di Silvia Scaranari
«Senza la domenica non possiamo vivere», questa la risposta che nel 304 diede al proconsole romano un gruppo di cristiani nordafricani, catturati perché sorpresi a celebrare il Santo Sacrificio nonostante i severissimi divieti emessi dall’Imperatore Diocleziano. Parte da questo ricordo il Santo Padre durante l’udienza generale di mercoledì 8 novembre mentre annuncia che, dopo il lungo ciclo sulla speranza, «iniziamo oggi una nuova serie di catechesi, che punterà lo sguardo sul “cuore” della Chiesa, cioè l’Eucaristia. È fondamentale per noi cristiani comprendere bene il valore e il significato della Santa Messa, per vivere sempre più pienamente il nostro rapporto con Dio».
L’Eucarestia è per noi necessaria come l’aria che respiriamo, come l’acqua che beviamo perché lo stesso Gesù – come ricorda il Papa – ha detto Gesù ai discepoli: «Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6. 53-54).
Il Santo Sacrificio della Messa è «[…] un avvenimento meraviglioso nel quale Gesù Cristo, nostra vita, si fa presente. Partecipare alla Messa «è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo» (Omelia nella S. Messa, Casa S. Marta, 10 febbraio 2014 ).
Tante volte i fedeli partecipano al Santo Sacrificio senza una piena consapevolezza di quello che stanno facendo: sbadigliano, parlano, si distraggono senza pensare a chi hanno davanti. Se incontrassimo un grande cantante, un divo del cinema, un famoso scienziato o, come dice il Papa, il presidente della repubblica, saremmo tutti pronti a fare ressa pur di stringergli la mano, farci fare un autografo ed invece, a messa, quando abbiamo di fronte Dio, il Creatore dell’universo, il nostro Salvatore, ci permettiamo di annoiarci.
Il rito della Messa è ricco di significati che devono essere conosciuti per una partecipazione consapevole, a patire dal segno della croce. Il Pontefice invita i genitori a insegnare bene ai bambini a fare il segno della croce, non un gesto distratto e confuso, perché «così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Questo vuol dire che noi siamo redenti con la croce del Signore. Guardate i bambini e insegnate loro a fare bene il segno della croce».
È molto importante «[…] tornare alle fondamenta, riscoprire ciò che è l’essenziale, attraverso quello che si tocca e si vede nella celebrazione dei Sacramenti» soprattutto per l’Eucarestia perché «partecipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore».
Il Santo Padre ci condurrà quindi nelle prossime settimane in una scoperta della «[…] bellezza che si nasconde nella celebrazione eucaristica, e che, una volta svelata, dà senso pieno alla vita di ciascuno».