Gesù non solo vuole che preghiamo come Lui prega, ma ci assicura che noi possiamo sempre contare sulla sua preghiera, anche quando vacilliamo
di Michele Brambilla
La preghiera, dice Papa Francesco nel corso dell’udienza generale del 2 giugno, è una costante nella vita di Gesù. L’evangelista «Luca colloca la loro elezione in un preciso contesto di preghiera e dice così: “In quei giorni egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lc 6,12-13)», cioè “inviati”.
I discepoli si riveleranno, spesso, deboli come gli altri uomini: «gli Apostoli qualche volta diventano per Lui motivo di preoccupazione, ma Gesù, come li ha ricevuti dal Padre, dopo la preghiera, così li porta nel suo cuore, anche nei loro errori, anche nelle loro cadute. In tutto questo scopriamo come Gesù sia stato maestro e amico, sempre disponibile ad attendere con pazienza la conversione del discepolo. Il vertice più alto di questa attesa paziente è la “tela” d’amore che Gesù tesse intorno a Pietro», il primo Papa. Burbero e timoroso, ma generoso e fedele, dopo gli eventi della Passione verrà confermato al suo posto, “riscattato” dalle preghiere di Cristo, che conosce le profondità del nostro cuore. «Impressiona, nel tempo del cedimento, sapere che in quel momento non cessa l’amore di Gesù, – “Ma padre se io sono in peccato mortale c’è l’amore di Gesù? – Sì- E Gesù continua a pregare per me? – Sì – Ma se io ho fatto delle cose più brutte e tanti peccati, Gesù continua ad amarmi? – Sì”», insiste il Pontefice. «Questo», prosegue, «dobbiamo sempre ricordarlo: Gesù prega per me, sta pregando adesso davanti al Padre e gli fa vedere le piaghe che ha portato con sé, per far vedere al Padre il prezzo della nostra salvezza, è l’amore che nutre per noi. Ma in questo momento ognuno di noi pensi: in questo momento Gesù sta pregando per me? Sì. Questa è una sicurezza grande che noi dobbiamo avere».
Allora «da questo veloce percorso attraverso il Vangelo, ricaviamo che Gesù non solo vuole che preghiamo come Lui prega, ma ci assicura che, se anche i nostri tentativi di preghiera fossero del tutto vani e inefficaci, noi possiamo sempre contare sulla sua preghiera. Dobbiamo essere consapevoli: Gesù prega per me. Una volta, un vescovo bravo mi raccontò che in un momento molto brutto della sua vita e di una prova grande, un momento di buio, guardò in Basilica in alto e vide scritta questa frase: “Io Pietro pregherò per te”. E questo gli ha dato forza e conforto. E questo succede ogni volta che ognuno di noi sa che Gesù prega per lui». I nostri santi protettori continuano ad intercedere per noi accanto a Cristo.
Pertanto, «anche se le nostre preghiere fossero solo balbettii, se fossero compromesse da una fede vacillante, non dobbiamo mai smettere di confidare in Lui, io non so pregare ma Lui prega per me. Sorrette dalla preghiera di Gesù, le nostre timide preghiere si appoggiano su ali d’aquila e salgono fino al Cielo».
Gesù, però, non è solo in Cielo: si è fatto Pane. «Cari fratelli e sorelle, domani», ricorda il Papa, «si celebra la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, che in Italia e in altri Paesi è trasferita a domenica prossima. Possiate trovare nell’Eucaristia, mistero di amore e di gloria, quella fonte di grazia e di luce che illumina i sentieri della vita».
Giovedì, 3 giugno 2021