Denunciate le cause dell’ “autodemolizione” della Chiesa
«È VENUTA L’ORA DI DIR BASTA A QUESTO SISTEMATICO TRADIMENTO DELLA FEDE»
Con queste parole si conclude – e in queste parole praticamente si sintetizza – una importante puntualizzazione di S. E. Rev.ma Mons. Arrigo Pintonello, meritevole di vasta risonanza e di attenta meditazione.
Mons. Pintonello, arcivescovo, già rettore dei seminari regionali di Viterbo e di Salerno, e membro della Commissione Ecumenica dei Seminari, l’ha affidata al numero del dicembre scorso della rivista Seminari, dove compare con appropriato rilievo alle pagine 1 e 2.
Il testo del documento, che offriamo con entusiasmo all’attenzione dei nostri lettori, si caratterizza anzitutto per la concisione, che però non danneggia minimamente, rende anzi più efficace la forma della presa di posizione dell’illustre prelato.
Ogni cattolico attento è infatti perfettamente in grado di confortare ciascun punto del testo con la sua personale esperienza, con una documentazione destinata a rimanere quasi certamente «inedita», ma che non per questo ha meno valore.
Ogni comune cattolico non può non sentire una certa emozione, trovando sintetizzato con opportunità, pertinenza, e autorevolezza quanto, spesso, solo vagamente intuisce e forse impropriamente esprime, o ancora più spesso tace, timoroso di diventare bersaglio del terrorismo neomodernista.
Se la portata del documento è quasi certamente apprezzabile con una certa facilità – e da questo ci auguriamo gran bene, e per questo a esso diamo tutta la diffusione compatibile con le nostre possibilità -, merita di essere notato e fatto notare come esso venga da un ecclesiastico dotato di particolare esperienza, e quindi sensibilità, per i problemi relativi alla formazione dei nuovi sacerdoti, che sono condizione importantissima per la sanità dei fedeli e quindi per la conversione del mondo. Come non ricordare la sentenza di sant’Alfonso secondo cui «i buoni costumi e la salvezza delle popolazioni dipendono dai buoni pastori»? Come dimenticare il proverbio Qualis pastor, talis paroecia; Quale il parroco, tale la parrocchia?
Queste brevissime considerazioni sarebbero però gravemente lacunose, se trascurassimo di sottolineare quello che, se non è il pregio maggiore dell’autorevole puntualizzazione, è almeno il suo primo merito, e cioè, ci si perdoni il gioco apparente, il fatto di esistere, di essere stata non solo pensata, ma coraggiosamente esposta al pubblico, dopo essere stata rigorosamente formulata e – immaginiamo – profondamente meditata.
Leggendo e rileggendo le precise e icastiche espressioni affidate dall’illustre e valoroso prelato al suo conciso pronunciamento – di cui ci facciamo premurosamente e umilmente eco -, sentiamo, attualissima e urgente, la confessione del grande sant’Ilario, vescovo di Poitiers: «Ho paura del pericolo che corre il mondo, della responsabilità del mio silenzio, del giudizio di Dio».
Mons. Arrigo Pintonello ha provato di avere questi santi timori, e ha agito di conseguenza. Più timorosi di Dio che degli uomini, seguiamo la via che ci indica, e ci auguriamo non resti solo.