Di Marco Iasevoli da Avvenire dell’11/12/2021
Sull’Iva al Terzo settore rischia di consumarsi il delitto perfetto. L’emendamento è stato approvato nell’ambito di un decreto ‘blindato’, il collegato fiscale alla manovra, per il quale non ci sarà tempo per una terza lettura alle Camere. E la sede ‘naturale’ per correggere la misura che obbliga le associazioni ad entrare nel regime Iva, la legge di bilancio, è anch’essa assoggettata ad un iter serrato, sostanzialmente ‘monocamerale’, per non sforare la scadenza del 31 dicembre dopo il quale scatterebbe l’esercizio provvisorio. Perciò bisognerà trovare soluzioni alternative per non far scattare la ‘mazzata’ che i partiti di maggioranza prima hanno votato, e poi rinnegato. A indicare una possibile strada, sebbene parziale, è Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia: utilizzare il decreto milleproroghe, che tradizionalmente il governo vara appena conclusa la sessione di bilancio.
Onorevole Palmieri, dopo la fiammata polemica pare che la beffa dell’Iva al Terzo settore sia stata inabissata dalla politica. È così?
Allo stato dei fatti solo noi e Fratelli d’Italia abbiamo presentato alla Camera un emendamento soppressivo. Ma bisogna essere onesti: si è trattato del tentativo di tenere alta l’attenzione sul tema, perché il decreto fiscale alla Camera è arrivato blindato, non è possibile modificarlo.
Quindi un tentativo simbolico, se così si può dire?
A Montecitorio, in commissioni unificate Finanze e Lavoro, abbiamo ritirato l’emendamento, accogliendo le rassicurazioni del sottosegretario Freni sull’intenzione dell’esecutivo di rivedere la normativa.
Basta questa rassicurazione? La legge di bilancio non ha gli stessi vincoli procedurali del decreto fiscale in cui è stata inserita la ‘mazzata’?
Ragionando un passo alla volta, la legge di bilancio ora in discussione al Senato rimane il primo veicolo normativo utile per rimediare. Il nostro senatore Damiani sta cercando di convincere relatori e governo a fare la mossa giusta e a sanare la questione. Vedremo cosa accadrà. Ormai è questione di giorni, vediamo se governo e maggioranza sono in grado di fare uno scatto di reni e correggere immediatamente l’errore commesso nel decreto fiscale.
Ma se così non fosse? Se risultasse impossibile correggere un emendamento che ancora non ha avuto il voto finale delle Camere?
C’è un’altra possibilità e la stiamo studiando in queste ore. Ovvero dilazionare l’entrata in vigore della norma con il decreto milleproroghe e usare il tempo guadagnato per risolvere in modo compiuto la questione. Un rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligo Iva che consentirebbe di rimettere la testa sulla vicenda, e trovare soluzioni ragionevoli ascoltando le associazioni e il mondo del volontariato.