Di Giulio Meotti da Il Foglio del 03/11/2021
A William Golding, premio Nobel per la Letteratura nel 1983, l’idea del titolo, “Il signore delle mosche”, fu suggerita da T. S. Eliot. Ne “Il signore delle mosche”, Golding immaginò un gruppo di ragazzi anglosassoni, educati e benestanti dispersi per un incidente aereo su un’isola deserta e li trasformò a poco a poco in una tribù selvaggia. Il gruppo tenta di darsi un embrione di organizzazione sociale, ma va sempre più a fondo verso la barbarie, come travolto da un automatismo dei comportamenti, da un’antropologia negativa. Nella tradizione occidentale, Golding immaginò l’esatto rovescio di Robinson Crusoe. Oggi “Il signore delle mosche” non si porta più e le scuole del Canada lo stanno mettendo al bando dai curriculum dopo le proteste degli studenti secondo cui il romanzo di Golding rappresenterebbe soltanto le “strutture di potere dell’uomo bianco”. L’Ontario sta esaminando ogni libro di ogni biblioteca per eliminare quelli “dannosi” per gli studenti. “Faremo una revisione di ciascuna delle nostre raccolte in ciascuna delle nostre scuole e rimuoveremo tutti quei testi che possono essere dannosi per il personale o gli studenti”, ha detto al National Post il responsabile del repulisti, Graham Shantz. E così, “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood è stato bandito dal Toronto District School Board per gli under 17. Il consiglio scolastico di Peel, a ovest di Toronto, ha messo in guardia gli insegnanti da “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee.
Sul Wall Street Journal, Michael Taube, già speechwriter dell’ex premier canadese Stephen Harper, scrive: “Se si parla di libri bruciati, la gente pensa alla Germania nazista, eppure la pratica è tornata in Canada”. Il consiglio scolastico dell’Ontario sudoccidentale ha lanciato un “programma educativo” chiamato Giving Back to Mother Earth. L’obiettivo è sostituire i libri delle biblioteche “che hanno contenuti obsoleti e stereotipi negativi” e ridarli a madre natura. Bruciandoli e spargendo le ceneri. Sono stati presi di mira più di 4.700 libri per bambini provenienti da trenta scuole. L’elenco include enciclopedie, biografie degli esploratori francesi come Jacques Cartier e persino fumetti tra cui “Tintin” o “Asterix e Obelix”. Tutti distrutti in una cerimonia di “purificazione”. Un video per gli studenti ha spiegato il rituale: “Seppelliamo le ceneri del razzismo, della discriminazione e degli stereotipi nella speranza di crescere in un paese inclusivo in cui tutti possano vivere in prosperità e sicurezza”.
Il premier canadese Justin Trudeau, che non ha trovato le parole per condannare con fermezza le decine di roghi delle chiese questa estate, ha detto che “a livello personale non accetterei mai di bruciare libri”. A livello personale… Adesso abbiamo i roghi dei libri in nome della “tolleranza” e dell’“antirazzismo”, prima virtuali (con la censura), ora anche materiali. Ha ragione lo storico olandese Christophe de Voogd quando dice sul Figaro che il politicamente corretto non è altro che una forma di “suicidio”.
Golding lo aveva previsto e ai piccoli fanatici del suo romanzo la carcassa di uno dei piloti morti appare come una divinità da placarsi con il sacrificio di maiali le cui teste sono coperte di mosche. Ed esplode l’odio contro la civiltà.