in memoriam
Ennio De Giorgi
Il 25 ottobre 1996 è deceduto a Pisa il professor Ennio De Giorgi, uno dei matematici italiani più illustri e dei testimoni più seri della coerenza fra la fede, la scienza e la cultura.
Nato a Lecce l’8 febbraio 1928, si laurea in Matematica all’Università di Roma nel 1950, discutendo una tesi sulla Teoria della Misura. Professore ordinario di Analisi Matematica all’ Università di Messina nell’anno accademico 1958-1959, dall’anno successivo — e fino alla morte — occupa la cattedra di Analisi Matematica, Algebrica e infinitesimale alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Conferenziere in numerosi atenei italiani e stranieri, tiene corsi per più anni accademici all’Università di Asmara ed è membro dei comitati di redazione dei principali periodici scientifici in Italia e all’ estero. È chiamato a far parte dell’Accademia dei Lincei, dell’ Accademia di Francia, della Pontificia Accademia delle Scienze, dell’Accademia dei XL, dell’Accademia Pontaniana di Napoli, dell’Accademia delle Scienze di Torino. Fra i riconoscimenti tributatigli va ricordata la laurea honoris causa all’Università di Parigi VI nel 1983 e il Premio Wolf in Matematica nel 1990, per i suoi «[…] fondamentali contributi — così si legge nella motivazione — nel campo delle equazioni alle derivate parziali e del calcolo delle variazioni».
A partire dagli anni 1970 contribuisce in prima persona, insieme ad altri cattedratici e ad Amnesty International, della quale è un promotore, a liberare più di un dissidente, soprattutto dai GULag sovietici. In anni difficili, nei quali chi in qualche modo fa emergere gli orrori del totalitarismo non vive tranquillo, né sul piano professionale, né su quello strettamente personale, negli anni del «compromesso storico», del terrorismo e della «distensione», il professor De Giorgi profonde senza animosità il suo impegno in difesa dei diritti calpestati, interessato a condividere l’impegno per la dignità dell’uomo e preoccupato che le testimonianze di quanti conduce in Occidente dalle prigioni dell’Est producano frutto.
Ma l’insigne studioso va ricordato anche per l’approfondimento delle relazioni esistenti fra fede e matematica, in scritti e in preziosi interventi orali sull’intima coerenza fra fede e ragione, caratterizzati dalla pacatezza di chi ha gli argomenti più solidi, cogliendo le orme di Dio nelle relazioni fra i numeri: un’ attenzione di cui è testimonianza significativa l’ultima pubblicazione, il cui titolo suona Riflessioni su matematica e sapienza (Quaderni dell’Accademia Pontaniana, Napoli 1996). I militanti di Alleanza Cattolica e gli amici di Cristianità lo hanno conosciuto e seguito, a Pisa e a Lecce, nelle illuminanti conferenze da lui tenute su queste tematiche, e hanno avuto non soltanto l’onore di vederlo spesso fra il pubblico delle proprie attività, ma pure il conforto di averlo talora schierato in modo aperto al proprio fianco.