• Passa al contenuto principale
  • Skip to secondary menu
  • Passa al piè di pagina
Alleanza Cattolica

Alleanza Cattolica

  • Cristianità
    • La rivista Cristianità – indici
    • Abbonarsi
    • Quaderni di Cristianità
    • Edizioni Cristianità
  • Temi
    • Libertà religiosa
    • Occidente
    • Politica internazionale
    • Famiglia
      • Matrimonio
      • Divorzio
      • Family day
      • Unioni civili
      • Omosessualità
    • Educazione
    • Vita
      • Aborto
      • Droga
      • Fine vita
  • Rubriche
    • Voce del Magistero
      • Angelus
      • Udienze
      • Regina coeli
      • Discorsi
      • Magistero episcopale
    • Dizionario del Pensiero Forte
    • Archivio film
    • Lo scaffale
    • Via Pulchritudinis
      • Santità
      • Arte
      • Architettura
      • Cinema
      • Costume
      • Iconografia
      • Letteratura
      • Musica
      • Teatro
    • Nel mondo…
      • Italia
        • Elezioni 2022
      • Africa
      • Centro america
      • Europa
      • Medio Oriente
      • Mediterraneo
      • Nord America
      • Sud America
      • Sud-est Asiatico
    • Economia
    • Interviste
    • Comunicati
    • Spigolature
    • English version
    • Versión en Español
  • Spiritualità
    • Il pensiero del giorno
    • Cammei di Santità
    • Esercizi di Sant’Ignazio
    • Le preghiere della tradizione
    • Sante Messe del mese
    • Ora di adorazione
    • Affidamento a Maria
      • Appello ai Vescovi e ai Sindaci d’Italia
      • L’affidamento alla Madonna dei Vescovi
      • Affidamento alla Madonna da parte dei sindaci
  • Lettere agli amici
  • Eventi
  • Audio e Video
    • Video
      • Riflessioni di Marco Invernizzi
      • Storia della Chiesa
      • Geopolitica
      • Islam: ieri e oggi
      • Video interviste
      • Convegni
      • Conferenze
    • Scuole estive
    • Audio
    • Radio Maria
Ti trovi qui: Home / Dalla stampa / “Nagorno-Karabakh: slitta di alcuni giorni il ritiro degli armeni, case incendiate”

“Nagorno-Karabakh: slitta di alcuni giorni il ritiro degli armeni, case incendiate”

16 Novembre 2020 - Autore: Alleanza Cattolica

da AsiaNews del 16/11/2020

Erevan ha ottenuto altri 10 giorni per evacuare il distretto di Kalbajar. Per il rappresentante azero dietro lo slittamento vi sono ragioni “umanitarie”, ma i tempi per Agdam e Latchin restano invariati. Gli abitanti danno alle fiamme le case e spostano le tombe per evitarne la profanazione. La difesa del monastero di Dadivank affidata ai russi, restano tre sacerdoti.

Erevan (AsiaNews/Agenzie) – L’Armenia ha ottenuto altri 10 giorni per effettuare le operazioni di evacuazione del distretto di Kalbajar, confinante con il Nagorno-Karabkh, che avrebbe dovuto essere consegnato all’Azerbaijan dopo l’accordo stabilito per mettere fine al conflitto. Baku ha dato il suo “assenso”, sottolinea il rappresentante del governo azero Hizmet Hajiyev, per “posticipare al 25 novembre la data limite per il ritiro delle forze armate armene e delle colonie armene illegali”. Egli ha aggiunto che dietro la decisione vi sono ragioni “umanitarie”, mentre la ritirata dagli altri due distretti (Agdam il 20 novembre e Latchin il primo dicembre) “è invariata”.

La scorsa settimana Armenia e Azerbaijan hanno firmato un accordo per mettere fine alla guerra nel Nagorno-Karabakh, regione abitata in maggioranza da armeni che da anni combatte per l’indipendenza dalla nazione azera. Per analisti ed esperti si è trattato di una resa degli armeni e una vittoria strategica della Turchia e del presidente Erdogan, che potrà così entrare nel Caucaso del sud da protagonista. Sulla vicenda sono intervenuti i patriarchi cattolici orientali, che al termine della riunione a Bkerké la scorsa settimana hanno lanciato un appello per una “vera pace”.

Le aree di Kalbajar, Agdam e Latchin erano parte dello sbarramento protettivo formato dalle forze armene, in seguito alla guerra del Nagorno-Karabakh negli anni ’90 del secolo scorso. La prospettiva di un ritorno azero ha subito provocato un esodo massiccio della popolazione di Kalbajar; in molti, prima di partire, hanno incendiato le loro abitazioni per impedire che possano finire nelle mani degli azeri, portando con sé alla partenza tutto il possibile, dalle porte alle finestre, oltre a vestiti e suppellettili, fino ai trasformatori per la produzione di energia. 

Questa mattina Charektar assomigliava a un villaggio fantasma, con decine di case incendiate dagli stessi proprietari in vista dell’esodo, abbandonato ai cani randagi uniche figure ad avventurarsi fra vie e piazze. “Questa è casa mia – afferma un proprietario – e non posso certo lasciarla ai turchi”, come vengono identificati dagli armeni gli abitanti dell’Azerbaijan. L’idea fra gli abitanti era quella di garantirsi una sistemazione stabile, prosegue l’uomo, ma “quando hanno iniziato a smantellare la centrale idroelettrica, abbiamo capito”. “Oggi – conclude – tutti bruceranno la loro casa […] ci è stato concesso fino a mezzanotte per andarcene” e prima di partire “abbiamo anche spostato la tomba dei nostri genitori”; perché “gli azeri si divertiranno a profanarle, è insopportabile”. 

Lungo le strade, soldati russi stazionano da giorni per controllare le operazioni evacuazione e pattugliare alcuni luoghi sensibili, come il monastero di Dadivank, luogo di culto armeno nella regione di Shahumian, costruito fra l’XI e il XIII secolo. Un complesso monastico che sorge a 1100 metri di altitudine ed è stato fondato da san Dad, uno dei discepoli dell’apostolo Giuda Taddeo, che negli ultimi anni ha subito alcuni interventi di restauro per preservarne la struttura in pietra, al cui interno vi è anche una chiesa-cattedrale.

In queste ore il monastero ha accolto gli ultimi pellegrini e al suo interno si sono celebrati gli ultimi battesimi, di 12 giovani donne, e improvvisati vista la situazione di emergenza. All’interno vi sono ancora tre sacerdoti armeni, fra i quali vi è anche il responsabile p. Hoyhannès. “La guardia – racconta – è affidata ai soldati russi” e l’edificio resta di proprietà “della Chiesa apostolica armena” e i fedeli “potranno continuare a venire a pregare qui”. Erevan non nasconde le proprie preoccupazioni per un patrimonio storico, religioso e culturale unico, a dispetto delle rassicurazioni di Baku che assicura di voler tutelare i luoghi di culto nei territori che passeranno sotto il suo controllo. “Le persone hanno perduto i parenti, le loro case” conclude il sacerdote. “Non vogliono perdere anche Dadivank […] noi dobbiamo pregare per la salvaguardia del nostro monastero”.

Foto da articolo

* campi obbligatori
Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla Privacy per avere maggiori informazioni.

Controlla la tua posta in entrata o la cartella spam adesso per confermare la tua iscrizione.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su X (Si apre in una nuova finestra) X
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra) Facebook
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra) LinkedIn
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra) WhatsApp

Correlati

Archiviato in:Dalla stampa

Footer

Alleanza Cattolica

Viale Parioli 40, 00197 Roma
tel. +39 349 50.07.708
IBAN: IT59N0623012604000030223995
info@alleanzacattolica.org

Privacy Policy

CRISTIANITA SOCIETÀ COOPERATIVA

Largo Toscanini n. 5 – 27058 – Voghera (PV)
tel. +39 349 50.07.708
C.F./IVA 00255140337

Chi siamo

  • Presentazione
  • Statuto
  • Riconoscimento ecclesiale
  • Decreto Indulgenza
  • Inter nos
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • WhatsApp
  • YouTube

Copyright © 2025 Alleanza Cattolica · Accedi