Da Avvenire del 04/05/2021
«Fra le immagini e i video condivisi, c’erano registrazioni dei più gravi abusi sessuali su bambini», anche molto piccoli. Così gli investigatori riassumono il campionario di orrori scoperto all’interno di una delle più vaste reti di materiale pedopornografico individuate finora. Una piattaforma denominata «Boystown » (città dei ragazzi) e collocata su Darknet, il Web sotterraneo prediletto da trafficanti di armi e droga: aveva aperto i battenti nel giugno 2019 e contava 400mila frequentatori in tutto il mondo.
Quattro arresti. L’indagine, partita dalla Germania, ha avuto il supporto di Europol e delle polizie di Olanda, Svezia, Australia, Canada e Usa. Il sito è stato bloccato e il materiale informatico sequestrato, durante 7 perquisizioni. Inoltre 4 sospettati di nazionalità tedesca sono stati arrestati: tre in Germania e uno in Paraguay. Gli arrestati (di cui non sono state rese note le generalità) sono un 40enne re- sidente a Paderborn, nel Nordreno-Vestfalia; un 49enne di Monaco; un 58enne con base in Sud America, che potrebbe essere estradato in Germania; e un 64enne di Amburgo sospettato di aver postato sulla piattaforma, dal luglio 2019, oltre 3.500 files, diventando «uno degli utilizzatori più attivi».
Scambi nelle chat. Le prove raccolte dai poliziotti federali del Bundeskriminalamt e dalla procura di Francoforte delineano come funzionava il “supermarket” degli abusi, al quale si accedeva attraverso Darknet, tramite un server in Moldavia. Gli organizzatori mettevano in contatto i 400mila utilizzatori, consentendo loro di «recuperare» immagini e video e di scambiarsi filmati con violenze su minorenni. I file erano archiviati per fasce di età delle piccole vittime e i clienti indirizzati verso i tipi di abusi “preferiti”. Contatti e scambi avvenivano nelle chat o su canali vocali, nella convinzione di non essere intercettati.
La «resilienza» dei pedofili. L’indagine, fa sapere Europol, conferma che «le comunità online di autori di abusi sessuali su bambini dimostrano una considerevole resilienza di fronte alle indagini. Resuscitano vecchie comunità, ne aprono di nuove e fanno notevoli sforzi per organizzarle».
Identificare le vittime. Foto e video sequestrati saranno usati da una task force per l’identificazione delle vittime, attiva presso Europol. Il messaggio degli inquirenti è chiaro: «Chi commette delitti nei confronti dei più deboli non può stare al sicuro da nessuna parte. Facciamo pagare il conto ai criminali e facciamo tutto il possibile per difendere i bambini da questi crimini nauseabondi».