Cent’anni fa, esattamente il 13 ottobre 1917, si concludevano le sei apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima. Due di loro, Giacinta (1910-1920) e Francesco (1908-1919), sarebbero morti nel giro di pochi mesi, dopo avere trascorso la loro breve vita glorificando Dio e offrendo sacrifici per la conversione dei peccatori. La terza, Lucia, sarebbe divenuta quasi centenaria (1907-2005), per accompagnare la diffusione del Messaggio nella Chiesa e nel mondo.
Sabato 14 ottobre, a Milano, Alleanza Cattolica celebrerà questo importante avvenimento che ha sempre accompagnato la vita dell’associazione con un convegno in cui si cercherà, con l’aiuto di importanti studiosi, di cogliere il legame fra il Messaggio mariano e la Rivoluzione russa, culminata pochi giorni dopo l’ultima apparizione con la presa del potere da parte dei bolscevichi in Russia.
È un legame importante, quello fra Fatima e la Rivoluzione russa, per comprendere la modernità e anche il tempo successivo, quello in cui stiamo vivendo. Infatti, qualsiasi interpretazione del Messaggio non può prescindere da quel richiamo esplicito alla Russia che la Madonna fa, annunciando la diffusione del comunismo nel mondo, la persecuzione contro la Chiesa, ma anche la conversione della stessa Russia e il periodo di pace che sarebbe seguito a questa conversione.
Sarebbe un errore piegare il Messaggio al solo aspetto geo-politico, ma sarebbe altrettanto grave dimenticare volutamente questo aspetto, come ha fatto notare il più grande mariologo italiano, il padre monfortano Stefano De Fiores (1933-2012) nel suo libro Il segreto di Fatima. Una luce sul futuro del mondo (San Paolo, 2008).
Le tre parti del Messaggio sono la possibilità dell’inferno, la realtà del comunismo e la persecuzione subìta dalla Chiesa: Maria invita alla via della conversione attraverso la devozione al Cuore immacolato di Maria per ottenere un tempo di pace grazie al trionfo, fra gli uomini, del Cuore della Madre. Un trionfo all’interno del tempo storico, non solo alla fine dei tempi.
Cercheremo di custodire e trasmettere la convinzione che ci sarà veramente un tempo di pace in cui gli uomini riconosceranno la Regalità di Maria, convertendosi, convinti, come ha spiegato Papa Benedetto XVI nel 2010 a Fatima, che le apparizioni non sono soltanto una chiave di lettura del Novecento, ma anche un messaggio di speranza di fronte alle persecuzioni che la Chiesa subisce ancora oggi, dall’esterno, ma anche dall’interno del suo corpo.
In questi giorni avverranno anche altri avvenimenti importanti.
Il primo riguarda la preghiera e il digiuno promossi per venerdì 13 ottobre, alle 17.30, dall’Associazione italiana accompagnatori santuari mariani, sulla scia di quanto avvenuto il 7 ottobre sui confini della Polonia. L’iniziativa ha l’obiettivo di rinnovare la consapevolezza delle radici cristiane dell’Europa e di allontanare il pericolo rappresentato dal terrorismo islamico, ormai presente anche nelle città europee. Mi sembra una bella iniziativa da raccogliere e rilanciare.
Il secondo riguarda il Venezuela, dove domenica si svolgeranno le elezioni regionali. Queste elezioni sono nate male, imposte dal governo ad una piazza esausta, che l’opposizione partitica ha accettato con un compromesso che forse si sarebbe potuto evitare o procrastinare. La Conferenza episcopale ha comunque invitato a pregare per questo evento politico, perché aiuti il Paese a uscire dalla tragedia nella quale è stato immerso dal regime di Maduro e dalla sua ideologia socialista e chavista. Noi pregheremo perché il povero popolo del Venezuela possa uscire dall’incubo il prima possibile e ritrovare la pace e la serenità.