Oggi la rubrica Canone viene meno, in un certo senso, alla sua regola di presentare il santo del giorno. Ma, oltre al fatto che la Santissima Vergine è anch’essa parte, anzi, guida di questa gloriosissima schiera di santi che rende così unica la storia della Chiesa cattolica tra tante religioni, vi sono buone ragioni per ricordare la festività odierna. Intanto è opportuno ricordare che la festa, sorta originariamente in Spagna, fu estesa a tutta la Chiesa cattolica da papa Innocenzo XI [1676-1689] il 25 novembre del 1683 in ricordo della liberazione di Vienna dall’assedio dei Turchi. Un avvenimento di grande e salvifica importanza per l’Europa, che Giovanni Paolo II [1978-2005] ha ricordato appunto come tale, con un discorso che ovviamente non piacque agli esponenti della cultura della resa travestiti da amanti della pace. Analogamente la festa del Rosario è legata alla vittoria di Lepanto (1571) e a quella di Pietrovaradino (1716) che allontanò i Turchi dall’Ungheria; come dire che la salvezza dei popoli cristiani è strettamente intrecciata con la devozione mariana. Un’ulteriore ragione va vista nella desuetudine in cui è caduto l’uso di chiamare le bambine con questo nome; in una statistica di qualche anno fa, relativa alla provincia cui appartiene lo scrivente, mentre abbondavano i nomi esotici di attrici o protagoniste di fotoromanzi, c’era solo una Maria, la quale, del resto, era poi la nipotina dello stesso scrivente. Un segno, minore se si vuole, ma significativo della decristianizzazione in atto anche nel nostro paese. Pure, nei millenni, al nome proprio tutte le civiltà hanno sempre attribuito una particolare importanza. E la nostra aveva la bella abitudine di legare il nome ai santi… Possa una rinnovata devozione al Nome di Maria permetterci di avere il suo nome sulle nostre labbra al momento della morte. Come il Bonconte da Montefeltro [1250 ca.-1289] del Purgatorio dantesco: «Quivi perdei la vista e la parola / nel nome di Maria finì, e quivi / caddi, e rimase la mia carne sola» [Purg. V, vv. 100-102] .
Marco Tangheroni,
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, pp. 34-35