Il vescovo di Alessandria ha scritto uno splendido intervento su “La voce alessandrina” ( www.diocesialessandria.it) dove mette in luce la tendenza totalitaria, insita nella legge da pochi giorni approvata in Francia, che punisce con la prigione e con forti ammende coloro che si opporranno all’aborto su internet, denunciandone l’iniquità oppure invitando a non commettere questo omicidio.
Quanto accaduto in Francia è solo un sintomo, per quanto estremamente grave, di una tendenza diffusa in Occidente affinché il processo di disgregazione del tessuto cristiano della società passi dalla fase liberticida a quella dell’imposizione totalitaria da parte delle istituzioni. In questo senso possiamo leggere l’attacco all’obiezione di coscienza, che non è prevista nella legge sulle unioni civili approvata dal Parlamento italiano lo scorso anno e non è prevista neppure nella proposta di legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento che di fatto introdurrebbe l’eutanasia nel nostro paese. E nello stesso senso va letto il bando di assunzione di medici non obiettori da parte dell’ospedale San Camillo di Roma, affinché possa essere praticato senza difficoltà l’aborto nelle strutture di quell’ospedale (su entrambe le vicende si possono leggere i commenti del Centro studi Livatino sul suo sito o su quello di Alleanza Cattolica).
Il vescovo alessandrino, mons. Guido Gallese, sostiene di non temere la persecuzione ma la rassegnazione. Io temo anche la prima perché ho paura di non riuscire a sopportare la violenza devastante di un regime totalitario, come lo sono stati per esempio i sistemi comunisti fino a non molti anni fa. Proprio in questi giorni è stato pubblicato uno splendido libro che traduce le memorie uscite clandestinamente dal carcere in cui si trovava in Romania durante gli anni del regime comunista del cardinale Iuliu Hossu (La nostra fede è la nostra vita. Memorie, a cura di Marco Dalla Torre, EDB 2016).
Forse abbiamo dimenticato troppo presto che cosa comporti vivere in uno Stato totalitario.
Oggi il totalitarismo si insinua attraverso altre modalità, come per esempio la manipolazione mediatica che porta al pensiero unico, ma soprattutto impedendo le condizioni della resistenza personale al potere, per esempio negando l’esercizio di quel diritto fondamentale della persona che è l’obiezione di coscienza, la quale precede ogni legge positiva.
Per evitare la persecuzione combattiamo contro la rassegnazione. Quest’ultima si può insinuare dentro di noi molto sottilmente, producendo scoraggiamento quando non vediamo i risultati dei nostri sforzi, oppure perché ci siamo colpevolmente illusi di potere raggiungere certi obiettivi facilmente. Ogni risultato comporta tempo e sacrificio e potrebbe anche non arrivare perché non dipende soltanto dalla nostra capacità ma da molti altri fattori, in primis la volontà di Dio.
Stiamo attenti e vigiliamo. Aiutiamoci reciprocamente e soprattutto impariamo ad affidarci alla preghiera, quella dell’abbandono alla divina Provvidenza, che non smette di vegliare sugli uomini.
E, nella preghiera, chiediamo la grazia di poter continuare a combattere con entusiasmo per difendere la nostra libertà e quella di chi verrà dopo di noi dai folli progetti liberticidi che minacciano il mondo.
Marco Invernizzi