La pandemia ha funzionato come catalizzatore della crisi del moderno e del postmoderno, portando allo scoperto le conseguenze della frantumazione delle relazioni naturali, cioè delle relazioni personali autentiche, e rendendo così manifesto che la crisi da affrontare non è in primo luogo sanitaria e tecnologica, ma antropologica, e quindi filosofica e teologica.
Il punto di partenza dell’indagine di PierPaolo Donati è costituito dall’analisi sociologica dalle conseguenze dell’idea moderna di relazione.
La modernità ha insegnato a concepire le relazioni come una proiezione dell’Io e dei suoi desideri, la pandemia, però, ha sconvolto questa visione, costringendo a prendere atto che le relazioni non sono un prodotto della volontà dei singoli, ma hanno una dinamica propria capace di far emergere nuove strutture sociali, generatrici di bene comune, mai riducibile alla somma dei beni individuali.
La pandemia ha anche messo in luce la necessità d’imparare a distinguere tra relazioni buone e non buone e a riconoscere che la relazione sociale è sempre significativa e carica di responsabilità verso se stessi e gli altri. Durante il lockdown infatti, le persone legate da relazioni “buone”, capaci cioè di generare un bene comune, sono state in grado di rafforzare i legami interpersonali, la cooperazione e l’accoglienza reciproca, chi invece viveva relazioni “deboli”, poggiate su interazioni e transazioni legate agli interessi del momento, ha sperimentato la sofferenza del vuoto relazionale.
La riflessione di don Giulio Maspero, è centrata sul significato teologico della relazione per l’esistenza: l’uomo è se stesso solo se non si fa catturare da qualche realtà finita a cui attribuire, con una manipolazione di significato, il valore di fine rendendola un idolo. Le realtà finite possono solo illuderci di realizzare la sicurezza e la soddisfazione, ma nessuna di esse è in grado di farlo, dato che, in verità, la creatura riceve ogni cosa come dono e quindi dentro la relazione con un Altro.
L’idolatria, osserva don Maspero, è intrinseca alla matrice culturale moderna e postmoderna, perché il suo fondamento è la soggettività individuale e quello che il soggetto pensa prende il posto della realtà. Gli imperativi della modernità infatti sono: “devi essere te stesso da solo”, “devi essere libero senza relazioni”, “devi essere unico essendo qualsiasi cosa”.
L’appello di Donati e di Maspero è di superare le proposte di uscire dalla crisi tornando semplicemente alla situazione pre-covid, puntando tutto sull’implementazione della tecnologia della comunicazione e su una maggiore efficienza delle istituzioni. Ciò che serve realmente è la rigenerazione della matrice culturale della nostra società, attraverso il superamento del punto di vista moderno e la promozione di una nuova società relazionale in cui sia data la priorità alle buone relazioni capaci di farci uscire dall’individualismo e dalla solitudine. La grande sfida, in questa prospettiva, sarà di configurare i sistemi sociotecnici in modo che le relazioni sociali padroneggino le tecnologie anziché viceversa.
Consigliato a chi vuole approfondire le cause della crisi sociale e antropologica che attraversa la società occidentale
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Categoria: Saggio
Autore: PierPaolo Donati, Giulio Maspero
Pagine: 140 pp
Prezzo: € 16,00
Anni: 2021
Editore: Città Nuova
ISBN: 9788831175579