Di Domenico Menorello da Tempi del 12/08/2022
Subito a valle dell’improvviso scioglimento delle Camere, il network di associazioni Ditelo sui tetti (Mt 10,27) ha avviato una ampia concertazione per aggiornare l’agenda pubblica – presentata lo scorso 9 marzo 2022 alla presenza del cardinale Parolin -, come contributo a un dialogo con tutti sul bene comune perseguibile nella prossima, imminente, XIX legislatura.
Dieci priorità e “una scelta” di fondo
«Abbiamo elaborato sessantacinque obiettivi concreti e realizzabili – spiegano in una nota le associazioni – pubblicati nel portale dell’agenda, poi sintetizzati in una lettera aperta di dieci priorità e “una scelta” di fondo».
Il nuovo Parlamento dovrà cioè «preliminarmente decidere – prosegue la nota – se, come successo nell’attuale legislatura, continuare o meno a usare la forza della legge per imporre al popolo convinzioni antropologiche ed etiche che, secondo il principio di laicità dello Stato, dovrebbero invece essere lasciate alle valutazioni di ciascuno e al maturare di un dialogo di esclusivo appannaggio della società italiana».
Scegliere il “noi” contro la cultura dello scarto
«Nel merito – proseguono i laici cattolici – basterà guardare il titolo della lettera aperta a tutte le forze politiche “Scegliere il ‘noi’ contro la cultura dello scarto”, per comprendere cosa si vorrebbe fosse al centro dell’attenzione dei prossimi parlamentari. Urge soprattutto che diventi preoccupazione assoluta e assillante di ogni politica il baratro demografico verso cui il paese sta precipitando, che travolgerà l’intero sistema di welfare».«Le leve legislative e di governo dovranno poi suonare finalmente sullo spartito della sussidiarietà, che è stato via via del tutto ammutolito e sacrificato in nome delle varie emergenze. Invece, è proprio coinvolgendo in tutti i processi di sviluppo – dall’occupazione alla sanità, dalle politiche sociali a quelle fiscali – i “corpi intermedi” non profit e profit del paese che si potrà ritrovare quella condivisione e quella solidarietà che, sole, genereranno coraggio e fiducia, ingredienti senza i quali nessuna formula calata dall’alto potrà riscattare questo gravissimo momento».
Il gravissimo taglio di 630 milioni alle famiglie
E giusto a proposito della necessità di ridare fiducia alle comunità, le associazioni esprimono stupore e rammarico per quanto disposto dall’art. 43, comma 2, lett. c) del D.L. n. 115 del 9 agosto 22, c.d. “aiuti bis”, che riduce di ben 630 milioni lo stanziamento a favore delle famiglie deprimendo quanto stanziato per l’assegno unico. «Chiediamo che già in sede di conversione di tale decreto – propongono nella nota in commento – il Parlamento attui ogni misura per escludere qualsiasi riduzione delle già modeste somme previste per le famiglie e anticipi sotto il segno della sussidiarietà le riforme necessarie all’istituto in questione, affinché sia effettivamente fruibile senza gli appesantimenti amministrativi e i costi collaterali che lo hanno precluso a troppe famiglie italiane».