Fede e morale non possono mai essere separate
di Michele Brambilla
Prosegue, nella mattinata dell’11 agosto, la catechesi di Papa Francesco sulla Lettera ai Galati. In particolare, nel corso dell’udienza generale di questo mercoledì, il Papa affronta la riflessione di san Paolo sulla Legge mosaica.
L’Apostolo delle Genti si chiede, infatti: «perché la legge?» (Gal 3,19). Per quale ragione i convertiti pagani al Cristianesimo dovrebbero sottoporsi alle usanze ebraiche? «L’Apostolo scrive: “Se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge” (Gal 5,18)», perché essa ha trovato il suo compimento in Cristo, ma per i rivali di san Paolo la Torah era parte integrante del “pacchetto” cristiano, benché fosse assai gravoso per un greco o un romano rispettare tutte le norme antiche. San Pietro, il primo Papa, convocò allora il “concilio di Gerusalemme”, dal quale uscì vincitrice la linea paolina: «è parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime» (At 15,28-29). Non è più quindi necessario seguire le indicazioni del Levitico nei minimi dettagli, ma non viene meno l’insegnamento morale di fondo della Legge.
Pietro e Paolo hanno come obbiettivo principale ribadire il primato della Fede. Le prescrizioni mosaiche avevano lo scopo di ricordare costantemente un’appartenenza, che rendeva gli Ebrei differenti dagli altri popoli circostanti. «Alla luce di tutto questo è facile capire come avessero buon gioco quei missionari che si erano infiltrati presso i Galati nel sostenere che l’adesione all’Alleanza comportava anche l’osservanza della Legge mosaica, così com’era in quel tempo. Tuttavia, proprio su questo punto possiamo scoprire l’intelligenza spirituale di San Paolo e le grandi intuizioni che egli ha espresso, sostenuto dalla grazia ricevuta per la sua missione evangelizzatrice», ovvero: «l’Apostolo spiega ai Galati che, in realtà, l’Alleanza con Dio e la Legge mosaica non sono legate in maniera indissolubile. Il primo elemento su cui fa leva è che l’Alleanza stabilita da Dio con Abramo era basata sulla fede nel compimento della promessa e non sull’osservanza della Legge, che ancora non c’era. Abramo incominciò a camminare secoli prima della Legge». Se l’Alleanza precede di molti secoli la Torah, significa che il compito della Legge era molto più limitato. Precisamente, «la Legge è un cammino che ti porta avanti verso l’incontro. Paolo usa una parola molto importante, la Legge è il “pedagogo” verso Cristo, il pedagogo verso la fede in Cristo, cioè il maestro che ti porta per mano all’incontro. Chi cerca la vita ha bisogno di guardare alla promessa e alla sua realizzazione in Cristo», artefice della nuova ed eterna Alleanza.
«Carissimi, questa prima esposizione dell’Apostolo ai Galati», continua il Santo Padre, «presenta la radicale novità della vita cristiana: tutti quelli che hanno la fede in Gesù Cristo sono chiamati a vivere nello Spirito Santo, che libera dalla Legge e nello stesso tempo la porta a compimento secondo il comandamento dell’amore».
Tra i primi cristiani si diffuse, però, l’idea errata che, poiché avevano aderito alla Nuova Alleanza, non bisognasse rispettare nemmeno gli insegnamenti morali che provenivano dalla Legge. Un pensiero che il Papa prova ad identificare in questa domanda: «ma qualcuno di voi può dirmi: “Ma, padre, una cosa: questo vuol dire che se io prego il Credo non devo osservare i Comandamenti”», quasi potesse sussistere una teologia “pura” senza la morale? La questione è più sottile: «no, i Comandamenti hanno attualità nel senso che sono dei “pedagoghi” che ti portano all’incontro con Gesù. Ma se tu lasci da parte l’incontro con Gesù e vuoi tornare a dare più importanza ai Comandamenti, questo non va bene», perché dimentichi che il primato è della Fede, scelta fondamentale da cui dipendono tutte le altre. «E proprio questo era il problema di questi missionari fondamentalisti che si sono immischiati fra i Galati per disorientarli. Il Signore ci aiuti a camminare sulla strada dei Comandamenti, ma guardando l’amore a Cristo verso l’incontro con Cristo», sentenzia il Pontefice. Fede e morale non possono mai essere separate.
Giovedì, 12 agosto 2021