Da Asianews del 07/11/2018. Foto da articolo
Solo Asia Bibi, la madre cristiana assolta dall’accusa di blasfemia, “ha il diritto di chiedere la revisione della sentenza della Corte suprema”, e non i radicali islamici che invece hanno ottenuto dal governo il via libera a procedere con la presentazione della richiesta. Lo dichiara ad AsiaNews Naveed Walter, direttore di Human Rights Focus Pakistan. Egli difende il verdetto di assoluzione pronunciato dai giudici, perché “si basa su fatti e prove”.
Nel Paese è sempre vivo il dibattito sulla donna, madre di cinque figli, prosciolta dai giudici del tribunale supremo. La legge pakistana prevede che la domanda di revisione della sentenza dell’ultimo grado di giudizio possa essere presentata solo dalla parte lesa. In questo caso, Asia Bibi.
La richiesta di revisione era stata avanzata dai fondamentalisti del Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp), che hanno compiuto manifestazioni, blocchi e violenze in varie città del Paese. Il gruppo ha ottenuto dal governo di Imran Khan, che in un primo momento aveva dato l’impressione di voler resistere alle pressioni dei radicali islamici, il consenso a riesaminare il verdetto di assoluzione.
A questo punto però, spetta ai giudici decidere se accogliere la richiesta. Essi non hanno ancora fatto sapere come intendono procedere. Tuttavia Nadeem Walter è certo che “la sentenza non cambierà e Asia Bibi verrà rilasciata e trasferita in un posto più sicuro insieme alla famiglia”. L’attivista aggiunge che il nome della donna cristiana “non può essere inserito nella Exit Control List [come vorrebbero gli estremisti, che di fatto non le consentirebbe di lasciare il Paese – ndr], perché Asia non è indagata in nessun altro caso”. Infine egli spera che l’esempio del caso di Asia Bibi, una chiara manipolazione della giustizia per fini personali, “possa portare alla modifica della legge sulla blasfemia”.
Shafique Khokhar