Presentare un libro del 1959 implica una spiegazione. Così a Perugia, dove sono stato invitato a presentare il testo del professor Plinio Correa de Oliveira intitolato Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, spiegherò la ragione dell’attualità e il contenuto di questo libro, scritto nel 1959 da un leader cattolico, docente universitario, dirigente di Azione Cattolica e deputato nel Parlamento brasiliano. E spiegherò anche perché 50 anni dopo, nel 2009, il fondatore di Alleanza Cattolica Giovanni Cantoni ritenne di preparare una nuova edizione, del cinquantenario appunto, arricchita di tanti testi dell’autore inediti in Italia.
RCR, come lo chiamano quelli che lo usano per formarsi, è un testo che inizia con una parola, crisi, che caratterizza i primi capitoli e senza la quale il testo non sarebbe stato scritto e non verrebbe neppure letto.
Infatti il libro si rivolge a coloro che, riconoscendo la crisi profonda del nostro mondo, cercano e trovano in queste pagine la proposta di una via per risanarlo.
La Rivoluzione è quel processo plurisecolare che ha portato alla scomparsa della civiltà cristiana costruita dopo l’Incarnazione, attraverso il sangue dei martiri prima del 313, la testimonianza dei monaci e l’evangelizzazione delle famiglie nei secoli successivi, fino a quando si realizzò in Occidente una vera e propria cristianità politica e giuridica, che verrà chiamata Sacro Romano Impero, mentre in Oriente permaneva un prolungamento dell’Impero romano che prese il nome dalla sua capitale, Bisanzio.
Oggi il processo di distruzione di questa civiltà è compiuto, anche se rimangono le società e le persone alle quali RCR si rivolge: “all’uomo occidentale e cristiano“, come si legge nelle prime pagine, offrendo a loro, soprattutto, la seconda parte del testo, la Contro-Rivoluzione.
Quest’ultima proposta, pure inserendosi nella tradizione della scuola controrivoluzionaria nata dalla riflessione sugli avvenimenti della Rivoluzione francese nel 1789, non vuole aggiungere una nuova riflessione dottrinale ai diversi autori controrivoluzionari del XIX secolo, ma intende offrire una prospettiva operativa, ossia rispondere al “come” fare oggi la controrivoluzione.
È nato così un “libro da fare“, come siamo soliti dire ai giovani che si accingono a leggerlo e a studiarlo, un libro da leggere e studiare in gruppo perché uno dei suoi scopi principali consiste proprio nell’essere l’occasione per la costituzione di gruppi che siano capaci di inserirsi nella società in cui vivono, per rianimarla cristianamente opponendosi a tutto ciò che la allontana dalla verità e dal bene.
Nel 1959 la Rivoluzione dominante sembrava essere la tappa rappresentata dal comunismo; vent’anni dopo il prof. Plinio scrisse per l’edizione italiana un’aggiunta in cui si interrogava sulla possibilità che il processo rivoluzionario si incamminasse lungo la strada della rivoluzione culturale e sessuale cominciata nel 1968. Oggi, ormai nel terzo millennio, anche i brandelli della cristianità di un tempo sono scomparsi sotto gli effetti del processo rivoluzionario e per chi si ispira alla scuola controrivoluzionaria è iniziata, accanto alla lotta contro la meccanica della Rivoluzione che permane, la prospettiva di costruire ambienti formati da persone e famiglie che hanno resistito alle sirene del Sessantotto e sono pronti a essere le prime luci dell’aurora di un mondo che nasce dentro il mondo che sta morendo.
Marco Invernizzi