di Silvia Scaranari
Profondo conoscitore delle bellezze di Maria e a Lei devotissimo, Sua Santità Pio XII (1876-1958), ha avuto la fortuna di entrare nell’eterno amore del Padre proprio nel mese di ottobre, tradizionalmente dedicato alla devozione mariana. Ricorrono proprio oggi, 9 ottobre, i 60 anni dalla nascita al cielo di Eugenio Pacelli, per 19 anni Sommo Pontefice con il nome di Pio XII.
Nato a Roma nel 1876 in una famiglia agiata e colta ‒ il padre era giurista nella Segreteria di Stato vaticana e il fratello Francesco era giureconsulto della Santa Sede nonché componente della Commissione vaticana che preparò la redazione dei Patti Lateranensi ‒, frequenta l’Università Gregoriana e il Pontificio Ateneo del Seminario Romano dell’Apollinare.
La salute molto delicata lo costringe a una esistenza riservata e casalinga. Ciononostante, dotato di carattere forte e volitivo, è ordinato sacerdote il 2 aprile 1899 ottenendo risultati ottimi negli studi di Teologia e Diritto canonico, a cui si aggiunge un’eccellente conoscenza di numerose lingue. Parla infatti fluentemente latino, francese, tedesco e spagnolo. Lavora per enti ecclesiastici e poi come aiutante del cardinal Pietro Gasparri (1852-1934), Segretario di Stato vaticano.
Prima Nunzio apostolico a Monaco di Baviera e poi, dal 1920, nella Repubblica tedesca detta di Weimar, viene creato cardinale il 16 dicembre 1929 da Papa Pio XI (1857-1939). Il 7 febbraio 1930 è nominato Segretario di Stato, succedendo al card. Gasparri.
Nel 1933 è impegnato nella definizione del Concordato con la Germania nazionalsocialista di Adolf Hitler (1889-1945), atto che gli sarà nel tempo rimproverato come un cedimento al potere e alla brutalità del totalitarismo. Nel 1936 è negli Stati Uniti d’America per incontrare il presidente Franklin D. Roosevelt (1882-1945).
Morto Pio XI nel 1939, bastano 48 ore ai Padri del collegio cardinalizio riuniti in Conclave per scegliere proprio il card. Pacelli come nuovo Pontefice e lui, con profondo senso di gratitudine e di affetto per il predecessore, ne mantiene il nome, diventando Pio XII.
Uno dei suoi primi atti è la proclamazione di san Francesco d’Assisi (1181/1182-1226) e di santa Caterina da Siena (1347-1380) patroni d’Italia, il 18 giugno 1939.
Dotato di fine sensibilità politica e di grande esperienza diplomatica, è ben consapevole che davanti gli si sta aprendo uno dei periodi più bui della storia occidentale. Si prodiga inutilmente per allontanare le minacce di guerra, rivolgendosi a tutti i governanti d’Europa e anche al presidente degli Stati Uniti affinché si riunisca un tavolo diplomatico per salvare la pace. «La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono. Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra», dice nel radiomessaggio Un’ora grave del 24 agosto 1939. Pochi giorni dopo la Germania invade la Polonia, dando il via all’immane strage che si protrarrà per i successivi cinque anni e mezzo.
Gli anni della Seconda guerra mondiale (1939-1945) sono per tutti difficili. Il Santo Padre si trova ad affrontare ostacoli di ogni genere per far pervenire le proprie indicazioni e i propri appelli nei diversi Stati in conflitto. Attento ai tempi nuovi, coglie subito il grande vantaggio che la radio, da poco diffusasi in diversi strati della popolazione, può rappresentare per garantirgli la possibilità di comunicare con i fedeli. Diventa quindi il Pontefice che più di tutti farà dei Radiomessaggi (quasi 200 e in diverse lingue: latino, spagnolo, francese, italiano, inglese, tedesco, portoghese) la via privilegiata per guidare il popolo fedele a lui affidato.
Ai radiomessaggi si aggiungono 41 encicliche e numerosi Brevi, Motu proprio, Bolle e Lettere, un lavoro immane che compie sempre in prima persona: alla debolezza della salute supplisce con una straordinaria forza di volontà.
Interviene quindi con tutti i mezzi di cui dispone per alleviare le miserie dei profughi, dei rifugiati, dei bombardati, degli affamati, dei perseguitati e degli ebrei, sia in Italia sia all’estero. Come vescovo di Roma, si reca di persona nel luglio e nell’agosto del 1943 nei popolosi quartieri di San Lorenzo e di San Giovanni a portare conforto alle vittime dei bombardamenti angloamericani. Dedica ogni attenzione nel salvare gli ebrei di Roma dalla persecuzione fascista e nazista, tanto che ottanta delegati dei campi di concentramento tedeschi ricevuti in udienza speciale in Vaticano il 29 novembre 1945 ringrazieranno «personalmente il Santo Padre per la generosità da lui dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile periodo del nazifascismo».
Già nel 1940, nell’Allocuzione Grazie, Venerabili Fratelli del 24 dicembre, Pio XII aveva pronosticato che, dopo la guerra, l’Europa non sarebbe più stata la stessa e aveva implorato un immediato ritorno a una politica di pace fondata sulle norme della moralità. Inascoltato, come già il predecessore Benedetto XV (1854-1922) durante la Prima guerra mondiale (1914-1918), vede in poco tempo realizzarsi i suoi timori con un Europa in cui, con violenza brutale, si vuole imporre un nuovo sistema politico e culturale, il comunismo, che la grande maggioranza delle popolazioni respinge decisamente, tanto che il 24 dicembre 1946, rivolgendosi al Sacro collegio, il Pontefice rileva che, invece di una pace vera, in ampie regioni, soprattutto in Europa, i popoli si trovano in uno stato di costante agitazione, «da cui in un tempo più o meno vicino potrebbero sorgere le fiamme di nuovi conflitti».
Netto oppositore del comunismo, tanto che nel Radiomessaggio natalizio del 1955 afferma: «Noi respingiamo il comunismo come sistema sociale in virtù della dottrina cristiana, e dobbiamo affermare particolarmente i fondamenti del diritto naturale», si trova a dover affrontare, tra ottobre e novembre 1956, la crisi della rivolta anticomunista ungherese poi repressa nel sangue dall’Unione Sovietica, su cui si staglia la luminosa figura del vescovo primate ungherese cardinale József Mindszenty (1892-1975), arrestato dal regime comunista di Budapest nel 1948, torturato, drogato e infine condannato all’ergastolo, ma liberato dai patrioti. La fermezza della difesa che il Pontefice perora nei confronti del presule ungherese dura anni, con interventi presso uomini politici e semplici fedeli da cui invoca preghiere con un testo personalmente composto per la «Chiesa del silenzio».
Impegnato in un attivo compito di apostolato in tutta la Cristianità, coglie favorevolmente le sfide tecnologiche del proprio tempo. Dopo la radio, la tv e il cinema: il Pontefice avverte le grandi opportunità che questi strumenti possono offrire al popolo, ma anche i rischi che si celano dietro un loro uso squilibrato. Mentre fonda gli enti televisivi e cinematografici vaticani, rivolge acuti discorsi agli operatori del settore affinché si facciano portatori di verità e di valori cristiani al mondo.
Soprannominato «il Papa dell’umanità sofferente», Pio XII ha manifestato per tutta la vita una devozione attenta alla Vergine Maria. A Lei ha sempre affidato i momenti più difficili del proprio apostolato e con tenacia persistente ha invitato i fedeli ad abbandonarsi al suo materno amore. Tante sono le preghiere composte da Pio XII, tra cui spiccano quelle per la Madonna: dalla Preghiera per la consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato del 1942 alla Preghiera delle donne cristiane a Maria Regina del 1958, passando per l’Atto di consacrazione dei malati a Maria, per la Preghiera degli orfani, per l’Invocazione alla “Madonna dell’aiuto” e per la Preghiera a “Maria Regina”.
Ma più di tutto il Santo Padre rende omaggio alla Vergine con la proclamazione del dogma di Maria Assunta in Cielo in anima e corpo durante l’Anno Santo del 1950, il 1° novembre, gesto che compie solennemente con la promulgazione della Costituzione apostolica Munificentissimus Deus.
Pio XII muore a Castel Gandolfo il 9 ottobre 1958, dopo nove ore di agonia. Oggi la Chiesa Cattolica ne ha riconosciuto le virtù eroiche e lo ha proclamato Venerabile, mantenendo aperto il processo per la causa di beatificazione. La sua salma è deposta nella cripta vaticana assieme a molti altri Pontefici che hanno reso il secolo XX il secolo dei Papi santi.
Martedì, 9 ottobre 2018