di Ermanno Pavesi
Wilhelm Reich (1897-1957)
1. La vita
Wilhelm Reich nasce il 24 marzo 1897 a Dobrzcynica, in Galizia, allora nell’impero austro-ungarico. Trasferitosi a Vienna per studiare Medicina, ancora studente, nel 1920, è membro-ospite della Società Viennese di Psicoanalisi, e nel 1922 ne diventa membro effettivo, iniziando anche l’attività terapeutica. Per anni concilia attività psicoanalitica e militanza nel Partito Socialdemocratico Austriaco, che lascia però nel 1928 per aderire al Partito Comunista Austriaco, in cui è attivo tanto in campo culturale — per esempio, nel 1928 fonda a Vienna l’Organizzazione Socialista di Consulenza e di Ricerca Sessuale —, quanto come militante di base, per esempio nel servizio d’ordine durante i cortei.
Nel 1930 Reich si trasferisce a Berlino, sperando di sensibilizzare il Partito Comunista Tedesco alle tematiche sessuali e, nello stesso tempo, di politicizzare in senso marxista le organizzazioni di liberazione sessuale, intento culminato nel 1931 con la fondazione della Lega Nazionale per la Politica Sessuale Proletaria. Ma la sintesi di psicoanalisi e di marxismo incontra resistenze sempre maggiori in entrambi i campi: dopo la proibizione della diffusione delle sue opere, nel 1933 viene espulso dal partito comunista, mentre i crescenti contrasti con i maggiori esponenti della psicoanalisi portano, nel 1934, alla sua espulsione dalla Società Internazionale di Psicoanalisi. Sempre più isolato, cerca invano un ambiente più favorevole in Danimarca e in Svezia. Nel 1934 si trasferisce in Norvegia dove insegna Analisi Caratteriale all’università di Oslo e prosegue le ricerche sperimentali, tese a dimostrare in laboratorio l’esistenza dell’«orgone», l’energia cosmica primordiale. Proprio questi esperimenti, e le presunte scoperte, accettate solo dai suoi stretti collaboratori, gl’inimicano anche ambienti interessati alle sue tesi psicologiche.
Nel 1939 Reich si trasferisce negli Stati Uniti d’America, a New York, dove insegna sempre Analisi Caratteriale. Nel 1946 fonda, nel Maine, un istituto di ricerca «orgonomica», che chiamerà Orgonon. È pure convinto di aver costruito apparecchi capaci di accumulare l’energia «orgonica» e di utilizzarla in campo terapeutico, ma la DFA, Drug and Food Administration, l’ente americano responsabile, fra l’altro, dei controlli nella sanità, non ritiene fondata né l’esistenza dell’energia orgonica, né l’efficacia terapeutica degli accumulatori e ne proibisce la vendita. Condannato per la violazione di tale divieto, Reich, che si ritiene vittima di un complotto comunista organizzato da agenti infiltrati nella DFA, muore il 3 novembre 1957 nel penitenziario di Lewisburg, in Pennsylvania.
2. Marxismo e psicoanalisi
Nel volume Materialismo dialettico e psicoanalisi, del 1929, Reich sottolinea la natura materialistica e dialettica della psicoanalisi e ne sostiene la conciliabilità con il materialismo dialettico marxista, elaborando una sintesi delle due prospettive, la teoria sessuo-economica — con la corrispondente applicazione pratica, la sessuo-politica —, i cui sviluppi lo portano a un distacco sempre maggiore dai due movimenti: «Ho dunque partecipato ai più gravi sbagli del mio tempo — scrive nel 1949 in Etere, Dio e diavolo — e li ho anzi sostenuti con convinzione».
Della teoria psicoanalitica Reich apprezza l’importanza attribuita alla libido e all’energia sessuale, che non vengono limitate alla riproduzione umana, ma assumono il ruolo di una forza naturale più generale, se non della forza motrice della natura e dell’evoluzione; di conseguenza, anche i disturbi della salute vengono fatti risalire a un blocco dell’energia sessuale. Reich accusa la psicoanalisi di atteggiamento apolitico e critica la teoria dell’impulso di morte, che ammetterebbe l’ineluttabilità di tendenze aggressive e distruttive nell’uomo e legittimerebbe una certa dose di repressione in ogni società umana, indipendentemente dalla sua organizzazione.
In campo politico Reich apprezza la fase iniziale della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, impegnata a trasformare radicalmente non solo i rapporti di produzione ma anche tutta la società, ma ne critica aspramente gli sviluppi totalitari. Con il marxismo condivide la convinzione relativa alla storicità dei mali psichici e sociali dell’umanità. L’alienazione dell’uomo non sarebbe un fatto «naturale», bensí il prodotto di un particolare tipo di società, quella patriarcale, caratterizzata da una organizzazione autoritaria coniata sul modello della famiglia, dalla divisione in classi, da una morale sessuale coercitiva e dalla fede in un Dio trascendente. Per Reich la società patriarcale sarebbe succeduta a quella originaria di tipo matriarcale, caratterizzata dal comunismo dei beni e priva di strutture familiari, e nella quale l’uomo si sarebbe potuto sviluppare in modo armonico.
3. Società patriarcale, «corazzamento» del carattere e «psicologia di massa del fascismo»
Secondo Reich l’educazione patriarcale provoca un irrigidimento del carattere, il «corazzamento», che ostacola il rapporto fra l’energia vitale dell’uomo e la realtà esterna: «L’organismo corazzato — scrive in Etere, dio e diavolo — si differenzia da quello non corazzato, fondamentalmente, per il fatto che fra il suo nucleo biologico — da cui scaturiscono tutti gli impulsi naturali — ed il mondo — ov’esso vive ed agisce — è inserito un muro di rigidità. Ne consegue che è frenato ogni impulso naturale ed in particolare la naturale funzione amorosa». Ciò non solo impedirebbe di vivere in modo naturale la sessualità, con il conseguente sviluppo di sadismo, omosessualità, pornografia, perversioni e, più in generale, di comportamenti asociali, ma formerebbe pure una struttura caratteriale irrazionale e autoritaria, alla base della psicologia di massa. Terapia psicoanalitica e movimenti marxisti avrebbero fallito proprio per aver preso in considerazione solo singoli problemi, non il corazzamento che ne è la causa.
La sola trasformazione dei rapporti di produzione è, per esempio, destinata a una involuzione totalitaria se non viene accompagnata da una rivoluzione culturale e sessuale, capace di liberare le masse dal carattere autoritario. In altri termini, la rivoluzione sessuale deve trasformare il ruolo della donna nella società con il superamento della famiglia patriarcale e della sua influenza sull’educazione delle nuove generazioni. Se ciò non avviene anche i membri di un movimento rivoluzionario continuerebbero a sentire l’esigenza di sottomettersi a un’autorità e faciliterebbero la salita al potere di personaggi autoritari.
Queste tesi vengono tematizzate, nel 1933, in Psicologia di massa del fascismo, in cui Reich si serve di una definizione di fascismo piuttosto ampia, che non comprende solamente il fascismo italiano, ma anche il nazionalsocialismo e addirittura una componente caratteriale presente in tutti e ovunque: le sue esperienze cliniche lo avrebbero convinto — scrive nell’opera citata — che «[…] oggi non esiste assolutamente nessuno che non porti in sé gli elementi del modo di pensare e sentire fascista. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane».
La tesi secondo cui il carattere autoritario costituisce la base della psicologia di massa e tende a lasciarsi inquadrare in strutture di tipo autoritario, capovolge interpretazioni correnti sulla nascita dei movimenti totalitari del secolo XX. Non sono i movimenti totalitari a irretire le masse, ma le masse a creare le condizioni per la nascita di movimenti totalitari: il fatto che Adolf Hitler (1889-1945) sia riuscito a inquadrare le masse va attribuito alle masse stesse e non a Hitler.
4. Religiosità come esperienza di unità cosmica
Il corazzamento avrebbe anche conseguenze sulla percezione della realtà vivente: «La perdita della naturale autopercezione — scrive ancora in Etere, dio e diavolo — scinde la persona, in tutta l’ampiezza della sua apertura, in due entità opposte e contraddittorie: il corpo qui è incompatibile con l’anima o lo spirito là. La “funzione del cervello”, “l’intelletto”, viene separato dal resto dell’organismo; quest’ultimo viene “posto in subordine” come “l’emozionale” e “l’irrazionale”». Questa scissione, che comporta anche la separazione dell’uomo dalla propria natura con l’affermazione del primato della coscienza sulle funzioni vitali e sui sentimenti, porterebbe a due concezioni opposte ma complementari: il materialismo meccanicistico che prende in considerazione solo gli aspetti materiali della realtà e il misticismo, che invece attribuisce una esistenza autonoma alla componente spirituale. L’esigenza religiosa manifesterebbe la nostalgia dell’unità perduta, che non può basarsi su una concezione trascendente di Dio, ma lo considera solo come simbolo, metafora dell’energia cosmica, per cui la vera religiosità è l’esperienza cosmica, oceanica, della ritrovata unità dell’uomo con la natura.
5. La scienza dell’Orgone e le sue applicazioni terapeutiche
La dicotomia materialismo-misticismo secondo Reich può essere superata solo con lo sviluppo dell’orgonomia, la scienza dell’energia orgonica che, con la stessa «legge funzionale», fonde in un’unità la natura vivente e quella non vivente e regola quindi il moto degli astri, lo sviluppo di ogni sostanza vivente e i movimenti degli animali, compreso «l’animale uomo», espressione con cui Reich indica normalmente l’essere umano. L’orgonomia consente di superare la sessuo-economia, riconducendo alla base biologica le intuizioni della psicologia freudiana e della sociologia marxista. L’orgonomia comporta non solo il superamento dell’antitesi di Dio e di diavolo, di bene e di male, d’intelletto e di emozione, ma anche la consapevolezza del carattere dinamico della realtà, con il rifiuto di valori eterni e assoluti.
Reich cerca di spiegare la dannosità per la salute del corazzamento, prima con disfunzioni del sistema nervoso vegetativo, poi tramite un blocco dell’energia biologica. Il corazzamento ostacolerebbe la mobilità delle funzioni viventi nell’animale uomo, con un irrigidimento di tutto l’organismo, disfunzioni e malattie, fra cui anche il cancro. Solo il ripristino del flusso dell’energia biologica consentirebbe la guarigione da tali malattie.
6. Reich dopo Reich
Fra le scuole psicoterapeutiche che si richiamano a Reich va ricordata quella bioenergetica di Alexander Lowen (1910-2008). Nuovi movimenti religiosi che s’ispirano a dottrine orientali offrono, fra l’altro, corsi su Reich e sulla bioenergetica, in base a paralleli istituiti fra la teoria dell’energia biologica e filosofie appunto orientali, che auspicano il superamento dell’individualità umana e un suo rapporto armonico con l’energia cosmica.
La teoria reichiana sul carattere autoritario e quindi sui presupposti psicologici del «fascismo» ha influenzato sociologi come Theodor Ludwig Wiesengrund Adorno (1903-1969) — che ha cercato di studiare sperimentalmente la personalità dell’individuo «potenzialmente fascista» identificando i tratti del carattere autoritario — e ha poi condizionato in Germania la discussione sul «fascismo» nel dopoguerra e la pedagogia della Nuova Sinistra, che considerava l’educazione anti-autoritaria e la libertà anche sessuale per i bambini e per i giovani come la più efficace prevenzione contro il fascismo. In questo la Nuova Sinistra — afferma il pedagogista tedesco Wolfgang Brezinka — «[…] cerca di basare le sue esigenze pedagogico-sessuali sulla psicanalisi, ma in via del tutto generica, mentre in pratica si appella quasi del tutto esclusivamente a Wilhelm Reich».
Al di là d’indebite generalizzazioni, l’opera di Reich «confessa» l’esigenza, presente in ogni uomo, di rapporti ordinati e gerarchici nella famiglia, nello Stato e nella Chiesa. Nella sua visione rivoluzionaria radicale ritiene necessario estirpare tale esigenza, trasformando l’uomo con un’educazione anti-autoritaria, con la rivoluzione sessuale e con il dissolvimento della famiglia.
Ermanno Pavesi
25 ottobre 2018
Per approfondire: Wilhelm Reich, La rivoluzione sessuale. La sessualità nella battaglia culturale: per la ristrutturazione socialista dell’uomo, 1936, trad. it., Massari, Milano 1992; Idem, Psicologia di massa del fascismo, 1933, trad. it., SugarCo, Milano 1994; Idem, Etere, Dio e diavolo, 1949, trad. it., SugarCo, Milano 1994; Idem, La funzione dell’orgasmo, 1927, trad. it., Pratiche, Parma 1999. Su di lui, Luigi De Marchi, Vita e opere di Wilhelm Reich, 2 voll., SugarCo, Milano 1981; Massimo Introvigne, La gnosi sessuale di Wilhelm Reich, in Cristianità, anno VIII, n. 57, gennaio 1980; pp. 3-8; e Wolfgang Brezinka, La pedagogia della Nuova Sinistra. Analisi dell’antiautoritarismo, trad. it., Armando, Roma 1974.