Giovanni Paolo II, Cristianità n. 261-262 (1997)
Discorso a S. E. il Signor Carlos Abella y Ramallo, nuovo ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, del 10-1- 1997, nn. 3, 5 e 7, in L’Osservatore Romano, 11-1-1997. Traduzione dall’originale spagnolo e titolo redazionali.
La società deve avere fra i suoi princìpi basilari la difesa della vita e la promozione della famiglia
[…] la società deve diventare sempre più chiaramente cosciente del fatto che la libertà, se si allontana dal rispetto dovuto all’essere umano e ai suoi diritti e doveri fondamentali, è solo una parola vuota oppure pericolosamente ambigua. D’altra parte, si deve tener conto del fatto che non si può semplicemente identificare quanto stabilito e autorizzato dalla legge in un sistema democratico di governo con i princìpi della morale, come se fossero praticamente equivalenti, perché è noto che le libertà di espressione e di voto non bastano per sé stesse — per quanto siano nobili e conformi a verità — per conseguire una libertà veramente umana. Perciò la Chiesa, fedele alla sua missione, insegna che la libertà fiorisce realmente quando affonda le sue radici nella verità sull’uomo.
Questa stessa verità sull’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, deve ispirare tutte le azioni intraprese nella costruzione della società. A questo la Chiesa si sente chiamata a collaborare e perciò i Vescovi, guide del Popolo di Dio, esercitano il loro magistero per illuminare la profonda relazione della vita sociale con la morale e con la fede, sollecitando tutti a riflettere seriamente e ad agire di conseguenza e in coscienza, per costruire una società sempre più giusta e umana, che sia fondata sui valori etici.
La società deve avere fra i suoi princìpi basilari la difesa della vita, di ogni vita umana, e la promozione della famiglia. Perciò non devono mancare, perché si abbia un vero progresso, questi pilastri fondamentali, da proteggere in tutta la misura del necessario dai punti di vista sociale, legislativo e fiscale. Di fronte a un certo deterioramento etico dell’istituzione familiare, vorrei ricordare quanto ho scritto nella mia Lettera alle Famiglie: «Nessuna società umana può correre il rischio del permissivismo in questioni di fondo concernenti l’essenza del matrimonio e della famiglia! Un simile permissivismo morale non può che recar danno alle autentiche esigenze della pace e della comunione fra gli uomini. Si comprende così perché la Chiesa difende con forza l’identità della famiglia e stimola le istituzioni competenti, specialmente i responsabili della politica, come pure le Organizzazioni internazionali, a non cedere alla tentazione di un’apparente e falsa modernità» (n. 17).
La Chiesa cattolica ritiene sia inalienabile il diritto della famiglia a scegliere, senza ostacoli legali né restrizioni economiche, il modello educativo per i propri figli. Tale diritto, riconosciuto, inoltre, nei trattati internazionali, esige che il sistema educativo sia pienamente rispettoso delle convinzioni di ciascuno, tenga conto del servizio a tutti […] e non sia soggetto al susseguirsi di cambiamenti politici.