Anche in America Latina, come in Europa, la Sinistra abbandona la tradizionale politica di sostegno delle classi lavoratrici per abbracciare i cosiddetti “nuovi diritti” lib-lab, sposando la “cultura della morte”
di Stefano Nitoglia
La Sinistra, in Europa, ha abbandonato da tempo la strada della difesa delle classi lavoratici per seguire quella dei cosiddetti “nuovi diritti”: Lgbt, ambientalismo green, omosessualismo, gender, aborto. Da una politica imperniata sul sociale, di stampo socialista, è passata a una politica estremamente individualista, lib-lab, imperniata sui diritti individuali, sui desideri senza alcun limite. Per usare le categorie descritte da Plinio Corrêa de Oliveira nella sua opera Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (Sugarco, 2009), è passata dalla III alla IV Rivoluzione.
In questo percorso rivoluzionario, iniziato nel 1968 con la rivolta studentesca che da quell’anno ha preso il suo nome, la battaglia che sta affrontando con particolare impegno ora in Europa la nuova sinistra è quella della eutanasia. Ma le prime avvisaglie di questa svolta sul piano eutanasico cominciano ad intravvedersi anche in America Latina. Ne è un esempio Gabriel Boric, eletto presidente del Cile il 19 dicembre 2021 con il 55,87% dei voti, ottenuti con il sostegno della coalizione di sinistra Frente Amplio contro il candidato di destra José Antonio Kast, sostenuto dal Frente Social Cristiano. Il 1° giugno scorso, nel suo primo discorso davanti al Parlamento e, quindi, particolarmente importante, Boric ha annunciato che conferirà il carattere di urgenza alla trattazione del disegno di legge che sancisce il diritto all’eutanasia, approvato alla Camera cilena il 23 aprile 2021 e in attesa di essere discusso al Senato.
«Siamo impegnati per il diritto alle cure palliative e a una morte dignitosa. Ecco perché oggi elaboreremo urgentemente il disegno di legge che sancisce il diritto all’eutanasia in Cile, attraverso un processo di consenso espresso, libero e informato», ha affermato Boric nell’occasione.
In Cile, il Presidente della Repubblica ha il potere di stabilire il percorso e la velocità di discussione dei progetti di legge al Congresso, dove il progetto è stato presentato nel 2011 e da allora attende la sua seconda lettura alla Camera Alta.
Anche questa volta, ahinoi, in Italia ne sappiamo qualcosa con la DC, il disegno di legge è approdato al Senato nell’aprile del 2021 grazie al tradimento di alcuni deputati della coalizione di centro-destra Chile Vamos dell’allora presidente cileno Sebastian Piñera, anch’esso espressione della coalizione di centro-destra, che hanno votato a favore del disegno di legge presentato dai progressisti, nonostante il governo avesse indicato di votare contro, favorendo, in tal modo, la sua approvazione e il passaggio al Senato.
Il disegno di legge, che il neo presidente progressista Boric, succeduto a Piñera, vuole ora accelerare, stabilisce che le persone di età superiore ai 18 anni che «hanno una malattia incurabile, irreversibile e progressiva, senza possibilità di risposta alle cure curative e con una limitata aspettativa di vita», possono decidere di porre fine alla propria vita con due modalità: la cosiddetta eutanasia, ovvero la morte tramite iniezioni di sostanza letale realizzata da un operatore sanitario con supervisione di un dottore o, invece, il «suicidio assistito dal medico». Nel caso di questa ultima formula il medico fornisce al paziente un farmaco che induce la morte, che il paziente stesso si può auto-somministrare.
Il progetto eutanasico prevede inoltre che il paziente debba essere cosciente nel momento in cui lo richiede o, nei casi di incoscienza o privazione delle facoltà mentali, lo abbia preventivamente dichiarato attraverso una dichiarazione anticipata.
In una dichiarazione pubblicata alla Vigilia di Natale del 2020, il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Cile ha definito il disegno di legge che consente l’eutanasia «un passo della massima gravità politica e morale, perché implica una concezione errata della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti essenziali». La legalizzazione dell’eutanasia, ribadiscono i vescovi, è un atto sempre moralmente illecito, perché costituisce «un crimine contro la vita umana». «Non c’è motivo che legittimi moralmente un fatto così grave come togliere volontariamente la vita umana a qualsiasi persona e in qualsiasi circostanza, anche se lei stessa ha dato il suo consenso», hanno aggiunto i vescovi cileni.
Lentamente, la deriva eutanasica avanza anche in altri Paesi del Sud America, dove solo la Colombia ha depenalizzato l’eutanasia nel 1997, mentre in Messico c’è la cosiddetta legge del «buon morire», che autorizza il paziente o la sua famiglia a chiedere che la vita non sia prolungata con mezzi artificiali.
Ora, seguendo l’esempio cileno, anche in Uruguay il Congresso sta discutendo un progetto sull’eutanasia, presentato nel marzo 2020 dal deputato Ope Pasquet, uno dei fondatori di Ciudadanos, fazione del partito Colorado, che si definisce progressista, umanista, internazionalista e liberale.
Anche in Uruguay, come in Cile, l’episcopato locale è totalmente contrario a qualunque legalizzazione dell’eutanasia. Il cardinale arcivescovo di Montevideo, mons. Daniel Sturla Berhouet, ha affermato che «sarebbe una grande delusione se la legge sull’eutanasia facesse concreti progressi», ribadendo una sua dichiarazione di alcuni mesi, fatta al quotidiano El País. «Credo che le persone vadano accompagnate a una morte dignitosa» che avvenga «senza soffrire», ma anche «senza uccidere» nessuno, aveva detto il cardinale Sturla.
L’arcivescovo di Montevideo richiama l’attenzione anche sul concetto di «sofferenza intollerabile» menzionato dal progetto di legge. «Non sono un medico ma, da sacerdote, ho preso atto che la sofferenza più grande è quella psicologica e spirituale. La sofferenza fisica è grande, ma la depressione comporta una sofferenza più tremenda». «Ho accompagnato persone a morire in pace e alcune di loro muoiono anche felici», sostiene. Al tempo stesso, conclude il cardinale Sturla, vi sono «persone giovani, in perfetta salute fisica, che godono di tutti i comfort e che, tuttavia, vogliono morire».
Si tratta di un nuovo fronte aperto dalla Rivoluzione, da seguire con particolare attenzione.
Domenica, 5 giugno 2022