di Donald John Trump, Cristianità n. 388 (2017)
Traduzione redazionale del discorso pronunciato dal presidente federale degli Stati Uniti d’America Donald John Trump il 13-10-2017, intervenendo nel Values Voter Summit, «Summit di chi vota in base ai valori», svoltosi nell’Omni Shoreham Hotel, di Washington, diffuso dall’Ufficio stampa della Casa Bianca con il titolo Remarks by President Trump at the 2017 Values Voter Summit (nel sito web <https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2017/10/13/remarks-president-trump-2017-values-voter-summit>. Tutti i siti web citati nelle note al testo sono stati consultati il 10-12-2017). Sono redazionali il titolo, ricavato dal testo, le note a piè di pagina e gli inserti fra parentesi quadre. Nella traduzione sono stati omessi riferimenti contingenti, gli applausi ed epressioni proprie dello stile parlato come le ripetizioni e le indicazioni pleonastiche.
«Per Dio e per la patria»
[…] È grandioso essere nuovamente qui con così tanti amici al Values Voter Summit 2017, e noi sappiamo che cosa ciò significhi. Gli Stati Uniti d’America sono una nazione di credenti, e quel che ci rafforza e ci sostiene come popolo è la potenza della preghiera. Siamo qui riuniti per questo evento straordinario, e i nostri cuori si rattristano e si affliggono per le vittime dell’orribile massacro avvenuto la settimana scorsa a Las Vegas (1). È stato un gesto di malvagità pura. Ma, sulla scia di quell’orrore, siamo stati anche testimoni del vero carattere della nostra nazione. Con il proprio corpo, una madre ha fatto scudo alla figlia per proteggerla dalle pallottole. Un marito è morto per proteggere la moglie che amava. Estranei hanno soccorso altri estranei, e i poliziotti… li avete visti, tutti quegl’incredibili poliziotti, quanto sono stati coraggiosi, quanto sono stati grandi nel mettersi a correre sotto il fuoco. E i paramedici, accorsi nel mezzo del pericolo. Gli americani sfidano il male e l’odio con il coraggio e con l’amore. Gli uomini e le donne che rischiano la vita per salvare i propri concittadini rendono testimonianza alle parole della Scrittura: «La luce brilla nelle tenebre e le tenebre non l’hanno sopraffatta» (2).
Siamo vicini anche ai milioni di persone che soffrono a causa dei grandi incendi che stanno devastando la California e a causa degli uragani catastrofici che hanno colpito la costa del Golfo del Messico, Porto Rico e le Isole Vergini Statunitensi.
[…] Quando il nostro Paese è unito, nessuna forza al mondo può spezzarci. Amiamo le nostre famiglie. Amiamo i nostri vicini. Amiamo il nostro Paese. Tutte le persone presenti qui oggi sono unite dagli stessi valori eterni e condivisi. Noi riveriamo la dignità sacra di ogni vita umana.
Crediamo in famiglie forti e in comunità sicure. Onoriamo la dignità del lavoro. Difendiamo la nostra Costituzione. Proteggiamo la libertà religiosa Consideriamo la nostra libertà un tesoro. Siamo orgogliosi della nostra storia. Sosteniamo il rule of law (3) e quegl’incredibili uomini e donne che applicano la legge. Celebriamo i nostri eroi e salutiamo ogni americano che indossa l’uniforme. Rispettiamo la nostra grande bandiera americana. E ci riconosciamo nelle usanze, nelle convinzioni e nelle tradizioni che ci definiscono come nazione e come popolo.
George Washington [1732-1799] ha detto che «[…] la religione e la morale sono indispensabili» (4) per la felicità — proprio così — e per la prosperità degli Stati Uniti, e certamente per i loro successi. Sono la nostra fede e i nostri valori che c’ispirano a dare con carità, ad agire con coraggio e a sacrificarci per ciò che sappiamo essere giusto.
I Fondatori degli Stati Uniti hanno invocato il Creatore quattro volte nella Dichiarazione d’indipendenza. Come sono cambiati i tempi. Ma sapete una cosa? Ora stanno cambiando ancora. Ricordatevelo.
Benjamin Franklin [1706-1790] ricordò ai colleghi della Convenzione costituzionale d’iniziare i lavori chinando la testa in preghiera.
La libertà religiosa è consacrata dal primo di tutti gli emendamenti di cui si compone il Bill of Rights (5). E tutti noi giuriamo fedeltà — in maniera davvero molto bella — a «una sola Nazione al cospetto di Dio» (6).
Questo è il patrimonio degli Stati Uniti d’America, un Paese che non dimentica mai che siamo tutti — tutti, ognuno di noi — creati dallo stesso Dio del Cielo.
Quando l’anno scorso venni a parlare con voi, vi feci delle promesse. Bene, una delle promesse che vi feci era che sarei tornato. Visto? E quest’anno non ho nemmeno bisogno del vostro voto, giusto? Così è anche meglio.
Ma promisi che, con un’Amministrazione Trump, il patrimonio religioso del nostro Paese sarebbe stato riverito, protetto e difeso come mai prima. È quanto sta accadendo. Lo vedete ogni giorno. Lo leggete.
Così, stamane sono onorato ed emozionato di tornare qui e di essere il primo presidente in carica a rivolgersi a questa incredibile riunione di amici, così tanti amici.
[…] Dunque sono qui per ringraziarvi del vostro sostegno e per condividere sia le modalità con cui stiamo mantenendo quella promessa — la difesa dei nostri valori condivisi — sia le modalità con cui, nel farlo, stiamo persino ridando forze agli Stati Uniti che amiamo.
Negli ultimi dieci mesi abbiamo dato seguito a una promessa dopo l’altra. Non ho stilato un programma, ma se lo avessi fatto ora direi che siamo considerevolmente avanti.
Alcune di quelle promesse riguardano il sostegno e la difesa della Costituzione federale. Ho nominato e ottenuto la conferma di un nuovo giudice della Corte Suprema federale del medesimo stampo dello scomparso, grande giudice Antonin Gregory Scalia [1936-2016], il giudice Neil McGill Gorsuch.
Per proteggere i bambini non ancora nati, ho ripristinato una prassi adottata per primo dal presidente Ronald Wilson Reagan [1911-2004], la «Mexico City Policy» (7). Per proteggere la libertà religiosa, compresa quella di comunità come questa, ho firmato una nuova azione esecutiva nel corso della bella cerimonia svoltasi alla Casa Bianca in occasione del National Day of Prayer (8), giorno che abbiamo reso ufficiale.
Fra gli altri numerosi passi storici intrapresi, ricordo l’ordine esecutivo con cui ho mantenuto una delle promesse più importanti che ho fatto a così tanti di voi durante la campagna elettorale, ossia evitare che l’orrendo «Emendamento Johnson» interferisca con i diritti che vi derivano dal Primo Emendamento alla Costituzione federale (9). Non permetteremo ai funzionari del governo di censurare i sermoni o di prendere di mira i nostri pastori, i nostri ministri di culto o i rabbini. Sono persone che vogliamo sentir parlare e nessuno li metterà più a tacere.
Proprio la scorsa settimana, in base a quest’azione esecutiva, il ministero della Giustizia ha emesso nuove linee guida a tutte le agenzie federali per garantire che nessun gruppo religioso sia mai più preso di mira nel corso del mio mandato (10). Non succederà più.
Abbiamo preso provvedimenti anche per proteggere la libertà di coscienza di realtà come le Piccole Sorelle dei Poveri (11). Sapete che cosa abbiano passato. Hanno patito l’inferno. E poi, improvvisamente, hanno vinto. Chiedendosi: «Com’è potuto succedere?».
Voglio peraltro sottolineare che le Piccole Sorelle dei Poveri ed altre realtà religiose analoghe sono animate da una vocazione meravigliosa, e noi non permetteremo che i burocrati impediscano loro di viverla o ne conculchino i diritti.
Stiamo bloccando sul nascere tutti gli attacchi ai valori giudeo-cristiani. E vi è una cosa che ho ripetuto spesso nel corso degli ultimi due anni, ma che ripeterò ancora man mano che ci avvicineremo alla fine dell’anno. Lo sapete, ci stiamo avvicinando a quel bellissimo periodo del Natale di cui la gente non parla più. Non si usa più la parola «Natale» perché non è politicamente corretta (12). Andate in un centro commerciale e vi dicono: «Buon anno nuovo» e altre cose del genere. C’è il rosso dappertutto, ci sono le decorazioni, ma sapete una cosa? Noi torniamo a dire «Buon Natale».
E come regalo di Natale a tutte le nostre famiglie di grandi lavoratori speriamo che il Congresso federale approvi i massicci tagli delle tasse che abbiamo pensato per il popolo americano. Quei tagli comprendono l’incremento delle detrazioni per i figli e la loro estensione per eliminare le penalizzazioni fiscali che colpiscono le coppie sposate. Perché noi sappiamo che la famiglia è la vera roccia su cui poggia la società statunitense. È proprio così. È un momento entusiasmante perché stiamo davvero lavorando sodo e, se tutto va per il verso giusto, il Congresso ce la farà (13).
Avete visto cosa abbiamo fatto ieri in merito all’assistenza sanitaria (14). Procediamo un passo alla volta. Quello di ieri è stato un passo grande. Un pezzo alla volta [l’«Obamacare»] cadrà e così il nostro Paese riuscirà ad avere un grande sistema sanitario. A causa del Congresso, stiamo seguendo una strada un po’ diversa da quella che avevamo previsto giacché spesso i parlamentari si dimenticano le promesse fatte. Ma sapete una cosa? Alla fine sarà un’azione ugualmente efficace e magari persino migliore.
Troppo a lungo la classe politica ha cercato di centralizzare il potere nelle mani di un piccolo gruppo di persone della capitale. I burocrati pensano di poter gestire le nostre vite, di poter eliminare i nostri valori, di potersi impicciare della nostra fede e di poterci dire come vivere, ciò che dobbiamo dire e come dobbiamo pregare. Ma noi sappiamo che sono i genitori, non i burocrati, a sapere com’è meglio crescere i figli e a sapere come creare una società prospera.
Sappiamo che la fede e la preghiera, non le regolamentazioni federali… a proposito, stiamo riducendo quelle regolamentazioni come mai prima d’ora. In nove mesi abbiamo eliminato più regolamentazioni di quanto abbia fatto qualsiasi altro presidente in tutto il proprio mandato. Stiamo lavorando, insomma. E questa è una delle ragioni principali, assieme alla passione per la produzione, per gli affari e per i posti di lavoro… a proposito, i posti di lavoro stanno ritornando… quella — cioè le regolamentazioni, ovvero il modo in cui vi abbiamo messo mano — è una delle ragioni principali per cui la Borsa ha appena raggiunto uno dei propri massimi storici. A partire dal giorno della mia elezione alla presidenza, solo considerando i mercati pubblici, è stato raggiunto un valore di 5,2 trilioni di dollari. Pensateci: 5,2 trilioni di dollari. E, come avete visto, il livello di entusiasmo è il più alto di sempre mentre il tasso di disoccupazione è il più basso da diciassette anni a questa parte. Insomma, stiamo davvero facendo qualcosa.
Sappiamo che sono le famiglie e le Chiese, non i funzionari pubblici, a sapere come meglio creare comunità forti e caritatevoli. E soprattutto sappiamo questo: che negli Stati Uniti non si adora il governo, si adora Dio. Mossi da questa convinzione, stiamo ridando chiarezza morale alla nostra visione del mondo e alle molte, gravi sfide con cui ci stiamo confrontando (15). Oggi pomeriggio, fra poco, terrò un discorso sull’Iran, un Paese terrorista come pochi altri. E credo che lo troverete molto interessante (16).
Ieri sono successe alcune cose che riguardano il Pakistan (17) e io ho affermato apertamente che quel Paese si è approfittato per anni degli Stati Uniti, ma che da ora inizieremo ad avere relazioni vere con il Pakistan; e infatti il Pakistan sta tornando a rispettarci come nazione, e la stessa cosa sta accadendo con altri Paesi. Stanno tornando a rispettare gli Stati Uniti d’America e ciò è bene. Voglio dunque ringraziare le guide politiche del Pakistan per ciò che stanno facendo.
Quest’Amministrazione chiama il male con il suo nome. Sosteniamo i nostri amici e i nostri alleati, forgiamo nuove collaborazioni per perseguire la pace e agiamo con decisione contro coloro che minacciano di fare del male al nostro popolo. Saremo risoluti, perché siamo consapevoli che il primo dovere di un governo consiste nel servire i propri cittadini. Stiamo difendendo i nostri confini, proteggendo i nostri lavoratori ed applicando le nostre leggi. Lo vedete ogni singolo giorno come non lo avete visto per molti, molti anni, sempre ammesso che lo abbiate visto.
Per proteggere gl’interessi degli Stati Uniti d’America all’estero, sosterremo sempre lo Stato d’Israele, nostro caro amico e partner. Affronteremo i pericoli che minacciano la nostra nazione, i nostri alleati e il mondo intero, inclusa la minaccia rappresentata dal terrorismo di matrice islamica radicale.
Abbiamo compiuto grandi progressi nella lotta all’ISIS, progressi straordinari. Non so se avete visto cosa sta accadendo, ma contro l’ISIS abbiamo compiuto progressi davvero eccezionali. L’ISIS non è mai stato colpito così duramente come ora.
[…] L’ISIS è stato semplicemente spietato nel massacrare con efferatezza cristiani innocenti, al contempo trucidando crudelmente musulmani innocenti ed appartenenti ad altre minoranze religiose. Ma abbiamo reso le loro vite molto, molto difficili, credetemi.
In nove mesi abbiamo fatto di più contro l’ISIS di quanto l’Amministrazione precedente abbia fatto per tutta la durata del proprio mandato; molto, molto di più. E l’ISIS sta ora subendo una sconfitta dopo l’altra. Ci stiamo opponendo anche ai regimi canaglia, dall’Iran alla Corea del Nord, stiamo sfidando il dispotismo comunista di Cuba e l’oppressione socialista in Venezuela. Non cancelleremo le sanzioni contro questi regimi repressivi sino a quando essi non ripristineranno la libertà politica e religiosa dei loro popoli.
Tutti questi cattivi primi attori hanno in comune un nemico, l’unica forza che non possono fermare, la forza che sta nel profondo delle nostre anime e cioè il potere della speranza. Ecco perché, oltre alla nostra grande potenza militare, i nostri nemici temono davvero gli Stati Uniti d’America. Perché il nostro popolo non perde mai la fede, non si arrende mai e spera sempre in un domani migliore.
La scorsa settimana, Melania e io ce ne siamo ricordati in modo davvero forte quando ci siamo recati a Las Vegas. Abbiamo visitato un ospedale dove alcuni dei sopravvissuti stanno guarendo da ferite veramente orrende. Lì abbiamo conosciuto un giovane di nome Brady Cook. Ha 22 anni ed è una recluta della polizia. Quella notte [della strage] era il suo secondo giorno di lavoro sul campo… Riuscite a immaginare che cosa ciò significhi? Quando però la sparatoria è iniziata, quel giovane non ha esitato. Ha agito con coraggio incredibile, correndo sotto una gragnuola di proiettili e venendo colpito gravemente a una spalla.
Questo è ciò che Brady ci ha detto: «Non me lo aspettavo, ma è quello per cui mi sono arruolato. Quando la situazione precipita, voglio essere là a fronteggiare il male per proteggere la brava gente innocente che ne ha bisogno». Ecco un giovane uomo, un grande uomo… al suo secondo giorno di lavoro. Gli ho detto: «Brady, non preoccuparti. D’ora in poi sarà più facile». Brady è un eroe e non vede l’ora di tornare al lavoro.
Parecchie settimane fa, quando l’uragano Harvey ha colpito Houston, il proprietario di un mobilificio del posto, conosciuto in Texas come Mattress Mack, ha deciso che era venuto il momento di dare il proprio aiuto. Quando la pioggia ha iniziato ad allagare le strade della città, ha mandato i mezzi di trasporto pesante della sua azienda a soccorrere le persone isolate. Le ha fatte portare nei suoi magazzini, le ha sfamate e ha dato loro un posto asciutto e pulito dove stare, anche se questo ha comportato danni economici considerevoli ai suoi mobili.
Come ha detto Mattress Mack, «è la mia fede a definirmi, essa è ciò che io sono. Questo possiamo permettercelo [economicamente]… Ciò che invece non ci possiamo permettere — non possiamo, l’ha detto con grande forza —, ciò che non ci possiamo permettere è far perdere la speranza alla gente».
In Brady e in Mack vediamo la forza dello spirito americano. Lo spirito del coraggio e della compassione è tutto attorno a noi, ogni giorno. È il battito del cuore della nostra grande nazione. E, nonostante quel che dice la stampa, quel battito è più forte che mai. È un libro aperto. Quel battito è più forte che mai.
Vediamo questo spirito negli uomini e nelle donne che generosamente si arruolano nelle nostre forze armate rischiando davvero la vita per Dio e per la patria. Lo vediamo nelle madri e nei padri che si alzano all’alba per svolgere due e qualche volta anche tre lavori. Gente che si sacrifica per […] il futuro dei propri figli. Debbono farlo e lo fanno. Lavorano. Per loro il futuro dei figli è tutto. Lo antepongono a qualsiasi altra cosa. E si premurano che nel futuro dei loro figli vi sia Dio. Per loro è importantissimo.
Lo vediamo nelle comunità parrocchiali che si uniscono per prendersi cura l’una dell’altra, per pregare gli uni per gli altri e per rimanere saldi gli uni verso gli altri nei momenti del bisogno.
Le persone che ricolmano di grazia le nostre vite, riempiono le nostre case ed edificano le nostre comunità sono la vera forza della nostra nazione e la speranza più grande di un domani migliore.
Fino a quando saremo fieri del nostro Paese, fiduciosi nel nostro avvenire e avremo fede nel nostro Dio, gli Stati Uniti avranno la meglio.
Sconfiggeremo ogni male, supereremo ogni minaccia e affronteremo ogni sfida. Difenderemo la nostra fede e proteggeremo le nostre tradizioni. Troveremo il meglio negli altri e in noi stessi. Trasmetteremo le benedizioni della libertà e le glorie di Dio ai nostri figli. I nostri valori non verranno meno, la nostra nazione progredirà, i nostri cittadini prospereranno e la nostra libertà trionferà.
Grazie al Value Voter Summit, siete una comunità fantastica. Grazie a tutti i credenti presenti qui oggi. E grazie alle persone religiose di tutta la nostra nazione e di tutto il mondo.
Possa Dio benedirvi. Possa Dio benedire gli Stati Uniti d’America. Molte grazie a tutti voi.
Note:
(1) Il 1°-10-2017, Stephen Craig Paddock (1953-2017), uno squilibrato, ha ucciso 58 persone, ferendone numerose altre, a Paradise, nei pressi di Las Vegas, nello Stato del Nevada, sparando sul pubblico di un concerto dal 32° piano del Mandaly Bay Hotel. Al termine dell’eccidio, si è tolto la vita.
(2) Gv. 1,5. Nel testo originale la citazione scritturale compare in una delle versioni attestate in lingua inglese: «The light shines in the darkness, and the darkness has not overcome it». La traduzione ufficiale in lingua italiana della Bibbia, curata dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, nel 1974, quella disponibile sul sito della Santa Sede, rende: «la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta». L’espressione «καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν», «kai to phōs en tē scotia phainei kai hē skotia auto ou katelaben», può però essere tradotta anche come «[…] e le tenebre non l’hanno sopraffatta». Infatti, osserva l’esegeta tedesco don Rudolf Schnackenburg (1914-2002) — che Papa Benedetto XVI (2005-2013) definisce «probabilmente l’esegeta cattolico germanofono più significativo della seconda metà del secolo XX» (Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, trad. it., Mondadori, Milano 2007, p. 11) —, «Origene [185-254], e dopo di lui la maggior parte dei Padri greci, e così pure alcuni esegeti moderni, tradussero “sopraffare”» (Il vangelo di Giovanni, trad it., 3 voll., Paideia, Brescia 1973, vol. I, p. 311).
(3) L’espressione inglese «rule of law» è peculiare e di difficile resa in italiano. Nel contesto del Common Law, cioè il «diritto consuetudinario» che vige nei Paesi di tradizione anglosassone, come il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America, indica il sistema giurisprudenziale che è la fonte primaria dell’ordinamento giuridico. L’importanza di questa espressione sta nel rimando intrinseco che essa contiene a un criterio di natura oggettiva e morale superiore alla legge positiva: la higher law, «legge superiore», di cui tratta, per esempio, la giurisprudenza statunitense (cfr. Edward S. Corwin [1878-1963], The “Higher Law” Background of American Constitutional Law [1965], Indianapolis [Indiana] 2008). Letteralmente, «rule of law» significa «governo del diritto» ovvero «sovranità della legge». Spesso in italiano si rende con «Stato di diritto», ma in questo modo s’introduce un concetto problematico — lo «Stato», nel senso dello «Stato moderno» — completamente assente nell’espressione inglese, che sposta il focus dal diritto allo Stato pretendendo inoltre di esaurire l’idea stessa di potere legittimo — «rule» — con il concetto di «Stato» — moderno —, nonché identificando indebitamente «governo» e «Stato». Tant’è che la dottrina sociale della Chiesa, nella fattispecie la Lettera enciclica «Centesimus annus» (1991) di Papa san Giovanni Paolo II (1978-2005), utilizzando l’espressione oramai comune «Stato di diritto» e spiegandola con precisione, definisce «[…] il principio dello “Stato di diritto”» quello «[…] nel quale è sovrana la legge» (n. 44). A ulteriore illustrazione, cfr. del giurista spagnolo Juan Vallet de Goytisolo (1917-2011), Una vecchia concezione dello Stato di diritto, in Cristianità, anno XX, n. 203, marzo 1992, pp. 5-9, traduzione redazionale italiana della seconda parte dello studio El Estado de Derecho, pubblicato in Verbo, serie XVII, n. 168, Madrid settembre-ottobre 1978, pp. 1035-1047. L’espressione rule of law richiama anche il rispetto dell’ordinamento nel suo insieme, per come è sorto e per come si è articolato; in questo senso, una sentenza della Corte Suprema federale degli Stati Uniti d’America si discosta da quel rispetto allorché impone il diritto ai singoli Stati dell’Unione, violando sia la sovranità dei rispettivi Congressi (parlamenti), sia il meccanismo di formazione «in ascesa» del diritto stesso.
(4) George Washington, The Address of General Washington To The People of The United States on his declining of the Presidency of the United States, 17-9-1796. Il discorso è noto popolarmente come Farewell Address.
(5) Il Bill of Rights, ovvero la «Carta dei diritti», raccoglie i primi dieci emendamenti alla Costituzione federale degli Stati Uniti d’America, entrata in vigore il 1°-1-1789. Il documento — modellato sul Bill of Rights inglese del 1689 e idealmente ispirato alla cultura giuridica che promana dalla Magna Charta inglese del 1215 — ribadisce, precisa e dettaglia i diritti politici spettanti ai governi dei singoli Stati componenti l’Unione nordamericana. Ratificato il 5-12-1791, il Bill of Rights nasce storicamente dalla preoccupazione di assicurare la forma istituzionale federalista al governo statunitense a fronte di possibili derive centraliste. Il Primo Emendamento del Bill of Rights sancisce la libertà di espressione pubblica della fede religiosa, proteggendola dalle ingerenze dello Stato e facendo della libertà religiosa il primo diritto politico dei cittadini statunitensi, dunque il fondamento della cittadinanza statunitense stessa: «Il Congresso [federale] non promulgherà leggi che istituiscano una religione di Stato [federale], o che ne proibiscano la libera professione, o che riducano la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di rivolgere petizioni al governo per la riparazione di torti». Si noti che ciò non ha mai impedito che Stati singoli dell’Unione istituissero religioni di Stato.
(6) L’espressione è una citazione dalla Promessa di fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d’America, in inglese Pledge of Allegiance, composta nel 1892 dallo scrittore, ministro di culto battista ed esponente del «socialismo cristiano» Francis Bellamy (1855-1931) e adottata dal Congresso federale statunitense nel 1942. Il testo ha subito quattro modifiche: l’ultima, del 1954, aggiunge le parole «al cospetto di Dio», «under God». Questo il testo completo: «Prometto fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d’America e alla Repubblica che essa rappresenta: una sola Nazione al cospetto di Dio, indivisibile, con libertà e giustizia per tutti».
(7) Con l’espressione «Mexico City Policy» s’intende una misura politica mirante a limitare l’aborto, introdotta dal presidente Reagan mentre era in corso la Conferenza internazionale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite sulla popolazione, svoltasi a Città del Messico dal 6 al 14-8-1984. È l’implementazione di quanto stabilito dal cosiddetto «Helms Amendment», «Emendamento Helms», al Foreign Assistance Act — la Legge sull’aiuto estero — del 1961, allorché, nel 1973, il deputato del Partito Repubblicano Jesse Alexander Helms Jr. (1921-2008), cristiano battista di orientamento consevatore, riuscì a impedire che le organizzazioni non goverative attive all’estero e beneficiate dagli aiuti esteri statunitensi usassero quei fondi per promuovere e per operare aborti, anche se nel Paese straniero in cui esse sono attive l’aborto è consentito dalla legge. L’«Helms Amendment» è poi stato affiancato dall’«Hyde Amendment», con cui nel 1976 — ma è entrato in vigore solo nel 1980, quando la Corte Suprema federale ne ha stabilito la costituzionalità — il deputato del Partito Repubblicano Henry John Hyde (1924-2007), cattolico di orientamento conservatore, riuscì a imporre lo stesso divieto sul territorio nazionale. L’«Emendamento Helms» è legge permanente degli Stati Uniti d’America, ma l’«Emendamento Hyde» è una misura legata alla legge finanziaria statunitense annuale, che dunque dev’essere reintrodotta ogni anno. Dal 1980, tutti i presidenti espressi dal Partito Repubblicano — Reagan, George H.W. Bush e George W. Bush Jr. — hanno annualmente ripoposto la «Mexico City Policy» e tutti i presidenti espressi dal Partito Democratico — William Jefferson «Bill» Clinton e Barack Hussein Obama — l’hanno invece disattesa.
(8) Lo United States Code, ovvero la raccolta delle leggi federali degli Stati Uniti d’America, sancisce il «National Day of Prayer», «Giornata nazionale della preghiera», in questi termini: «Ogni anno il presidente emetterà un proclama che designerà il primo martedì del mese di maggio come Giornata nazionale della preghiera durante il quale il popolo degli Stati Uniti d’America può rivolgersi a Dio in preghiera e in meditazioen nelle chiese, in gruppi o individualmente» (United States Code, 36. Patriotic and National Observances, Ceremonies, and Organizations, §119. National Day of Prayer). Nella sua forma attuale risale al 1952, ma la sua origine coincide con la nascita stessa del Paese. Il 4-5-2017, durante il National Day of Prayer, Trump si è impegnato a promuovere la libertà religiosa, cosa che ha poi fatto il giorno stesso firmando l’Ordine Esecutivo n. 13798 — il suo trentaquattresimo —, Promoting Free Speech and Religious Liberty, «Promozione della libertà di espressione e della libertà religiosa».
(9) In realtà, si tratta sempre dell’Ordine Esecutivo n. 13798, Promoting Free Speech and Religious Liberty. Il «Johnson Amendment», «Emendamento Johnson», prende il nome dal presidente degli Stati Uniti d’America Lyndon Baines Johnson (1908-1973), espresso dal Partito Democratico e di orientamento progressista, che lo ha fatto approvare nel 1954 come modifica al capitolo 736 dell’Internal Revenue Code, cioè il Codice di diritto tributario, quando era leader della minoranza Democratica al Senato federale. Con esso, Johnson ha datto potere al fisco di revocare l’esenzione dalle imposte alle organizzazioni non-profit che sostengano o che avversino candidati politici, colpendo in modo particolare le Chiese e le associazioni religiose.
(10) Il 6-10-2017 il ministro della Giustizia, Jefferson «Jeff» Beauregard Sessions III, ha diramato una lettera ufficiale di 25 pagine intitolata Memorandum for All Executive Departments and Agencies, «Pro-memoria per tuti i dipartimenti esecutivi e le agenzie», e avente per oggetto: «Federal Law Protections for Religious Liberty», «Protezioni della libertà religiosa da parte della legge federale».
(11) L’ordine religioso cattolico delle Piccole Sorelle dei Poveri — fondato nel 1839 in Bretagna da santa Maria della Croce (Jeanne Jugan, 1792-1879) per la cura degli anziani — è stato fra gli oppositori primi e più energici dell’obbligo imposto ai datori di lavoro dal Patient Protection and Affordable Care Act, «Legge sulla protezione dei pazienti e sulle cure a prezzi accesibili», vale a dire la riforma della Sanità varata dal presidente Obama il 23-3-2010 e soprannominata «Obamacare», di accendere polizze di assistenza sanitaria per i dipendenti che comprendano anche la contraccezione, l’aborto e la sterilizzazione. Non essendo ancora riuscita a smantellare per intero l’«Obamacare» come promesso in campagna elettorale, il 6-10-2017 l’Amministrazione Trump ha dato corso legale a due regolamenti che esentano dall’obbligo imposto dall’«Obamacare» chiunque, ente o privato, vi si opponga per motivi, rispettivamente, di natura religiosa o etica anche «laica».
(12) Senza evidentemente togliere nulla nella lingua italiana alla profondità del vocabolo «Natale», l’espressione inglese «Christmas» impatta, a voce e per iscritto, certamente in maniera ancora più forte nella misura in cui pronuncia esplicitamente il nome di Cristo e fa riferimento palese alla liturgia. Letteralmente, infatti, «Christmas» significa «Messa per Cristo», e a orecchie e a occhi anticristiani è particolarmente ostico.
(13) Il 16-11-2017 la Camera federale ha approvato la proposta di legge per ridurre di 1,5 trilioni di dollari in dieci anni le tasse pagate dalle aziende, portando così l’aliquota dal 35 al 20 per cento: è la maggiore riduzione fiscale operata negli Stati Uniti d’America dal taglio delle imposte operato nel 1981 da Reagan. Ora la proposta attende il voto del Senato federale.
(14) Il 12-10-2017, Trump ha firmato l’Ordine Esecutivo n. 13813, Promoting Healthcare Choice and Competition Across the United States, «Promozione della scelta dell’assistenza sanitaria e della competizione negli Stati Uniti d’America», che garantisce la concorrenza fra servizi privati e servizi statali, cancellando i sussidi federali alle assicurazioni sanitarie voluti, in ottica statalista, dall’«Obamacare».
(15) L’espressione usata nell’originale inglese, moral clarity, è la formula antirelativista con cui la retorica pubblica conservatrice rifiuta l’equidistanza dai contendenti nei conflitti regionali e internazionali, così come nelle strategie di politica estera, pretendendo invece che il perseguimento dell’«interesse nazionale» sia sempre dettato da motivazioni etiche. Resa popolare da William John Bennett, ministro dell’Educazione dal 1985 al 1988 durante il secondo mandato presidenziale di Reagan, con il libro Why We Fight: Moral Clarity and the War on Terrorism (Regnery, Washington 2003), l’espressione affonda le radici nella cultura del confronto con il socialcomunismo mondiale negli ultimi anni della Guerra Fredda (1946-1991) ed è stata poi impiegata per descrivere l’impegno culturale, oltre che militare e politico, contro il terrorismo internazionale dopo l’Undici Settembre.
(16) Cfr. Donald J. Trump, discorso tenuto nella Diplomatic Reception Room della Casa Bianca il 13-10-2007, diffuso dall’Ufficio stampa della Casa Bianca con il titolo Remarks by President Trump on Iran Strategy, nel sito web <https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2017/10/13/remarks-president-trump-iran-strategy>.
(17) Il 12-10-2017, una famiglia statunitense-canadese da cinque anni rapita e ostaggio dei talebani in Afghanistan è stata liberata dalle forze armate del Pakistan e consegnata alle forze armate statunitensi. La famiglia è composta da cinque persone: Caitlan Coleman, il marito Joshua Boyle — cittadino canadese — e i tre figli nati durante la prigionia, Mai’idah Grace Boyle, Najaeshi Jonah Boyle e Dhakwoen Noah Boyle.