Si è svolto a Roma dal 25 al 27 aprile 1980
CONGRESSO EUROPEO PER LA VITA
Promossa da Europa Pro Vita, organizzata da Alleanza Per la Vita e con la presenza di più di cinquecento partecipanti, provenienti da tutto il mondo, si è tenuta una delle maggiori assise antiabortiste a tutt’oggi svoltesi. La cronaca dei lavori, che hanno registrato l’intervento di qualificati relatori, seguiti da un pubblico attento e partecipe. Una lettera di plauso e di incoraggiamento dell’Em.mo e Rev.mo signor cardinale Joseph Höffner, arcivescovo di Colonia e presidente della Conferenza Episcopale Tedesca. L’incontro dei congressisti con il Santo Padre Giovanni Paolo II e il saluto, l’approvazione e la benedizione del Sommo Pontefice.
Il Congresso Europeo Per la Vita, promosso da Alleanza Per la Vita con il patrocinio di Europa Pro Vita, si e svolto nell’aula magna dell’Istituto Augustinianum di Roma nei giorni 25, 26 e 27 aprile.
Al congresso, che si proponeva tra l’altro di «esplorare il campo su cui si svolge oggi, in Europa e nel mondo, la battaglia per la difesa dei diritti naturali dell’uomo e della famiglia e per l’abrogazione delle leggi antiumane e anticristiane», hanno presenziato, in complesso, oltre 500 partecipanti, provenienti da tutto il mondo. I lavori sono stati seguiti, inoltre, dai rappresentanti di agenzie di stampa, quotidiani e periodici italiani e stranieri, così come di canali radiofonici e televisivi privati e nazionali, che hanno contribuito ad assicurare al congresso una larga eco nell’opinione pubblica. Nella mattinata del 26 aprile, S.S. Giovanni Paolo II ha rivolto ai congressisti, che partecipavano all’udienza in San Pietro, un messaggio particolare che riproduciamo a parte. Un messaggio di S.E. il cardinale Joseph Höffner, arcivescovo di Colonia, è stato inoltre letto ai congressisti dal dr. Karl Panzer, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Tedesca. Tra le personalità italiane e straniere impossibilitate a partecipare personalmente ai lavori congressuali, hanno inviato adesioni, messaggi e comunicazioni: la dr.ssa Maria Begoña Vidal, vice-presidente della Asociación Pro Defensa de la Vida (Spagna); padre René Bel (Francia); il prof. Pierre Chaunu, professore di Storia Moderna nell’Università di Parigi (Francia); il dr. Paul Chauchard, presidente di Laissez-les vivre (Francia); il prof. Jean Daujat, filosofo, direttore del Centre d’Etudes Religieuses (Francia); il prof. Marcel de Corte, filosofo, professore emerito nell’università di Liegi (Belgio): il prof. Augusto Del Noce, filosofo, ordinario di Filosofia Politica nell’università di Roma: il prof. Julien Freund, sociologo, professore emerito nell’Università di Strasburgo; il dr. Ramon Granges, presidente della associazione Pour le droit à la vie (Svizzera); il prof. Javier Hervada (Spagna); il dr. avv. Pieter Huys, segretario del Colloquium interparlamentaire pour la famille et le droit à la vie (Belgio): il dr. Henri Lafont, presidente della Association des Medecins pour le Respect de la Vie (Francia); Arnaud de Lassus Saint-Genies (Francia); il dr. Angel Medina Martos (Spagna); il dr. Murillo Maranhão Galliez, segretario della Commissione medica della Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade (Brasile); il dr. Arthur Neupert, giurista, membro della sezione tedesca della Vereinigung Europäischer Bürgerinitiativen zum Schutz der Menschen Würde (Germania); la dr.ssa Wanda Poltawska, psichiatra, direttrice dell’Istituto di Teologia della Famiglia presso la Pontificia Facoltà Teologica di Cracovia (Polonia); il prof. Vito Sinopoli, docente nell’università di Roma; il dr. Francisco Vasques Guerrero, avvocato (Spagna); il prof. Jean Francois Vouin, docente di Diritto Civile nell’università di Bordeaux (Francia).
Tra i relatori presenti, che hanno cortesemente rinunciato a pronunciare le proprie relazioni, depositando i propri interventi agli atti per consentire più ampia possibilità di parola agli ospiti provenienti da paesi più lontani, ricordiamo: il magistrato Carlo Alberto Agnoli; il prof. Giacinto Auriti, docente nell’università di Roma; il prof. José Bolufer, docente nella Facoltà di Farmacia dell’università di Barcellona (Spagna); l’abbé Biel (Lussemburgo); il dr. Georges Brion, funzionario (Belgio); l’avv. Thomas Bowles, segretario della Association of Lawyers for the Defence of the Unborn; la dr.ssa Edith Cannac, psicologa (Francia); il dr. Eugène Clavel, consigliere presso la Corte di Appello di Rouen (Francia); il prof. don Dario Composta S.D.B., ordinano di Filosofia nella Pontificia Università Urbaniana di Roma; la dr.ssa Cristina D’Ancona, ricercatrice presso l’università di Pisa; il dr. Roberto de Mattei, docente di Storia Moderna nell’università di Roma; il dr. Martin Humer, del Vereinigung Europäischer Bürgerinitiativen (Austria); il dr. Juan Jiménez Vargas (Spagna); il prof. André Jones, docente presso l’università Cattolica di Lovanio (Belgio); la dr.ssa Elisabeth Liedl (Stati Uniti); il dr. Guillermo Lopez Garcia, medico, membro della Asociación Navarra para la Defensa de la Vida (Spagna); il dr. Sergio Luppi; Alfredo Mantovano; Michel de Penfentenyo, segretario e delegato generale del Centre d’Études pour une Politique de la Vie; l’ing. Niklaus Oertly (Svizzera); la prof.ssa Teresa Puente Muñoz, docente di Diritto Civile nell’università di Valencia (Spagna); il prof. Justino Rodriguez Alarçon, direttore della Institucion Municipal de Puericultura y Maternologia di Madrid e fondatore della Asociación En Defensa de la Vida Humana (Spagna); il dr. Mauro Ronco, docente di Diritto Penale nell’università di Torino; il dr. José Ron Vilas, medico (Spagna); la Sig.na Silvia Scaranari; il dr. Giulio Soldani, docente di Farmacologia nell’università di Pisa: il dr. Michele Vallaro, docente di Lingua Araba all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; il dr. Michele Vietti e il dr. Andrea Gasperini.
Riportiamo una sintetica cronaca dei lavori congressuali.
Centi
Nell’introduzione generale ai lavori, padre Tito Sante Centi, domenicano, ha trattato dell’oggettività dell’etica e della morale, mostrando come l’affermazione post-kantiana, secondo cui la conoscenza umana non può oltrepassare il dato fenomenico, sia alla base della negazione della legge naturale, travolta dalla storia, presentata come continuo fluire dei fenomeni. Sulla morte della morale oggettiva si instaura
così, il perfetto relativismo, fino all’affermazione di Croce secondo cui «la storia è sempre giustificatrice e mai giustiziera»: ogni cosa che è avvenuta è giusta per il fatto stesso di essere avvenuta: il cannibalismo è «giusto»per l’antropofago, come la morale è «giusta» per l’occidentale. Contro tale agnosticismo storico, e contro la sua versione intraecclesiale, che è il modernismo, si tratterà allora di riscoprire e di riaffermare la tradizione della filosofia perenne, che insegna che la ragione può conoscere la realtà e delineare valori che restano immutabili nel fluire della storia. Solo così si potrà difendere l’uomo e lottare contro i suoi nemici, l’avanguardia dei quali è oggi rappresentata dagli abortisti.
Tremblay
Il presidente di Europa Pro Vita, Emmanuel Tremblay, professore di Demografia presso l’Ecole des Hautes Études Sociales di Parigi, dopo avere ringraziato Alleanza Per la Vita per la battaglia che va conducendo e per l’onere che si è assunta organizzando il congresso europeo, ha inquadrato l’aborto in una cornice più generale di degenerazione del diritto e di degradazione della civiltà. Il libero aborto, ha detto Tremblay, degrada ormai l’occidente al di sotto di buona parte del mondo antico e di molte società dette «primitive», eapre la via a una terribile catena di morte, che lega fra loro l’interruzione della gravidanza, l’eutanasia, lo sterminio degli oppositori politici nei campi di concentramento. L’aborto dilaga, ha proseguito Tremblay, in quanto viene imposto a due categorie di donne: quelle che vogliono effettivamente uccidere, e che sono aiutate dalla legge a farlo, e quelle che non vorrebbero abortire, ma che, grazie alle leggi, si trovano di fronte a un ricatto, di cui le leggi abortiste sono complici, da parte del marito, dell’ambiente o dello Stato.
De Lagrange
Nella sua relazione, letta da Michel de Penfentenyo, M.lle Emerentienne de Lagrange, professoressa onoraria nella Facoltà di Diritto di Clermont-Ferrand, ha affrontato il problema della promozione organizzata dell’aborto da parte di potenti forze «culturali»ed economiche. Queste forze, fra lo sviluppo della produzione e la riduzione della popolazione, hanno fatto fin dall’inizio una scelta precisa, considerando – secondo i calcoli di Johnson – che 5 dollari investiti nella limitazione delle nascite rendono quanto cento dollari investiti nello sviluppo economico.
Forze potenti, orchestrate dalle logge massoniche e da gruppi come la Fondazione Rockefeller, si trasformano così in venditori di morte, che dalla propaganda contro la procreazione e contro i figli vanno ormai passando sempre più esplicitamente alla propaganda per l’aborto, presentato come un bene e come una conquista di civiltà.
Introvigne
Il dottor Massimo Introvigne, di Alleanza Cattolica, ha esaminato le relazioni che esistono tra l’aborto e la Rivoluzione sessuale, quest’ultima considerata come l’aspetto più massiccio ed evidente di quella fase ulteriore al comunismo del processo rivoluzionario che il prof. Corrêa de Oliveira chiama IV Rivoluzione, e analizzabile secondo lo schema che lo stesso Corrêa de Oliveira suggerisce nel suo Rivoluzione e Contro-Rivoluzione: rivoluzione nei fatti, nelle idee, nelle tendenze. Il problema della rivoluzione sessuale non si esaurisce al livello dei fatti, perché l’epidemia della pornografia e dell’aborto conosce autentici untori, che si fanno propagandisti di questi orrori. Perché lo fanno? Introvigne ha tentato una risposta andando alla ricerca dei loro maestri: i grandi negatori della morale – Marx, Freud, Nietzsche – hanno preparato la riscoperta di de Sade; e de Sade introduce a una nuova gnosi che vede nel sesso lo strumento per un ritorno dalla cattiva finitudine delle individualità all’Uno indistinto originario. Solo un sesso abortista, cioè del tutto sganciato dalla procreazione, può essere lo strumento di questa operazione gnostica; mentre la procreazione è odiata dallo gnostico, è negata con l’aborto perché sta dalla parte della caduta, rinnova ogni volta il dramma della nascita dell’individualità. Il mondo moderno, ha proseguito Introvigne, organizza la controascesi della Rivoluzione sessuale in tappe che si possono chiamare pornografia (come iniziazione infernale per tutti), pornologia (scienza dell’iniziazione pansessuale) e pornocrazia, presa del potere da parte dei sacerdoti gnostici del sesso. Come antidoto a questi orrori l’oratore ha infine indicato una restaurazione della dimensione metafisica dell’amore descritta dal cardinale Karol Wojtyla nel suo Amore e responsabilità, e una riscoperta della virtù della temperanza, che comprende la castità.
Norris
La dr.ssa Peggy Norris, presidente dell’International Pro-Life Information Centre, ha insistito sul diritto-dovere di disobbedienza civile, che sorge nel momento in cui le nostre tasse servono a finanziare i programmi abortisti, che conducono alla distruzione della nostra civiltà. La Norris ha ampliato il concetto di totale non-cooperazione con l’aborto, prospettando metodi concreti di lotta come il boicottaggio dei medici abortisti, la propaganda capillare, la denuncia delle ditte di cosmetici che finanziano – e la cosa è ormai provata – la sperimentazione su feti.
Rabjohns
Il reverendo Alan Rabjohns, presidente della Society for the Protection of Unborn Children (SPUC), gallese, ha illustrato la lotta in Inghilterra contro l’Abortion Act e le sue conseguenze. Questa lotta, ha spiegato Rabjohns, incontra oggi delle difficoltà per le divisioni tra gli stessi cristiani e la difficoltà di trovare alleati tra i politici di professione.
Ahern
Il rev. Eugene Ahern, direttore del periodico australiano Right to Life News, ha presentato la situazione nel suo paese, dove esiste una giurisprudenza filo-abortista, un governo incerto e un’opinione pubblica fortemente anti-abortista, che riesce a influire sui parlamentari, almeno su quelli della Camera Bassa.
Il movimento pro-fifeaustraliano ha incrementato di recente le sue iniziative: alcuni membri del movimento sono stati perfino arrestati dopo un sit-in di protesta, ma questo – tutto sommato – ha incrementato la popolarità di cui il movimento gode in Australia.
Trueman
L’avvocato Patrick Trueman, executive director di Americans United for Life, ha esposto in modo articolato la situazione negli Stati Uniti, illustrando anzitutto come, grazie all’impiego massiccio delle tecniche propagandistiche di persuasione occulta, si sia pervenuti, a piccoli passi, fino alla liberalizzazione completa dell’aborto nel 1973. L’avv. Trueman ha quindi descritto i metodi di lotta pro-life in USA, che comprendono un’azione legislativa, una elettorale e una legale. Sul piano legislativo nei singoli Stati dell’unione sono state presentate proposte di miglioramento in senso antiabortista della legislazione esistente: proposte ben curate dal punto di vista tecnico-giuridico, che in molti casi sono state accolte. L’azione elettorale del movimento – che controlla, secondo una statistica, il 5% dell’elettorato statunitense – consiste nel segnalare i candidati che si proclamano pro-life e nel sorvegliare poi il loro operato. Infine, alcuni avvocati hanno deciso di dedicarsi a tempo pieno alla lotta contro l’aborto: la loro azione continuativa – che comporta il patrocinio gratuito in tutte le cause interessanti – comincia a influenzare positivamente i giudici delle corti americane, e anche i loro colleghi che, sempre più numerosi, comprendono i reali termini del problema e prendono posizione in favore della vita.
Wilkanowicz
Presiedendo una delle sedute del congresso, Stefan Wilkanowicz, direttore della rivista Znake membro della Commissione per i laici dell’Episcopato Polacco, ha illustrato la situazione nel suo paese, la Polonia, dove dal 1956 vige una legge abortista assai simile a quella italiana. Il popolo cattolico polacco è sottoposto a una duplice pressione: da Est la propaganda filo-abortista comunista e governativa, da Ovest l’influsso di modi di vita occidentali immoralistici e relativisti. Di fronte alle gravi conseguenze della denatalità, il governo ha finito per moderare la propaganda abortista: ma il numero degli aborti rimane elevato. La Chiesa, nonostante le censure e le restrizioni, si oppone efficacemente all’aborto con l’azione pastorale, la catechesi prematrimoniale e l’aiuto organizzato – con il contributo economico di tutte le comunità parrocchiali – alle madri in difficoltà. Un aiuto decisivo a questa azione è stato voluto dal sinodo della diocesi di Cracovia, presieduto dal cardinale Wojtyla.
De Lambertye
Anne de Lambertye ha presentato la sua esperienza di infermiera in un centro di cancerologia francese, dove l’eutanasia – benché vietata dalla legge – viene largamente praticata, malgrado l’opposizione isolata di qualche persona coraggiosa. Le «indicazioni» che i medici richiedono per l’eutanasia sono, in teoria, cinque: incurabilità del malato, sofferenza fisica, sofferenza morale, desiderio del malato, «non opposizione» dei parenti. Ma, di fatto, ha denunciato la de Lambertye, queste «indicazioni» non sono mai compresenti: i medici si arrogano il diritto di vita e di morte sui loro malati, e danno l’ordine per l’iniezione mortale senza consultare i parenti e all’insaputa del malato stesso. Rifiutare di obbedire a questi ordini, non collaborare, denunciare: questo l’impegno in difesa della vita che Anne de Lambertye ha proposto ai medici, alle infermiere, agli uomini di buona volontà.
Ratner
L’americano Herbert Ratner, direttore di Child and family quarterly e visiting professor presso il Medical College di New York, ha indicato nell’aborto il sintomo di una mentalità sempre più dilagante epericolosa, che cerca in tutti i modi di spezzare il legame naturale tra madre e figlio. L’aborto è il momento vessillare di un processo che ha il suo aspetto più capillare e diffusivo nel dilagare dei metodi non naturali di contraccezione, e che si articola poi nelle polemiche contro l’allattamento e nella separazione della madre (che sempre più sta lontana da casa e che lavora) dal figlio educato fuori. Gli asili nido, che allontanano fin dai primi anni un figlio che spesso è figlio unico dalla madre, sono l’altra faccia dell’esaltazione dei non-genitori e del disprezzo verso le famiglie numerose, che viceversa dimostrano di essere il migliore ambito educativo.
Nella lotta contro questi errori, ha detto Ratner, i gruppi religiosi devono essere in prima linea: a loro, infatti, spetta ricordare agli uomini che il piano della natura è il piano stesso di Dio.
Ernst
Il dr. Siegried Ernst, vice presidente della World Federation of Doctors who Respect Human Life, ha ribadito il legame tra pornografia e aborto, e ha denunciato il preoccupante dilagare della pornografia non solo in Occidente, ma anche – fenomeno relativamente nuovo – nel Terzo Mondo, dove, come altrove, l’esplosione pornografica prepara e accompagna l’aborto. Questo legame è particolarmente evidente negli Stati Uniti, dove le stesse forze diffondono e finanziano la pornografia e le pratiche abortiste. Gli Stati, Uniti, nel momento in cui dichiarano di voler difendere su scala mondiale i diritti umani, calpestano nel loro paese il diritto più elementare dell’uomo con l’aborto. Ernst ha proposto una pressione organizzata sul presidente degli Stati Uniti, perché fermi l’efferatezza dell’aborto nel suo paese, ciò che avrebbe un valore esemplare per tutto il mondo.
Corcoran
Il rev. padre Charles Corcoran, domenicano, ha cercato di illustrare il ruolo della Chiesa istituzionale nella lotta contro l’immoralità e l’aborto. Non ci si deve nascondere, ha detto Corcoran, che le Chiese istituzionali incontrano oggi dalle enormi difficoltà: se tutta la società civile, se tutti gli uomini di buona volontà non offriranno il loro impegno, la battaglia per la morale e per la vita non potrà che essere gravemente compromessa.
Richards
Il padre Pedro Richards, passionista, direttore del Centro Nacional de Planificacion Natural de la Familia uruguayano, ha riportato le origini dell’aborto alla mentalità naturalistica diffusa dall’Illuminismo edalla Rivoluzione francese, che ha negato il peccato originale e ha fatto dell’uomo il salvatore di sé stesso. La risposta della Chiesa fu, già allora, la riaffermazione della centralità del dogma del peccato originale, e il suo riscontro nell’Immacolata Concezione, sanzionata dal Cielo nell’apparizione di Lourdes. Le stesse forze rivoluzionarie e sovversive si battono nel nostro secolo per l’aborto, e l’America Latina è un caso esemplare. Aborto e contraccezione sono stati diffusi in Sudamerica con un’opera che l’oratore ha definito satanica, orchestrata dalla massoneria e poi dal comunismo (Cuba per i contraccettivi è un esempio dannoso in tutto il continente e già la imita il Nicaragua sandinista). Contro questo Golia si è levato il Davide del movimento pro-life; un Davide che, come quello biblico, potrà veramente vincere se saprà essere organizzato, forte, cosciente.
Roth
Il dr. Gottfried Roth, docente di Medicina Pastorale in Vienna e redattore capo di Arzt und Christ, ha ricostruito le vicende dei giuramenti medici, dall’antico e insieme così chiaro giuramento di Ippocrate ai vari giuramenti delle facoltà di medicina moderne. Tutti hanno in comune, da sempre, l’impegno per la vita e contro l’aborto. Solo di recente si sono modificate antiche formule, si sono introdotte pericolose ambiguità, con la distinzione fra un’etica teleologica e un’etica deontologica. Ma in realtà, ha affermato Roth, occorre dire ai giovani medici – così come all’opinione pubblica – che la professione medica non ha senso né scopo senza un fine etico. E l’etica per eccellenza è quella naturale e cristiana.
Gunning
Il dr. Karel F. Gunning, presidente della World Federation of Doctors who Respect Human Life, ha affermato che il dovere dei medici per la vita, consiste nel mobilitare l’uomo della strada, offrendogli la consapevolezza scientifica che l’uomo è uomo fin dal primo istante del suo concepimento. In Olanda questa azione, che consiste nell’informare i disinformati, comincia a dare i suoi frutti: dagli otto firmatari di un manifesto per la vita del 1974 si è passati alle seicentomila firme di oggi e a un’azione elettorale svolta, spesso con successo, contro i parlamentari favorevoli all’aborto. Tuttavia, ha proseguito Gunning, la vittoria è ancora lontana: una strategia pro-life concertata su scala europea diventa sempre più necessaria.
Smits
Il dr. avv. Pieter Willem Smits, olandese, adviseur juridique per la World Federation of Doctors who Respect Human Life, ha esaminato il diritto alla vita come diritto umano fondamentale e primario. La dichiarazione dei diritti dell’uomo dell’ONU, la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, numerose costituzioni – tra le quali quelle della Germania, dell’Italia, degli Stati Uniti – proclamano solennemente i diritti umani. Per contro, questo diritto essenziale che è il fondamento di tutti gli altri diritti viene calpestato e negato con l’aborto.
I giuristi abortisti cercano di diffondere interpretazioni ambigue e pericolose delle dichiarazioni costituzionali. Ma forse, ha concluso, l’origine dell’errore sta nelle stesse dichiarazioni dei diritti dell’uomo, puramente umanitarie e prive di ogni riferimento al Creatore, il che toglie alle affermazioni di principio il loro fondamento assoluto.
Tremblay
Nel suo secondo intervento – dopo l’introduzione – il prof. Tremblay ha presentato brevemente Europa Pro Vita e la triplice funzione di informazione, coordinamento e propaganda che l’associazione da lui presieduta svolge su scala europea, con sempre più frequenti contatti anche fuori dell’Europa.
Wilson
Mrs. Mercedes Wilson, presidente della sezione statunitense della World Organisation of the Ovulation Method-Billings, ha messo in luce gli elementi che accomunano all’aborto i metodi non naturali di contraccezione. Non si tratta soltanto di una comune mentalità ostile alla procreazione e alla vita, ma anche di pratiche che, sullo stesso piano biologico, attentano gravemente all’etica medica naturale e cristiana: la pillola – ha detto la Wilson – minaccia il globale equilibrio psicofisico della donna, la spirale o IUD non è un anticoncezionale ma un vero e proprio abortivo, in quanto uccide un essere già concepito. Contro queste aberrazioni, la Wilson ha riproposto il metodo naturale Billings, fondato sui cicli dell’ovulazione, che ha illustrato con una serie di diapositive. I metodi naturali, ha concluso la Wilson, devono essere vissuti – come ha ricordato il regnante Pontefice – non solo e non tanto come «tecniche», ma come un’esperienza morale.
Coretti
Lo psicologo dr. Fulvio Coretti, docente presso il Centro Clinico Triveneto, ha indicato anzitutto i limiti della psicologia, alla quale non deve essere chiesta la soluzione di problemi generali, e il ruolo sovversivo svolto dalla psicologia moderna, che ha livellato in basso le coscienze degli uomini e turbato l’equilibrio umano, liberando forze oscure e infere. Il classico rapporto uomo-donna è stato dissolto nei suoi fondamenti metafisici e morali e rimontato come pura meccanica sessuale; il risultato è il disprezzo per la vita, che culmina nell’aborto. Questo processo di odio non si comprende, ha detto Coretti, senza un riferimento al mistero del Male: il gregge abortista è il gregge dei figli di Satana, maestro e padre dell’omicidio.
«Liberaci, o Signore, dal demone meridiano», ha concluso Coretti, definendo egli stesso la sua prospettiva «apocalittica», perché la strage dell’aborto è già Apocalisse.
Horan
L’avv. Dennis J. Horan, presidente di Americans United for Life, ha trattato il tema dell’eutanasia, divenuto di tragica attualità in tutti i paesi che, accogliendo l’aborto, hanno rinunciato al principio del rispetto della vita. Dal 1975 è iniziata negli Stati Uniti una vasta campagna per la legalizzazione dell’eutanasia; ma già dieci leggi piuttosto ambigue, che consentono al malato (e ai parenti) di rinunciare a «interventi medici straordinari», permettono di fatto ai medici di praticare l’eutanasia. Dal punto di vista scientifico, ha affermato Horan, si tratta di denunciare l’ambiguità del concetto oggi in voga di «morte cerebrale»: il paziente deve essere considerato morto quando non solo alcuni, ma tuttii centri cerebrali sono irreparabilmente inattivi.
Dal punto di vista morale, si tratta – contro l’aborto e l’eutanasia – di riaffermare i principi assoluti del rispetto della vita.
Krätschmar
Il medico tedesco Manfred Krätschmar, di Haus für das Leben, ha illustrato alcuni momenti salienti della battaglia pro-life che si combatte nel suo paese, insistendo sull’aiuto alle madri in difficoltà, che vengono accolte in appositi centri, e sulla promozione del rispetto della vita mediante un’azione di informazione e di propaganda che viene svolta soprattutto tra i giovani.
Holzgartner
Il dr. Hartwig Holzgartner, presidente dell’Ärztlichen Kreis u. Bezirksverbandes di Monaco di Baviera, ha esaminato la battaglia contro l’aborto in Germania nella sua dimensione politica. Con un gruppo di amici egli si batte, ha detto, all’interno della Democrazia Cristiana tedesca e presso le autorità ecclesiastiche: l’una e le altre, a suo avviso, non intervengono però con sufficiente energia. La barbarie dell’aborto, che Holzgartner ha paragonato al nazional-socialismo, vince e si afferma soprattutto per la presenza del progressismo cattolico, che rimette in discussione – e talora persino nega – i principi fondamentali della nostra fede.
D’Entremont
Lo spagnolo Alban d’Entremont, professore di Demografia nell’università di Navarra, ha parlato del problema dell’invecchiamento medio della popolazione europea come conseguenza del controllo delle nascite.
La contraccezione, ha detto d’Entremont, eccede ormai enormemente le pretese «necessità»che si invocano per ragioni demografiche, e la percentuale di popolazione superiore ai 65 anni è in crescita ovunque. Questa situazione incide negativamente sullo sviluppo economico, e la mancanza di sviluppo economico viene invocata per incrementare la contraccezione, in un circolo perverso che i popoli dell’Europa devono riuscire a spezzare.
White
La dr.ssa Margaret White, magistrato in Inghilterra, ha attaccato quelli che a suo avviso sono i due sofismi principali della propaganda abortista: che il feto umano non sia persona, che l’aborto non sia dannoso per la salute della donna. Si tratta, ha detto la White, di tesi insostenibili dal punto di vista medico e scientifico: ma che si affermano facilmente in un mondo dove persino gli animali sono più protetti e tutelati dei bambini non nati.
Negli Stati Uniti e in Inghilterra le statistiche ci parlano di un aborto ogni trenta secondi; mentre una filosofia maledetta, che ha tolto al sesso il suo posto naturale, va diffondendo l’uso dei contraccettivi sempre più su vasta scala. La situazione è drammatica, ha concluso la White: ma proprio qui, a Roma, sulla tomba degli Apostoli, dobbiamo saper ritrovare i motivi religiosi e morali che ci consentono di sperare e di perseverare nella lotta.
Wright
L’avv. Gerard Wright, membro della Association of Lawyers for the Defense of the Unborn, ha denunciato la degradazione che la legislazione abortista ha ingenerato nella professione forense. Giuristi di vaglia prostituiscono il loro talento, ha detto Wright, cooperando alla redazione di leggi abortiste, o aiutando le donne a evadere le già larghe prescrizioni di legge. Per «ristabilire l’onore della professione forense» è nata l’Associazione degli avvocati per la protezione dei bambini non nati, che si batte per la difesa giudiziale e per il riconoscimento dello status giuridico del concepito.
Pitteloud
Il dr. Jean-Jacques Pitteloud, della Association Suisse des Médecins pour le Respect de la Vie, ha presentato le principali iniziative anti-abortiste in corso nel suo paese. Sono state raccolte le firme necessarie per una iniziativa di legge sul rispetto della vita fin dal primo istante; soprattutto, si conduce la battaglia contro l’educazione sessuale filo-abortista che dilaga nelle scuole, spesso all’insaputa dei genitori. L’associazione svizzera dei medici per il rispetto della vita denuncia ai genitori la propaganda abortista impartita ai loro figli con il pretesto dell’educazione sessuale e organizza corsi alternativi.
Lo scopo che viene perseguito è quello del superamento della mera educazione sessuale, promuovendo una globale educazione all’amore, che deve essere riproposto ai giovani nella sua dimensione filosofica e morale.
Poullot
Geneviève Poullot, segretaria generale di Laissez-les vivre e responsabile nazionale di SOS Futures Mères, ha messo in luce i due aspetti della propaganda abortista: la denigrazione sistematica della maternità, presentata come un incidente e quasi come una malattia, e la simpatia per l’aborto, la cui tragica realtà viene nascosta sotto una terminologia adulterata. Contro lo «spirito infanticida», che caratterizza la nostra epoca (e da cui si salva solo qualche zona remota, come la Polinesia francese, dove SOSFutures Mères lotta contro l’introduzione dell’aborto, di concerto con la Chiesa), occorre reagire, ha concluso Geneviève Poullot: per dissipare queste tenebre, per restituire alla vita umana la sua piena dignità.
Jamain
Il dr. Bernard Jamain, ginecologo, docente presso il Collège de Médecine di Parigi, ha dedicato il suo intervento a confutare uno dei miti più tenaci della propaganda abortista: quello dell’aborto terapeutico, della pretesa «tragica scelta»che sorgerebbe per il medico chiamato a scegliere tra la vita della madre e quella del bambino.
In 40 anni di professione, ha detto Jamain, la «tragica scelta»non si è mai presentata: si è sempre salvata la vita del figlio senza compromettere la madre. Si può affermare che oggi la tecnica medica ha permesso di superare le cosiddette «indicazioni»con cui si giustificava l’aborto terapeutico, come la tubercolosi o il bacino piccolo della madre. Certo, esistono ancora pericoli di complicazioni del parto ma anche questi potrebbero essere superati se la scienza medica dedicasse i suoi sforzi a scopi di vita e non a tecniche di morte per l’aborto.
Lejeune
S.E. il prof. Jérôme Lejeune, professore di Genetica Fondamentale nell’università di Parigi e membro della Pontificia Accademia delle Scienze, ha parlato di un oscuramento dell’intelligenza, per il quale gli scienziati, mentre sono presi da una vera frenesia di conoscere e se possibile di dominare i meccanismi della vita, hanno perso il rispetto per i viventi. Lejeune ha passato quindi in rassegna i principali sintomi di questa eclissi della ragione scientifica, soffermandosi in particolare sulle manipolazioni genetiche, sull’aborto e sull’infanticidio.
Le manipolazioni genetiche non sono soltanto poco morali, ha detto Lejeune, esse stanno dando ovunque risultati negativi, non migliorano la razza umana ma distruggono gli apprendisti stregoni che si dedicano a queste pratiche. La stessa mentalità dell’aborto conduce, coerentemente, all’infanticidio, alla proposta, avanzata negli Stati Uniti, di legalizzare la soppressione dei bambini malformati anche dopo la nascita. Questo almeno, ha commentato Lejeune, sarebbe un metodo – omicida e paradossale – per fermare la strage di bambini presunti malformati, ma in realtà sanissimi, che oggi vengono uccisi con l’aborto eugenetico: la previsione di future malformazioni ha mostrato di avere un margine di sicurezza che è solo del dieci per cento. Occorre tornare all’umiltà e al realismo, ha concluso Lejeune: la logica dei calcolatori oggi riscopre le antiche verità elementari, secondo cui la struttura della conoscenza della realtà èfatta di «sì» x e di «no», mai di«forse». Èla logica del Vangelo: «il vostro parlare sia sì sì, no no: ciò che èpiù viene dal Maligno».
Cantoni
Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, ha illustrato – ispirandosi alle categorie presentate da Corrêa de Oliveira – la genesi e lo sviluppo del processo rivoluzionario moderno. Quattro, ha detto Cantoni, sono i rapporti e i legami fondamentali che l’uomo stabilisce: il rapporto con Dio, che definisce il terreno della religione; il rapporto con gli uomini, che riguarda il sociale e il politico; i1 rapporto con il mondo materiale, la sfera dell’economico; infine, il rapporto dell’uomo con sé stesso. Dopo la fine della civiltà cristiana, questi rapporti sono a uno a uno negati e sconvolti dal processo rivoluzionario, di cui l’aborto è un momento nodale, in quanto distrugge un legame che è ancora sociale (lega la madre al figlio), ma che insieme – giacché è in utero, in occulto – è già in qualche modo individuale. La Rivoluzione moderna persegue la morte dello Stato e la morte del diritto. Ma la morte dello Stato è solo sganciamento dello Stato da ogni norma e legge superiore, e quindi èstatalismo totalitario; la morte del diritto è morte del diritto naturale e trionfo panico del diritto positivo e dell’oppressione amministrativa. Così, mentre nasce un legalismo che considera lecito tutto ciòche è conforme alla forma esteriore del diritto e alla procedura, il primo fra i diritti naturali, il diritto alla vita, viene negato con l’aborto. L’aborto legalizzato inaugura il perfetto totalitarismo come regime misto della tirannide, dell’oligarchia e della demagogia. Èil regime di ogni orrore, a cui si potrà sfuggire solo con un’azione articolata e meditata e con il ricorso alla preghiera, all’intercessione della Vergine Maria che ha promesso a Fatima:«Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà».
Mazziotti
Il prof. Manlio Mazziotti di Celso, ordinario di Diritto Costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma, ha dimostrato rigorosamente la piena incostituzionalità delle norme abortiste nel vigente ordinamento italiano. La Costituzione, ha detto Mazziotti, afferma di voler tutelare i diritti dell’uomo in quanto uomo (non in quanto persona, il che potrebbe dare luogo a discussioni). La scienza medica ha dimostrato in modo pieno che il feto, fin dal concepimento, è uomo. Dunque, le norme che legalizzano l’aborto sono contrarie alla Costituzione e la Corte Costituzionale tali dovrebbe dichiararle. Se la Corte, come si può temere, non provvederà, le alternative che rimangono sono quella improbabile di un ricorso al Parlamento e quella concreta del referendum. Ilreferendum è una strada possibile, ha concluso Mazziotti: si dovrà però mobilitare ogni forza antiabortista disponibile, contro la malvagità e la potenza delle forze che hanno voluto l’aborto.
Sanjuan Nadal
Il prof. Honorio Sanjuan Nadal, professore all’Università di Barcellona e presidente della Asociatión Pro-Respecto a la Vida Humana di quella città, ha presentato l’aborto (come il fenomeno più appariscente e insieme come la conseguenza di un complessivo processo di degradazione morale e sociale, che ha nella pornografia e nel vasto articolarsi della decomposizione giovanile i suoi momenti salienti. L’oratore ha concluso il suo intervento presentando un canto pro-vitache un gruppo di giovani spagnoli ha eseguito davanti al Pontefice, che li ha benedetti e incoraggiati.
Megevand
Della dottrina dell’azione si è occupato il dr. François Megevand, del Centre d’Études pour une Politique de la Vie, che ha indicato le linee per un’azione antiabortista che deve essere, ha detto, anzitutto politica. Macropolitica, con attività come la raccolta di firme, i referendum, la pressione elettorale, ma anche micropolitica, con una continua pressione capillare sulle autorità locali e sui quadri professionali. Certo, ha concluso Mégevand, i metodi e le tecniche non sono sufficienti. Bisogna promuovere l’attaccamento alla Chiesa e la devozione alla Vergine Maria, che sola può sostenere e favorire la nostra battaglia.
Wilde
In Austria, ha detto il dr. Johann Wilde, assistente presso l’Istituto di Anatomia dell’università di Vienna e membro di Ärzte für das Leben, vi sono 300 aborti al giorno: ma esiste anche un movimento anti-abortista che è riuscito a mobilitare 18 mila persone per una manifestazione di protesta. Gli ostacoli a questo movimento popolare non vengono solo dagli abortisti: i mezzi di comunicazione di massa, anche «moderati»o «cattolici», passano sistematicamente sotto silenzio la lotta per la vita; le autorità ecclesiastiche sono spesso ritardatarie sulla strada della battaglia contro l’aborto. Mentre le forze della morte preparano la libera eutanasia, occorre – ha ribadito Wilde – continuare a combattere, sconfiggendo il nemico più insidioso che è in noi eche è la paura di perdere. Il combattente cristiano non ha paura di perdere: ha paura che si possa dire che ha perso senza avere combattuto.
Convent
La polemica sull’aborto, di cui il caso della legge Veil rappresenta l’esempio più articolato, è il momento vessillare dello scontro tra due visioni del mondo: quella che è capace di mettere Dio prima dell’uomo e quella che, per esaltare l’uomo, lo contrappone a Dio. Così l’avv. Charles Convent, segretario di Europa Pro Vita, ha esposto la situazione dell’ora presente, invitando le associazioni antiabortiste a combattere, con l’aborto e i suoi teorici, le tendenze alla rivoluzione sessuale e alla pornografia, che hanno preparato il terreno all’abortismo. La battaglia è pesante, e può sembrare talora disperata: ma con noi – ha concluso Convent – è Dio, con noi è la santa Chiesa, ed è questo il motivo della nostra razionale speranza.
Sanfratello
Il dr. Agostino Sanfratello, presidente di Alleanza Per la Vita, ha concluso il congresso a nome di Alleanza Per la Vita, affermando che la riconquista della verità e della sua proiezione sociale è possibile, se sapremo superare la nostra debolezza, l’atonia di un certo mondo cattolico, gli inganni e le trappole delle mosse di parata degli avversari.
«Affidiamo l’esito del nostro combattimento – ha concluso Sanfratello – e la buona causa della difesa del sangue innocente di tanti suoi figli, alla Beata Vergine Maria, chiedendo che Ella ci ottenga la fortezza necessaria a ben condurre la buona battaglia. Per questo i lavori del congresso si chiudono, ora, conla recita della Salve Regina».