Papa Francesco reagisce al proseguimento delle ostilità in Ucraina e al riacutizzarsi della crisi in Sudan, e difende la memoria di san Giovanni Paolo II, oggetto da diverso tempo di attacchi indecenti
di Michele Brambilla
Regina Coeli molto teso, quello del 16 aprile. Il clima, nella Chiesa e nel mondo circostante, è rovente, perché i conflitti in corso sono in fase di recrudescenza e, a questo, bisogna assommare il veleno di altre pericolose “pallottole”. Si viene, infatti, da una settimana nella quale i contendenti hanno negato all’Ucraina e alla Russia una tregua per la Pasqua ortodossa (giusto nella notte due chiese ucraine sono state vergognosamente colpite da lanci missilistici durante la Veglia pasquale) e si è riaccesa la guerra civile in Sudan, precisamente nella parte settentrionale, dove due generali, prima alleati, ora si contendono il potere gettando nel panico la capitale Khartoum.
Come se non bastasse, da diversi giorni la memoria di san Giovanni Paolo II è fatta oggetto di accuse sempre più violente da parte di quegli ambienti che non hanno ancora digerito la sua grande opera nei confronti dell’Europa orientale e dei giovani, e non solo. In Polonia è stato pubblicato un libro di uno scrittore progressista olandese, basato unicamente sulle calunnie dei servizi segreti sovietici, nel quale si sostiene che Karol Wojtyla da arcivescovo di Cracovia avrebbe coperto decine di abusi sessuali. Lo scribacchino ha suscitato la giusta indignazione degli stessi polacchi perbene, che scendono da giorni in piazza per difendere l’onorabilità del loro eroe nazionale. Dopo le pallottole vere (13 maggio 1981), sembra l’ora delle pallottole di carta.
Per di più martedì 11 aprile, dopo aver passato 8 ore nell’ufficio del Promotore di Giustizia in Vaticano, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza figlia di funzionari laici della Santa Sede misteriosamente rapita a Roma nel 1983, ha rilanciato in diretta televisiva (sulle reti nazionali italiane!) le fumisterie di un presunto membro della Banda della Magliana (di cui non ha voluto dire il nome al Promotore, che pure lo ha ricevuto proprio per questo, come denunciato dalla stessa Santa Sede in un comunicato), il quale insinua in alcuni audio confusi che san Giovanni Paolo II fosse egli stesso pedofilo e uscisse la sera a insidiare minorenni.
Papa Francesco parte dal Vangelo del giorno, che «ci racconta due apparizioni di Gesù risorto ai discepoli e in particolare a Tommaso, l’“Apostolo incredulo” (cfr Gv 20,24-29)», per mettere tutti i puntini sulle proverbiali “i”. Anzitutto ricorda a tutti il principio ecclesiale: san Tommaso, finché pretese di giudicare da solo la risurrezione del Signore, non fu in grado di incontrare veramente il Risorto. «Solo tornando con gli altri, tornando lì, in quella famiglia che ha lasciato spaventata e triste» potrà constatare di persona l’avvenuto miracolo. Tommaso cercava la verità, e l’ha trovata dentro la Chiesa, non al di fuori di essa, nonostante tutte le fragilità, di ieri e di oggi, dei discepoli del Signore.
Come nel 2022 «desidero esprimere la mia vicinanza a tutti i fratelli e le sorelle che, specialmente in oriente, oggi celebrano la Pasqua: carissimi, il Signore Risorto sia con voi e vi colmi con il suo Santo Spirito! Buona Pasqua a tutti voi! E purtroppo, in stridente contrasto con il messaggio pasquale, le guerre continuano, e continuano a seminare morte in forme raccapriccianti. Addoloriamoci per queste atrocità e preghiamo per le loro vittime, chiedendo a Dio che il mondo non debba più vivere lo sgomento della morte violenta per mano dell’uomo, ma lo stupore della vita che Lui dà e che rinnova con la sua grazia», dice riguardo all’Ucraina.
Subito dopo il Papa dice la sua sulle guerre d’Africa, dato che «seguo con preoccupazione gli avvenimenti che si stanno verificando in Sudan. Sono vicino al popolo sudanese, già tanto provato, e invito a pregare affinché si depongano le armi e prevalga il dialogo, per riprendere insieme il cammino della pace e della concordia» auspicato e promosso dallo stesso Pontefice nel suo recente viaggio apostolico in quelle terre.
Infine, salutando i pellegrini giunti a Roma per la festa della Divina misericordia, «certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate». Poche, ma decise parole, in difesa del santo predecessore e ad ulteriore chiarimento di quale sia la posizione del Pontefice regnante in merito. Non manca, infatti, neppure in queste ore chi punta, come da 10 anni a questa parte, a dividere Papa Francesco anche da san Giovanni Paolo II. Lo stesso Francesco ritiene che, in questa delirante “ermeneutica della discontinuità”, sia stato abbondantemente attraversato il limite della decenza.
Lunedì, 17 aprile 2023