Da Libero del 03/02/2023
La pellicola, uscita in 188 cinema francesi mercoledì 25 gennaio, sta infatti registrando un enorme successo: 107.762 spettatori in soli sette giorni, ossia il terzo miglior risultato a livello nazionale, con solo 3,5 milioni di budget. Inoltre, alla luce delle numerose richieste provenienti da ogni angolo di Francia, Vaincre ou mourir sarà proiettato questa settimana in 47 sale supplementari. «Lungi dal dissuadere gli spettatori, le critiche senza sfumature della sinistra contro il primo lungometraggio consacrato all’eroismo del vandeano Charette non hanno fatto altro che accrescere la curiosità verso il film», ha commentato il settimanale Valeurs Actuelles. Il quotidiano della sinistra progressista, Libération, gli aveva addirittura dedicato la prima pagina, scrivendo che il film contribuisce all’«estremadestrizzazione degli spiriti» e rientra in una più ampia «offensiva conservatrice» che sarebbe attualmente in corso in Francia. I toni acidi di Libé sono legati non solo al fatto che il film diretto da Vincent Mottez e Paul Mignot riporta a galla un episodio abominevole della Rivoluzione francese, che i vecchi e nuovi giacobini vorrebbero far dimenticare, ossia il massacro di 200mila vandeani, ma anche perché a produrre il film è stata la società Puy du Fou Films, la stessa che produce gli spettacoli dell’omonimo parco divertimenti in Vandea (con una sessantina di attrazioni a tema storico, è diventato nel 2014 il secondo parco tematico francese più visitato dopo il Parc Asterix). Peggio: la Puy du Fou films ha coprodotto il film con Canal Plus, di proprietà dell’“infrequentabile” Vincent Bolloré. Un dettaglio non di poco conto tanto da far scrivere al quotidiano online Les Jours che il boss di Vivendi sta portando avanti la sua «crociata», trasformando il gruppo televisivo francese «in un’armata al servizio della sua ideologia ultracattolica, sovranista e ultraconservatrice». «Vaincre ou mourir riscrive la storia della Rivoluzione francese ispirandosi allo stesso modello reazionario e distorto che ha garantito il successo dell’offensiva vandeana della famiglia Villiers», ha commentato Libération, riferendosi all’intellettuale ed ex eurodeputato conservatore Philippe de Villiers, proprietario del parco assieme al figlio Nicolas. Il Puy du Fou, con i suoi spettacoli in costume e le sue celebrazioni di personaggi storici come Giovanna d’Arco e Charette, è diventato un marchio di successo esportabile anche all’estero (esiste una succursale spagnola, a Toledo) e il film sta sicuramente beneficiando di questo. Ma le cifre registrate al botteghino hanno sorpreso positivamente la stessa Puy du Fou Films.
Il plotone di esecuzione dei giornali della sinistra progressista e del mondo cultural -mondano parigino, che schifa tutto ciò che non rima con multiculturalismo, retorica green e islam, non ha avuto alcun effetto sul film-evento della rentrée francese, Vaincre ou mourir, il racconto appassionante della vita di François Athanase Charette de La Contrie, generale carismatico e fine stratega soprannominato “il re della Vandea”, che guidò l’insurrezione dei contadini vandeani contro il regime del Terrore rivoluzionario, prima di essere condannato a morte dalle colonne repubblicane ed essere fucilato il 29 marzo 1796 in piazza Viarmes a Nantes.
Sorridono meno, invece, i produttori e i registi dei soliti film buonisti (e ampiamente sovvenzionati dallo Stato) sul multiculturalismo e l’immigrazione. Secondo gli ultimi dati di Destination Ciné, tra i più grandi flop dell’anno figurano infatti Les engagés, pellicola militante sull’immigrazione (solo 33mila spettatori dall’uscita nelle sale lo scorso novembre), e Vous n’aurez pas ma haine, il film post-Bataclan che riprende lo slogan della gauche perdonista verso gli estremisti islamici (appena 9.010 spettatori in una settimana). Prima o poi dovranno farsene una ragione gli editorialisti della gauche: l’epopea vandeana è una storia che emoziona e commuove il popolo francese, un momento storico che tocca le corde più profonde della nazione «figlia primogenita della Chiesa». Il motto di François Athanase Charette de La Contrie era: «Combattuto spesso, sconfitto a volte, abbattuto mai». Come questa Francia che non si rassegna al pensiero unico progressista, resiste e contrattacca.