Le nostre preghiere risorgono con Cristo ed entrano nella Comunione trinitaria
di Michele Brambilla
Papa Francesco dedica l’udienza generale del 16 giugno alla spiegazione della preghiera pasquale di Gesù. Cristo prega soprattutto nella sua Pasqua, principalmente durante la Passione: «i Vangeli testimoniano come la preghiera di Gesù si sia fatta ancora più intensa e fitta nell’ora della sua passione e morte. Questi avvenimenti culminanti della sua vita costituiscono il nucleo centrale della predicazione cristiana: quelle ultime ore vissute da Gesù a Gerusalemme sono il cuore del Vangelo non solo perché a questa narrazione gli Evangelisti riservano, in proporzione, uno spazio maggiore, ma anche perché l’evento della morte e risurrezione – come un lampo – getta luce su tutto il resto della vicenda di Gesù». Solo grazie agli eventi pasquali, infatti, comprendiamo che «Egli non è stato un filantropo che si è preso cura delle sofferenze e delle malattie umane: è stato ed è molto di più. In Lui non c’è solamente la bontà: c’è qualcosa di più, c’è la salvezza, e non una salvezza episodica – quella che mi salva da una malattia o da un momento di sconforto – ma la salvezza totale, quella messianica, quella che fa sperare nella vittoria definitiva della vita sulla morte».
In particolare, «Egli prega in maniera drammatica nell’orto del Getsemani – l’abbiamo sentito» il Venerdì Santo – «assalito da un’angoscia mortale. Eppure Gesù, proprio in quel momento, si rivolge a Dio chiamandolo “Abbà”, Papà (cfr Mc 14,36). Questa parola aramaica – che era la lingua di Gesù – esprime intimità, esprime fiducia» incrollabile nel Padre e nel Suo piano di Salvezza, che passa per la Passione e troverà il suo felice esito la mattina di Pasqua, tanto che «Gesù prega anche sulla croce, oscuramente avvolto dal silenzio di Dio. Eppure sulle sue labbra affiora ancora una volta la parola “Padre”. È la preghiera più ardita, perché sulla croce Gesù è l’intercessore assoluto», sospeso tra cielo e terra.
«Gesù dunque prega nelle ore decisive della passione e della morte. E con la risurrezione», sottolinea il Papa, «il Padre esaudirà la preghiera». Le preghiere non sono state vane, non sono state inghiottite dal buio del Golgota, ma entrano nella gloria assieme al Risorto, che si dimostra più forte della morte.
Gesù non smette di intercedere per noi, «e questa mi sembra la cosa più bella da ricordare. Questa è l’ultima catechesi di questo ciclo sulla preghiera: ricordare la grazia che noi non solamente preghiamo, ma che, per così dire, siamo stati “pregati”, siamo già accolti nel dialogo di Gesù con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo. Gesù prega per me: ognuno di noi può mettere questo nel cuore: non bisogna dimenticarlo. Anche nei momenti più brutti. Siamo già accolti nel dialogo di Gesù con il Padre nella comunione dello Spirito Santo. Siamo stati voluti in Cristo Gesù, e anche nell’ora della passione, morte e risurrezione tutto è stato offerto per noi» in maniera inesauribile.
Giovedì, 17 giugno 2021