Da Avvenire del 05/06/2022
Domani, lunedì 6 giugno, gli italiani ‘terminano’ di lavorare per versare tasse e contributi previdenziali allo Stato e da martedì scatta il cosiddetto Tax freedom day, il ‘Giorno di liberazione fiscale’, dopo il quale ogni ricavo finirà esclusivamente nelle loro tasche.
Il calcolo è a cura dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, suddividendo la stima del Pil annuo nazionale per i 365 giorni dell’anno e poi rapportandola alle previsioni di gettito. Un puro esercizio teorico, che tuttavia serve a dimostrare il peso fiscale che grava sui cittadini.
Rispetto al 2021, quest’anno l’appuntamento atteso arriva un giorno prima, dopo 157 giorni lavorativi, inclusi i sabati e le domeniche. Tra i 27 Paesi Ue, nel 2021 con il 43,5% l’Italia si era collocata al sesto posto per pressione fiscale, dietro Danimarca (48,1%), Francia (47,2%), Belgio (44,9%), Austria (43,8%) e Svezia (43,7%), mentre la media Ue si era ‘fermata’ al 41,5%. Osservando la serie storica, il ‘giorno di liberazione fiscale’ più ‘precoce’ è stato nel 2005 quando, con la pressione fiscale al 39%, fu il 23 maggio. Quello più in ritardo è stato appunto nel 2021, ed è scoccato l’8 giugno.
«È corretto segnalare – precisa la Cgia – che questo picco record di pressione fiscale non è ascrivibile a un aumento del prelievo, ma alla decisa crescita registrata dal Pil nazionale (oltre il 6,5%) che dopo la caduta verticale del 2020 (-9%), ha contribuito ad aumentare notevolmente le entrate».
Nel 2022, invece, con una crescita stimata al 2,5%, il peso fiscale è destinato a diminuire di 0,4 punti percentuali, anche grazie alla riduzione delle imposte e dei contributi decisa dal governo Draghi, tra cui la riforma dell’Irpef (-6,8 miliardi di gettito); secondo il Mef, lo Stato dovrebbe incassare quasi 40 miliardi di imposte e contributi in più rispetto al 2021, una parte ascrivibile anche al forte aumento dell’inflazione tra il 6 e il 7%. Al di là della data simbolica, il mese di giugno è caratterizzato da un vero e proprio ‘ingorgo fiscale’, con 141 scadenze previste, 122 delle quali (pari all’86,5% del totale) prevedono pagamenti. Si parte il 16 con l’Imu. (r.r.)