Articolo del 7 gennaio 2023, pubblicato su AsiaNews.
Francesco ha voluto ricevere in udienza privata il vescovo emerito di Hong Kong prima della sua ripartenza forzata per la scadenza del permesso accordato dai giudici. “Spero possa visitare un giorno il santuario di Sheshan” ha detto il porporato al pontefice. Intanto anche a Xi’an, la cattedra che fu del grande vescovo cinese Antonio Li Duan, il successore ha presieduto una Messa solenne di suffragio per Benedetto XVI.
Roma (AsiaNews) – Prima della ripartenza forzata questa mattina per Hong Kong, papa Francesco ha voluto ricevere ieri pomeriggio in udienza privata il card. Joseph Zen Ze-chiun. L’incontro si è svolto in Vaticano alla Casa Santa Marta, come riferito alla rivista dei gesuiti America dal porporato che tra pochi giorni, il 13 gennaio, compirà 91 anni. Il card. Zen ha subito poche settimane fa un processo dopo un arresto avvenuto nel mese di maggio per una vicenda intrecciata alla famigerata legge sulla sicurezza nazionale: è stato condannato a una multa per la mancata denuncia di un fondo di assistenza per le vittime della repressione delle proteste del 2019, ma tuttora ha il passaporto sequestrato e si è potuto recare a Roma alle esequie di Benedetto XVI solo in forza di un brevissimo permesso accordato dal giudice.
Alla rivista America il card. Zen – figura estremamente franca nel suo dissenso rispetto all’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi firmato dalla Santa Sede con Pechino e rinnovato nello scorso mese di ottobre – ha parlato di un colloquio amichevole con papa Francesco. Pur mantenendo il riserbo sui contenuti, ha raccontato di aver ringraziato il pontefice per aver dato “un buon vescovo” a Hong Kong (mons. Stephen Chow Sau-yan, nominato nel 2021). Inoltre ha parlato al papa del suo ministero pastorale tra i detenuti nelle carceri di Hong Kong, un lavoro pastorale che svolge da oltre 10 anni. Ha anche raccontato di aver battezzato alcuni detenuti in questi anni e di continuare a svolgere questo ministero ancora oggi. A Hong Kong attualmente vi sono più di 1300 persone in carcere o in istitui di correzione per reati politici legati alle manifestazioni del 2019 contro la legge sulla sicurezza nazionale.
Francesco ha poi mostrato al card. Zen una statua di Nostra Signora di Sheshan – l’immagine mariana venerata nel santuario di Shanghai – ricevuta in dono il giorno della sua elezione e che tiene nella sua stanza. Il card. Zen – che è nativo di Shanghai, da dove la sua famiglia fuggì dopo l’avvento dei comunisti di Mao – gli ha risposto: “Spero che un giorno lei possa visitare il santuario”.
Intanto dalla Cina Continentale continuano ad arrivare testimonianze significative dell’affetto con cui i cattolici cinesi hanno ricordato la figura di Benedetto XVI e il suo amore per il loro Paese. Nella storica città di Xi’an, nello Stato dello Shaanxi, il vescovo Antonio Dang Mingyan – successore del grande ricostruttore del cattolicesimo in Cina, mons. Antonio Li Duan che proprio papa Ratzinger nel 2005 invitò a partecipare al Sinodo sull’Eucaristia – nel giorno dei funerali in Vaticano ha tenuto una Messa solenne di suffragio nella cattedrale di San Francesco (vedi foto 3). Il sito cattolico cinese xinde.org racconta che tutti i celebranti si sono inchinati tre volte davanti all’immagine di papa Benedetto. “Ha compiuto fedelmente la sua missione”, ha detto mons. Dang Mingyan invitando i fedeli alla preghiera. Anche nelle altre diocesi dello Shaanxi si sono tenute nelle chiese celebrazioni di suffragio in memoria di Benedetto XVI.