Dal 4 al 6 giugno 2022 si è tenuto in Francia il noto pellegrinaggio da Parigi a Chartres, che proprio quest’anno celebrava il suo quarantesimo anno di vita.
di Daniela Bovolenta
Il tema dell’anno era “Sacro Cuore, speranza e salvezza delle nazioni”.
La formula del pellegrinaggio è piuttosto nota: ogni anno, il sabato precedente la Pentecoste, parte da Parigi – solitamente da Notre-Dame ma, visti i lavori di ristrutturazione in corso, negli ultimi anni da Saint- Sulpice – una colonna di alcune migliaia di pellegrini (quest’anno si calcola che fossero tra i 14.000 e i 17.000) che percorrerà a piedi in tre giorni i circa centro chilometri di strada fino alla cattedrale di Chartres.
La storia del pellegrinaggio a Chartres affonda le proprie radici nei secoli, anche se in passato i pellegrini percorrevano solitamente tratti più brevi. Come molti aspetti della vita cattolica in Francia, il pellegrinaggio vede un momento di abbandono tra la fine del XVIII e il XIX secolo, per poi avere un nuovo slancio con il romanzo di Joris-Karl Huysmans, La cattedrale e, soprattutto, dopo il 1912, anno in cui lo scrittore Charles Péguy, uno dei grandi convertiti della sua epoca, intraprende il suo pellegrinaggio personale da Parigi a Chartres, per implorare a Nostra Signora la guarigione del figlio malato. Da questo momento piccoli gruppi di pellegrini, soprattutto studenti, tengono viva la tradizione in forma privata.
La grande svolta, che ci porta al pellegrinaggio come lo conosciamo oggi, avviene in seno all’università estiva tenuta dal Centro Charlier, dedicato ai fratelli André ed Henri Charlier, e in un gruppo di persone legate agli stessi ambienti, quali Bernard Antony, dom Gérard Calvet O.S.B. e Rémi Fontaine. Sono ambienti legati al mondo tradizionale francese, nel momento in cui è in corso la battaglia per tenere in vita la Messa tridentina. Il fine è nobile, ma si intuisce il rischio di creare una mentalità per cui la Messa e la fede diventino degli strumenti ideologici di battaglia invece che di santificazione, e proprio da ciò nel 1983 nasce l’idea del pellegrinaggio da Parigi a Chartres: unire tutti gli ambienti legati alla Messa tradizionale in un semplice atto di devozione, fortemente mariano, con il collante liturgico, ma senza tratti polemici.
Ancora oggi il legame con la liturgia tradizionale è fondativo del pellegrinaggio, che prevede la celebrazione di tre Messe tradizionali, la prima alla partenza a Parigi, la seconda all’aperto dopo la foresta di Rambouillet, la terza a destinazione nella cattedrale di Chartres, e vede la partecipazione di decine di istituti religiosi che celebrano la Messa tridentina, dalla Fraternità San Pietro, all’Istituto Cristo re Sommo Sacerdote, dai monaci benedettini del monastero Sainte-Madeleine di Le Barroux ai domenicani della fraternità San Vincenzo Ferrier…
Allo stesso tempo c’è il desiderio e, dopo gli ultimi sviluppi legati al motu proprio Traditionis Custodes, direi la nostalgia, di non sentirsi figliastri in casa propria ma, con le parole di Jean de Tauriers, presidente dell’associazione Notre-Dame de Chrétienté che organizza il pellegrinaggio: «Noi siamo dei cattolici ordinari che vogliono praticare la Forma straordinaria!».
Chiunque abbia partecipato al pellegrinaggio o ne abbia visto delle immagini, sa che la stragrande maggioranza dei partecipanti sono giovani e talora giovanissimi: decine di gruppi scouts, capitoli regionali provenienti da tutte le regioni francesi e da una ventina di nazioni del mondo, giovani seminaristi, giovani sacerdoti, giovani religiose, giovani famiglie con giovanissimi figli… è difficile pensare che si tratti di un esercito di anziani passatisti, sembrano piuttosto un’avanguardia della prossima cristianità, quella che rinascerà – se Dio vuole – dopo la presente epoca di distruzione anti-divina e anti-umana. Tale componente tesa al futuro più che al passato è già presente nell’omelia che dom Gérard Calvet tenne a Chartes nel 1985, nota con il titolo “È un monaco che vi parla”, in cui dom Gérard parla con tono infuocato di cos’è la cristianità: “Che cos’è una cristianità? Cari pellegrini, voi lo sapete e ne avete appena fatto l’esperienza: la cristianità è un’alleanza del sole e del cielo, un patto sigillato col sangue dei martiri fra la terra degli uomini e il paradiso di Dio, un gioco candido e serio, un umile inizio della vita eterna. La cristianità, cari fratelli, è la luce del Vangelo proiettata sulle nostre patrie, le nostre famiglie, sui nostri costumi e i nostri mestieri. La cristianità è il corpo carnale della Chiesa, il suo baluardo, la sua iscrizione temporale.” E ancora: “È dunque a una crociata e a una riconquista che noi siamo chiamati. Riconquistare le nostre scuole, le nostre chiese, le nostre famiglie.”
Alleanza Cattolica quest’anno era presente al pellegrinaggio con due capitoli, uno che percorreva l’intero percorso degli adulti e uno che faceva il percorso più breve destinato alle famiglie, oltre ad avere alcuni amici e militanti impegnati nel capitolo “Angeli custodi”, composto da chi, non potendo marciare, si impegna a pregare per la buona riuscita del pellegrinaggio. Abbiamo visto condizioni metereologiche davvero avverse, con la forte grandinata e pioggia intensa del primo giorno che, insieme ai ritmi serrati della marcia, hanno messo a dura prova la forza di resistenza dei pellegrini, ma abbiamo avuto la gioia di portare tutti a termine il pellegrinaggio, con in cuore la certezza di esserci avvicinati a Nostra Signora non solo fisicamente, e con il desiderio condiviso di ripetere il pellegrinaggio negli anni a venire, fiduciosi di vedere la piccola cristianità che ne scaturirà nelle nostre vite quotidiane e la grande Cristianità che insieme vogliamo costruire.
Domenica, 19 giugno 2022