Roberto De Mattei, Cristianità n. 37 (1978)
Nella penisola indocinese martirizzata dal comunismo
LA MADONNA DI FÁTIMA RICORDA IL VIETNAM
L’opinione pubblica occidentale sembra avere dimenticato l’esistenza della penisola indocinese, improvvisamente scomparsa dai giornali, come risucchiata negli abissi del «GULag», all’indomani della «liberazione» comunista (1). Ma il velo di sinistro silenzio, caduto sul martirio del Vietnam e delle altre popolazioni indocinesi nella primavera del 1975, è stato squarciato, in questi tre anni, dagli echi frammentari della resistenza, anche attiva e armata, che i cattolici vanno opponendo agli oppressori, rifiutando gli insistenti inviti alla «collaborazione» con il nuovo regime di una parte delle stesse gerarchie ecclesiastiche (2). Accanto a queste notizie, un’altra, straordinaria, è riuscita a filtrare in Occidente: quella della grande apparizione mariana avvenuta nel santuario della Madonna di Fatima, a pochi chilometri da Saigon, il 28 dicembre 1975 (3). Una notizia che vale la pena di riportare, perché ha infiammato di speranza i vietnamiti e attirato l’attenzione dei cattolici anticomunisti di tutto il mondo: la prova che il Vietnam, abbandonato dagli uomini, non è stato abbandonato dalla Madonna.
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Ho-Ngoc-Anh, il protagonista di questo miracolo, ha oggi ventotto anni. Volontario nelle Forze Speciali vietnamite, nel 1970 fu paracadutato al Nord per una missione di sabotaggio. Venne però catturato dai comunisti e barbaramente torturato fino a divenire paralitico e a perdere l’uso della parola. Ma il giovane sopportò con coraggio le terribili sofferenze, rimettendosi completamente nelle mani della Madonna e recitando ininterrottamente il rosario con la punta delle dita.
Nel 1973, grazie a uno scambio di prigionieri tra Hanoi e Saigon, Anh riuscì a riacquistare la libertà. Dopo avere invano cercato la guarigione negli Stati Uniti, fu ricoverato, come invalido permanente, nell’ospedale Cong-Hoa nei pressi di Saigon. Fu lì che lo colse la «liberazione», il 30 aprile 1975. Ripreso dai comunisti, fu nuovamente malmenato, perché accusato di «denigrare la Rivoluzione»; quindi, definitivamente cacciato dall’ospedale. Il giovane invalido riuscì tuttavia a trovare rifugio presso la famiglia di una infermiera cattolica, che accettò di ospitarlo. Anh poté dunque continuare, come faceva fin da quando era in ospedale, a spingersi faticosamente, con la sua carrozzella, al santuario dedicato alla Madonna di Fatima al Ponte di Binh-Loi, a sette chilometri da Saigon, dove sostava lunghe ore in preghiera. Infine, un giorno, la Madonna gli parlò. «Figlio mio – gli disse – vai a passare il Natale presso la tua famiglia a Tan-Uyen, poi ritorna qui il 28 dicembre (1975). Io ti guarirò. Alla messa delle nove ti comunicherai e berrai l’acqua della fonte vicino alla cappella. Allora sarai guarito».
Il giovane raggiunse la famiglia, che viveva in una lontana contrada del paese, per tornare, il 27 dicembre, al santuario, con l’intenzione di passarvi la notte in preghiera.
Trovò però chiuse le porte della chiesa, e fu costretto a restare all’esterno, accanto a una finestra dalla quale si poteva scorgere l’immagine della Madonna. Passò così lunghe ore della notte, sgranando il rosario, sotto gli occhi incuriositi di due guardie comuniste che sorvegliavano il santuario. Tutt’a un tratto le guardie videro la chiesa illuminarsi e il soldato paralitico scomparire. Corsero alla finestra e lo videro all’interno della chiesa, davanti alla immagine della Madonna, avvolto in una luce straordinaria. Il giovane, non potendo parlare, scriveva, e porgeva biglietti che, arrivati alla Madonna, scomparivano. La Madonna parlava, ma le guardie, a cui si erano aggiunti altri quattro compagni, non potevano udire cosa dicesse. Poi il soldato si ritrovò nuovamente all’esterno della chiesa, rivestito degli abiti nuovi che aveva portato da casa per indossarli l’indomani, alla messa delle nove.
Giunse la mattina e Anh, stringendo sempre il rosario tra le mani, si presentò alla messa, celebrata da padre Bo, domenicano. Dopo essersi comunicato, chiese un bicchiere di acqua della fonte indicata dalla Madonna. Appena bevuto, sentì a poco a poco, tornargli le forze e la parola e, piangendo e ripetendo «Madre mia! Madre mia!», si alzò dalla sua sedia a rotelle.
Anh parlava e camminava perfettamente. Confermò quanto già avevano testimoniato le guardie comuniste: la Madonna gli era apparsa all’alba, gli aveva comunicato un segreto, proibendogli di rivelarlo, e gli aveva promesso di continuare ad apparirgli il 14 di ogni mese, nello stesso luogo, alle dieci del mattino. Mentre la notizia dell’accaduto si diffondeva nel paese e iniziava l’afflusso dei pellegrini, nei mesi successivi si ebbero le apparizioni promesse. Nell’ultima di cui siamo a conoscenza, del luglio 1976, la Madonna disse ad Anh: «Tornerò qui il 28 dicembre 1980 e mi attenderanno grandi moltitudini». Da allora si sono perse le notizie del giovane Anh; gli ultimi profughi raccontano che il movimento di pellegrinaggio si va però facendo sempre maggiore, e che i comunisti non hanno, fino a ora, osato toccare il santuario. La popolazione cattolica del Vietnam interpreta le ultime parole della Madonna come la promessa che nel 1980 la loro patria sarà liberata dall’oppressione comunista …
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Non è la prima volta che giungono in Occidente notizie di apparizioni mariane nei paesi caduti sotto il giogo comunista, quasi che, dove più forte è la concentrazione del male, il soprannaturale voglia imporre la sua presenza, come segno di imminente vittoria. Così, il corpo martoriato del giovane soldato sembra incarnare l’infelice destino del suo popolo, e la sua miracolosa guarigione prefigura il vittorioso ritorno del Vietnam alla legge cristiana grazie alla intercessione della Madonna. Ma i messaggi mariani sono, come sempre, rivolti a tutti gli uomini, e ognuno di noi può riconoscere nel povero soldato paralitico l’immagine della propria debolezza nella lotta, assolutamente sproporzionata, che i cattolici oggi conducono contro la Rivoluzione comunista nel mondo. A chi, come Anh, continua a combattere e a sperare contro ogni speranza, la Madonna può restituire la forza della voce e l’energia dei movimenti necessarie per il risveglio e il trionfo finale nella buona battaglia. Una consolante prospettiva confortata dalla scelta del luogo dell’apparizione: un santuario dedicato alla Madonna di Fátima, quella Madonna che, per lo storico contenuto del suo messaggio, può a pieno titolo essere definita come «Madonna della Contro-Rivoluzione» (4).
ROBERTO DE MATTEI
Note:
(1) Lo sforzo della stampa progressista internazionale è oggi quello di contrapporre artificiosamente gli orrori della Cambogia filo-cinese alla «moderazione» del Vietnam filo-sovietico. Esemplari, in questo senso, gli articoli di Giuliano Zincone sul Corriere della Sera, dedicati al conflitto che oppone oggi i due paesi comunisti «fratelli».
(2) Notizie sulla resistenza anticomunista in Vietnam ci vengono offerte dalla Voix du Vietnam libre, organo delle Forze del Vietnam Libero, con sede in Parigi, 3 Villa Spontini. In un articolo dedicato a Il Vietnam e la Chiesa dopo l’«affare Vinh So», Massimo Loche, sull’Unità del 27-2-1976, dava per certo che in Vietnam «esistono, soprattutto tra la popolazione cattolica, gruppi tenacemente attaccati al passato e ferocemente anticomunisti», contrapponendo a essi «gli sforzi dell’arcivescovo di Saigon Nguyen Van Binh per creare tra i cattolici uno spirito di collaborazione con le nuove autorità». Mons. Binh è stato ricevuto dal S. Padre il 9 dicembre 1977, mentre non si hanno notizie precise dell’ausiliare mons. Thuan, da tempo in campo di concentramento. Di quest’ultimo, esponenti del Comitato nazionale Italia-Vietnam, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Roma, si sono limitati a dichiarare che è noto come «lefevriano». Cfr. Avvenire, 25-5-1977.
(3) La notizia, pubblicata nel numero di settembre-ottobre 1977 della rivista Soul, organo della Blue Army, è rimbalzata in America Latina attraverso i canali della Agência Boa Imprensa. In Italia è stata riportata dal quotidiano romano Vita, in due articoli, a firma Il minutante, del 19 gennaio e del 23 febbraio 1978. Oltre a questo materiale, abbiamo avuto l’opportunità di attingere direttamente al testo integrale dell’intervista fatta da padre Trân-Phuc-Long a padre Tran-Ngoc-Thu, a Plymouth, Pennsylvania, il 30 ottobre 1976, che costituisce la più attendibile testimonianza sull’avvenimento. Padre Thu, dottore in teologia e filosofia, fu infatti, fin dal 1954, segretario della Delegazione Apostolica della Santa Sede in Vietnam, e in questa veste poté restare a Saigon fino al 28 agosto del 1976. data in cui fu espulso dal paese. Ebbe dunque la possibilità di recarsi sul luogo delle apparizioni e di parlare personalmente con il rettore del Santuario e con lo stesso protagonista del miracolo.
(4) Cfr. ANTONIO A. BORELLI MACHADO, Le apparizioni e il messaggio di Fátima, trad. it., Cristianità, Piacenza 1977, p. 75.