Dati d’archivio del Centre Européen d’Information, Cristianità n. 184-185 (1990)
L’armamento sovietico dell’Irak
Artiglieria
3.000 cannoni trainati
500 cannoni semoventi
200 lanciarazzi multipli
66 lanciamissili terra-terra
180 lanciamissili terra-aria
Carri armati
4000 T-54 e T-55
900 T-62
circa 500 T-72
Aviazione
513 aerei da combattimento fra cui:
16 bombardieri Badger e Blinder
70 MIG-21
70 MIG-23 Flogger
25 MIG-25 Foxbat
18 MIG-29 d’attacco
30 SU-7 (attacco al suolo)
50 SU-20 (idem)
30 SU-25
Elitrasporto
160 elicotteri
Aerei da trasporto
20 AN-2
8 AN-12
8 AN-24
2 AW-26
12 IL-76
13 IL-14
Marina (5.000 uomini)
30 delle 35 motovedette da difesa costiera
5 degli 8 posamine
6 battelli anfibi
Note:
I carri armati T-72 sono più moderni degli M-60 americani.
La Cina ha fornito 1.500 carri armati, e 120 aerei da caccia.
Gli specialisti sorrideranno apprendendo che Mikhail Gorbaciov a Odessa, il 17 agosto 1990, ha assicurato che l’URSS ha fornito all’Irak “soltanto armi difensive”. A questa data, contrariamente a quanto affermato dai mass media, 1.300 militari sovietici — compresi quelli in Kuwait — si trovavano ancora all’opera nella gestione dell’apparato irakeno. George Bush ha chiesto al governo sovietico di ritirarli.
Tutti concordano nel valutare a più del 70% l’armamento irakeno di ogni tipo di provenienza sovietica; circa il 20% è venuto dalla Francia, il resto dalla Cina e da altri paesi, attraverso le ditte sottoelencate, operanti in settori direttamente o indirettamente legati alla guerra:
Austria: Delta Consult (stime, previsioni), Feneberg, AST Consult C., Emmerich-Assman, Girozentrale (banca, per il finanziamento di diversi progetti militari), Hutter und Shranz (costruzioni metalliche), Swatek und Cerny, Neue Berger (settore chimico).
Belgio: Amalgamated Trading Industries, Poudrières Réunies de Belgique.
Francia: GIAT (autoblinde leggere), Panhard/Peugeot, Luchaire, Aérospatiale (missili Milan, Hot, Exocet, Roland), Sagem, Thomson, Électronique Dassault (radar, 112 Mirage F1, e così via).
Giappone: Minolta.
Gran Bretagna: Matrix Churchill, Astra Holdings (filiale in Belgio), International Highway Transports, Walter Somers, Eagle Trust, Sheffield Forge Masters, Global Technics Cal and Management International (ricerca di miniere).
Italia: Ilva, Le Fucine (acciaierie), Banca Nazionale del Lavoro (finanziamento di esportazioni di materiali in Irak. Raymond Barre ne sarebbe uno degli amministratori).
Olanda: Melchemie (settore chimico).
Repubblica Federale di Germania: Siemens, Messerschmidt-Boelkow-Blom, Mannesman, H & H Metalform (attrezzature per la produzione di gas, l’arricchimento dell’uranio, e così via), Consen, Projecta/Gildmeister, Carl Zeiss, Daimler-Benz, Degussa, Fritz Werber, Koeber AE, Mauser, Tesa, Transtecnica, Aviatest, Rheinmetall, Sigma Chemie, Anton Eyerle, Magirus Deutz, Integra (calcolatori), WTB Walter Thosti Boswau (quattro stabilimenti per la produzione di gas nervino), Krauss-Kopf, Ludwig Hammer Sauer Informatic, Pilot Plant (settore chimico), Quast.
Spagna: Trebelan.
Stati Uniti d’America: Alacola International (settore chimico), Lumus Crest, Hewlett-Packard (elettronica), Scientific-Atlanta-Teltronix Inc., Wiltron C., United Steel and Strip Corp. (settore chimico).
Svezia: Bofors (attrezzature missilistiche).
Svizzera: Institute for Advanced Technology, Companies Inc. (settore chimico).