Cristo anticipa ai discepoli il mistero dell’Ascensione. Ma dove è Lui saremo anche noi, se continueremo a seguirlo
di Michele Brambilla
«Il Vangelo della Liturgia odierna (Gv 14,1-12)», dice Papa Francesco introducendo il Regina Coeli del 7 maggio, «è tratto dall’ultimo discorso di Gesù prima della sua morte. Il cuore dei discepoli è turbato, ma il Signore rivolge loro parole rassicuranti, invitandoli a non avere paura», che per noi cattolici del terzo millennio suona come un “wojtyliano” «non abbiate paura: Egli, infatti, non li sta abbandonando, ma va a preparare un posto per loro e a guidarli verso quella meta. Il Signore oggi indica così a tutti noi il meraviglioso luogo dove andare, e, allo stesso tempo, ci dice come andarci, ci mostra la via da percorrere».
Il Papa mette a fuoco, «anzitutto, dove andare. Gesù vede il turbamento dei discepoli, vede la loro paura di essere abbandonati, proprio come capita a noi quando siamo costretti a separarci da qualcuno a cui vogliamo bene. E allora dice: “Vado a prepararvi un posto […], perché dove sono io siate anche voi” (vv. 2-3)». «Gesù usa l’immagine familiare della casa, luogo delle relazioni e dell’intimità», per descrivere il Paradiso e il rapporto che vi si avrà con Dio. Infatti «nella casa del Padre – dice ai suoi amici e ad ognuno di noi – c’è spazio per te, tu sei il benvenuto, sarai accolto per sempre dal calore di un abbraccio, e io sono in Cielo a prepararti un posto».
Certamente, «fratelli e sorelle, questa Parola è fonte di consolazione, è fonte di speranza per noi. Gesù non si è separato da noi ma ci ha aperto la strada, anticipando la nostra destinazione finale: l’incontro con Dio Padre, nel cui cuore c’è un posto per ognuno di noi. Allora, quando sperimentiamo la fatica, lo smarrimento e persino il fallimento, ricordiamo dove è diretta la nostra vita». Senza uno sguardo trascendente rischiamo di venire travolti dalle difficoltà del quotidiano. «La nostra patria, invece, è in cielo (cfr Fil 3,20), non dimentichiamo la grandezza e la bellezza della meta», insiste il Pontefice.
«Una volta scoperta la meta, anche noi, come l’apostolo Tommaso nel Vangelo di oggi, ci chiediamo: come andarci, qual è la strada? A volte, soprattutto quando ci sono grandi problemi da affrontare e c’è la sensazione che il male sia più forte, e viene da chiedersi: che cosa devo fare, quale via devo seguire? Ascoltiamo la risposta di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). “Io sono la via”», ripete il Santo Padre, evidenziando che «Gesù stesso è la via da seguire per vivere nella verità e avere la vita in abbondanza. Lui è la via e dunque la fede in Lui non è un “pacchetto di idee” da credere, ma una strada da percorrere, un viaggio da compiere, un cammino con Lui», come intuirono i santi. Il Papa ricorda in particolare che «ieri si sono celebrate due Beatificazioni. A Montevideo, in Uruguay, è stato beatificato il Vescovo Jacinto Vera», mentre «a Granada, in Spagna, è stata beatificata la giovane Maria de la Concepción Barrecheguren y García. Costretta a letto da una grave malattia, sopportò le sofferenze con grande forza spirituale, suscitando in tutti ammirazione e consolazione».
Tenendo fisso lo sguardo sulle tensioni internazionali, il Papa ribadisce che «in questo mese di maggio preghiamo il Rosario chiedendo alla Vergine Santa il dono della pace, in particolare per la martoriata Ucraina».
Lunedì, 8 maggio 2023