Un ex-voto rivela la ricerca spirituale insita nei colori di Yves Klein
di Francesca Morselli
Che cosa accomuna santa Rita da Cascia (Roccaporena, 1381 – Cascia 1457) e l’artista Yves Klein (Nizza 1928 – Parigi 1962)?
Yves Klein è un artista francese che si avvicina negli anni ’60 sia allo stile informale che alla Pop art. Fonda il gruppo del “Nouveau Realisme” a Parigi e concentra la sua produzione artistica nel creare opere dipinte di blu, un blu che addirittura lui brevetta con la sigla I.K.B. (International Klein Blue), in cui vorrebbe superare il materiale per addentrarsi in un mondo immateriale. Seguendo questa ricerca, dal 1962 crea anche le «zone di sensibilità pittoriche immateriali», concentrandosi sull’evoluzione dell’immateriale fino ad arrivare al vuoto assoluto, tanto da allestire una mostra dove, all’interno della Galleria d’Arte, non sarà esposto assolutamente niente, se non un drink che, una volta bevuto, rivelerà agli invitati il soprannaturale blu nelle loro stesse urine.
Ebbene, questo strano artista intellettuale, rivoluzionario, dichiaratamente comunista, nel 1951 visita con la zia Rosa, devota di santa Rita da Cascia, il santuario omonimo, ma anche altri luoghi del centro Italia, tra i quali Assisi. Tutte le ricerche da lui seguite sulle filosofie orientali, le arti marziali e la spiritualità Zen, si dissolvono davanti agli affreschi di Giotto, davanti ai quali rimane “folgorato”, e trova in quei cieli blu intensi che tendono al soprannaturale ciò che lui stava così tenacemente cercando. Un’attrazione quasi magnetica lo riporterà al santuario di Santa Rita tante altre volte, ad esempio nel 1961, quando offrirà alla santa un ex-voto con il quale le chiedeva di intercedere per la sua vita di artista e per le sue opere, affinché fossero uno specchio della Bellezza autentica.
Nel 1979, durante dei lavori di restauro nel santuario determinati da un terremoto, si chiese alla badessa se il convento conservasse delle foglie d’oro da poter applicare agli affreschi. Ella portò ai restauratori un cofanetto contenente, appunto, dei fogli d’oro: non era altro che l’ex-voto di Klein, come riconobbe il critico d’arte Pierre Restany, chiamato dalle maestranze sul posto.
L’opera consiste in un contenitore di plastica trasparente di 22×15 cm, suddiviso in vari scomparti. La parte superiore è composta da tre cassetti, contenenti rispettivamente pigmento blu-oltremare (il blu I.B.K.), pigmento rosa (monopink) e oro in foglie (monogold): pochi elementi, che per l’artista rappresentano, però, il tutto. Il pigmento rosa, infatti, rappresenta la rosa cara alla santa, che nel giorno della ricorrenza di santa Rita viene benedetta e offerta ai fedeli; il Blue, proprio quell’International Klein Bluecreato dall’artista per rappresentare lo stadio pre-concettuale e oltre-materico, simboleggia l’Infinito; l’Oro è il Sacro, così come è sempre stato espresso nell’arte medievale.
La parte inferiore contiene per tutta la sua lunghezza tre lingotti d’oro di diverso peso, appoggiati su una base di pigmento blu, e nel mezzo sette foglietti di carta, su cui Klein ha scritto la sua personale supplica a santa Rita (Santa, appunto, dei casi impossibili): un’accorata testimonianza di devozione, in cui l’artista dichiara di dedicarle tutta la sua attività artistica:
«– A Dio Padre Onnipotente, in nome del Figlio Gesù Cristo, in nome dello Spirito Santo e della Santa Vergine Maria. Per mezzo di Santa Rita da Cascia, sotto la sua cura e protezione, con tutta la mia infinita riconoscenza. Grazie. Y.K.
– Santa Rita da Cascia, io ti chiedo di intercedere presso Dio Padre Onnipotente perché mi accordi, sempre in nome del Figlio Gesù Cristo e in nome dello Spirito Santo e della Santa Vergine Maria, la grazia di animare le mie opere, perché esse divengano sempre più belle e, inoltre, la grazia che io scopra continuamente e regolarmente sempre nuove cose nell’arte ogni volta più belle, anche se purtroppo non sempre sono degno di essere un utensile per costruire e creare la Grande Bellezza. Che tutto ciò che viene da me sia Bello. Così sia. Y.K.
Santa Rita da Cascia, Santa dei casi impossibili e disperati, grazie di tutto l’aiuto così grande, decisivo e meraviglioso che mi hai dato finora. Infinitamente grazie. Anche se non ne sono personalmente degno, aiutami ancora e sempre e nella mia arte e proteggi tutto ciò che ho creato affinché, nonostante me, sia tutto, sempre, di Grande Bellezza».
Sabato, 10 aprile 2021