Giovanni Paolo II, Cristianità n. 260 (1996)
Messaggio ai partecipanti a un Convegno Nazionale di Studio dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani sul tema La tutela del minore, del 6-12-1996, nn. 4-5, in L’Osservatore Romano, 8-12-1996. Titolo redazionale.
La tutela dei minori
Il susseguirsi di dichiarazioni giuridiche internazionali a favore dell’infanzia costituisce certo un fatto confortante, che tuttavia denota la sua debole ed a volte tragica situazione nelle società odierne. Assistiamo, purtroppo, non di rado, ad un fenomeno che sta vistosamente caratterizzando i nostri anni: l’indebolirsi, nei Paesi cosiddetti «avanzati», dei vincoli tra le generazioni. Infatti, accogliendo il primato di ideologie individualistiche, la società di oggi contribuisce a rendere molto fragili i vincoli familiari, offrendo sempre meno resistenze al vanificarsi delle unioni coniugali. In tal modo, essa scarica obiettivamente sui minori costi umani, morali e psicologici altissimi. Difendendo i bambini e gli adolescenti, gli ordinamenti giuridici cercano spesso di riparare ad una ingiustizia nei confronti dei minori, della quale i medesimi ordinamenti sono almeno in parte responsabili: quella, cioè, di sottrarre loro quell’ambito vitale di crescita e di maturazione che è la famiglia. Eppure la saggezza di ogni tempo e di ogni popolo sostiene il diritto naturale dei minori nei confronti della famiglia, identificando nella situazione dell’orfano e del bambino abbandonato una delle più tragiche esperienze dell’essere umano. Nel nostro tempo, al progressivo diminuire degli orfani «per natura», corrisponde spesso un tristissimo e continuo incremento di bambini abbandonati, se non legalmente, almeno psicologicamente. Come non ricordare poi i tanti bambini sfruttati nel modo più turpe e brutale, o in forme più sottili, ma altrettanto perverse, tipiche della moderna società dello spettacolo? o quelli condannati a crescere in ambienti degradati economicamente, moralmente ed affettivamente? La cura di questi bambini, la difesa delle loro spettanze fondamentali e l’impegno a farli crescere in modo normale corrispondono ad un fondamentale dovere di giustizia, che ordinamenti giuridici e giuristi non possono ignorare. Si tratta di una battaglia lunga e complessa, alla quale non ci si può sottrarre, perché rappresenta una delle molteplici facce della difesa della vita, impegno irrinunciabile per gli uomini e le donne del nostro tempo.
Che dire poi della criminalità minorile e dell’abbassarsi dell’età in cui i minori cedono al fascino della violenza criminale? Molte sono le cause, ma probabilmente la più importante va individuata proprio nella situazione di abbandono dei minori. Non esistono, infatti, delinquenti per natura, né bambini che nascono con la tendenza al crimine. La criminalità minorile è figlia delle esperienze negative che direttamente o indirettamente i piccoli hanno subito quando si è loro sottratto l’affetto e il calore familiare. Questa considerazione non può non indurci a riflettere su una seria ed efficace opera di prevenzione. Gli studiosi di politica sociale affermano che i costi per fronteggiare e reprimere lo sviluppo della criminalità minorile tendono a divenire insopportabili. Essi, inoltre, sostengono che nessuno sforzo di repressione potrà produrre gli effetti desiderati, se non verrà associato a sagge misure di prevenzione.
Non si deve poi dimenticare che la criminalità nel minore è spesso la risposta ad un mondo che ha dimenticato il dovere di prendersi cura di lui. Di tali considerazioni dovrà tener conto il trattamento penale dei minori delinquenti, uno dei capitoli più delicati dell’odierna scienza del diritto penale, che richiede il particolare impegno scientifico ed umano dei giuristi. Mai come in questi casi, infatti, al diritto è affidato il compito non di escludere dalla società, ma di recuperare ad essa quanti si sono smarriti, perché deboli ed indifesi. Si tratta di un compito nobile ed insieme difficile che suppone nel giurista molteplici fedeltà alla legge e alla giustizia ma, prima ancora, alla compassione e alla speranza.