San Vincenzo di Lerino, Cristianità n. 19-20 (1976)
Regola per distinguere la verità cattolica dall’errore
Nella […] Chiesa Cattolica bisogna avere la più grande cura nel ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti. Questo èveramente e propriamente cattolico, secondo l’idea di universalità racchiusa nell’etimologia stessa della parola. Ma questo avverrà se noi seguiremo l’universalità, l’antichità, il consenso generale. Seguiremo l’universalità se confesseremo come vera e unica fede quella che la Chiesa intera professa per tutto il mondo; l’antichità, se non ci scostiamo per nulla dai sentimenti che notoriamente proclamarono i nostri santi predecessori e padri; il consenso generale, infine, se, in questa stessa antichità, noi abbracciamo le definizioni e le dottrine di tutti, o quasi, i Vescovi e i Maestri.
Come, dunque, dovrà comportarsi un cristiano cattolico se qualche piccola frazione della Chiesa si stacca dalla comunione con la fede universale?
– Dovrà senz’altro anteporre a un membro marcio e pestifero la sanità del corpo intero.
Se, però, si tratta di una novità eretica che non è limitata a un piccolo gruppo, ma tenta di contagiare e contaminare la Chiesa intera?
– In tal caso, il cristiano dovrà darsi da fare per aderire all’antichità, la quale non può evidentemente essere alterata da nessuna nuova menzogna.
E se nella stessa antichità si scopre che un errore è stato condiviso da più persone, o addirittura da una città, o da una provincia intera?
– In questo caso avrà la massima cura di preferire alla temerità e all’ignoranza di quelli, i decreti, se ve ne sono, di un antico concilio universale.
E se sorge una nuova opinione, per la quale nulla si trovi di già definito?
– Allora egli ricercherà e confronterà le opinioni dei nostri maggiori, di quelli soltanto però che, pur appartenendo a tempi e luoghi diversi, rimasero sempre nella comunione e nella fede dell’unica Chiesa Cattolica e ne divennero maestri approvati. Tutto ciò che troverà che non da uno o due soltanto, ma da tutti insieme, in pieno accordo, è stato ritenuto, scritto, insegnato apertamente, frequentemente e costantemente, sappia che anch’egli lo può credere senza alcuna esitazione.
* SAN VINCENZO DI LERINO *
Il Commonitorio, trad. it., Edizioni Paoline, Alba 1968, pp. 61-64.