Il Papa apprezza il volontariato, ma come nei primi giorni di pontificato invita a ridare alle nostre opere buone una necessaria dimensione verticale
di Michele Brambilla
«Oggi, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, contempliamo lei che sale in anima e corpo alla gloria del Cielo», specifica Papa Francesco all’inizio dell’Angelus del 15 agosto. «Anche il Vangelo odierno ce la presenta mentre sale, questa volta verso una “regione montuosa” (Lc 1,39). E sale perché? Per aiutare la cugina Elisabetta, e là proclama il cantico gioioso del Magnificat. Maria sale e la Parola di Dio ci rivela ciò che la caratterizza mentre va verso l’alto: il servizio al prossimo e la lode a Dio», due parametri fondamentali risuonati anche, giusto pochi giorni fa (del resto, la pagina di Vangelo di riferimento era la stessa), durante la GMG.
Non si dà servizio, nella Chiesa, senza dimensione verticale: bisogna tenere assieme «ambedue le cose: Maria è la donna del servizio al prossimo e Maria è la donna che loda Dio». Francesco ripete fin dai primi giorni di pontificato che la carità materiale da sola non basta, ma troppi, nella Chiesa, continuano ad interpretare queste frasi al contrario. Dal povero bisogna saper salire, quindi, verso Colui che egli rappresenta, il Signore.
Molto importante il parallelismo che si può creare tra le ascensioni di Maria e quelle di Gesù. «L’evangelista Luca, del resto, narra la vita stessa di Cristo come una salita verso l’alto, verso Gerusalemme, luogo del dono di sé sulla croce», che assomma anche la dimensione orizzontale, quella protesa verso il prossimo. Il Papa ci tiene, però, a distinguere i ruoli: «Gesù come Redentore, che dà la vita per noi, per la nostra giustificazione; Maria come la serva che va a servire», entrambi, però, destinati alla risurrezione prima della fine dei tempi, ad inaugurare lo stesso tempo escatologico.
Diventa allora importante chiarire che il servizio «è l’amore che eleva la vita. Andiamo a servire i fratelli e con questo servizio andiamo “in alto”», ovvero incontriamo la necessità di un Amore più grande. «Ma servire non è facile: la Madonna, che ha appena concepito, percorre quasi 150 chilometri per raggiungere, da Nazaret, la casa di Elisabetta. Aiutare costa, a tutti noi. Lo sperimentiamo sempre nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta», ma lo si affronta con gioia, se lo si fa con uno sguardo teologale.
Altrettanto fondamentale, allora, la preghiera di lode, non solo come richiesta di intercessione. «Infatti, quando Maria entra in casa della cugina, loda il Signore. Non parla della sua stanchezza per il viaggio, ma dal cuore le prorompe un cantico di giubilo. Perché chi ama Dio conosce la lode. E il Vangelo oggi ci mostra “una cascata di lode”», da san Giovannino, che sussulta nel grembo di sua madre, alla Madonna e al suo Magnificat. «La lode aumenta la gioia. La lode è come una scala: porta in alto i cuori. La lode eleva gli animi e vince la tentazione di abbattersi» di fronte alle difficoltà.
Tenendo a mente questi verbi, si comprende ancora meglio l’appello del Pontefice per l’Ucraina. «Oggi affidiamo a Maria Assunta in Cielo la supplica per la pace, in Ucraina e in tutte le regioni lacerate dalla guerra: sono tante, purtroppo! Il frastuono delle armi copre i tentativi di dialogo; il diritto della forza prevale sulla forza del diritto. Ma non lasciamoci scoraggiare, continuiamo a sperare e a pregare, perché è Dio, è Lui che guida la storia», ripete il Santo Padre.
Mercoledì, 16 agosto 2023