive Gustave Thibon (1903-2001) — “[…] la natura è così indebolita, così avvelenata, così delusa dai suoi idoli che non può più essere salvata che dal Dio dei cristiani” (11). Anche attraverso la “Chiesa dei cristiani” e il suo Magistero.

 

Note:

(1) Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo, del 31-5-2004.

(2) Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera apostolica “Mulieris dignitatem” sulla dignità e vocazione della donna in occasione dell’Anno Mariano, del 15-8-1988.

(3) Cfr. Idem, Lettera alle donne, del 29-6-1995.

(4) Cfr. Romeo De Maio, Donna e Rinascimento. L’inizio della rivoluzione, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1995.

(5) Cfr. Giovanni Paolo II, Un impegno sempre attuale: educare alla pace. Messaggio per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 1° Gennaio 2004, dell’8-12-2003.

(6) Ibid., n. 2.

(7) Ibidem.

(8) Ibid., n. 3.

(9) Congregazione per la Dottrina della Fede, doc. cit., n. 14.

(10) Ibid., n. 17.

(11) Gustave Thibon, Ritorno al reale. Nuove diagnosi, 1943, trad. it., in Idem, Ritorno al reale. Prime e seconde diagnosi in tema di fisiologia sociale, con Prefazione di Gabriel Marcel (1889-1973), a cura e con considerazioni introduttive di Marco Respinti, Effedieffe, Milano 1998, pp. 147-321 (p. 242).

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