Da Il Giornale del 30/01/2019. Foto da acs-italia.org
Alfredo Mantovano è il presidente di Aiuto alla Chiesa che soffre Italia. Fondazione pontificia che si batte dal 1947 per i cristiani perseguitati. Magistrato di Cassazione ed ex sottosegretario all’Interno risponde alle domande del Giornale su una battaglia finalmente vinta in nome della libertà religiosa.
La liberazione di Asia Bibi è anche un po’ il successo di Aiuto alla chiesa che soffre?
«Siamo sempre stati al suo fianco e aspettavamo da tempo questa notizia estremamente positiva per due aspetti da non sottovalutare. Il primo è che le istituzioni pachistane hanno tenuto il punto nei confronti dei fondamentalisti e delle proteste violente di piazza. Oltre che a sventolare il fantoccio di Asia con il cappio al collo hanno minacciato di morte i giudici della Corte suprema. E non dimentichiamo che nel 2011 è stato ucciso un ministro pachistano proprio per aver difeso Asia Bibi. Il secondo aspetto è la Dichiarazione di Islamabad contro il fondamentalismo islamico e il terrorismo. L’assoluzione di Asia Bibi è la vittoria della libertà religiosa».
Però il caso della giovane cristiana accusata ingiustamente di blasfemia è solo la punta di un iceberg…
«La legge sulla blasfemia è ancora in vigore e ci sono 187 pachistani accusati o già condannati anche a pene capitali in applicazione di questa norma. Questo significa che l’assoluzione definitiva di Asia non è il punto d’arrivo, ma d’inizio».
Non ci saranno altri ostacoli alla liberazione, come è già capitato?
«Quando uscirà dal Pakistan in totale sicurezza sarà veramente libera».
Le figlie sono in Canada, ma dove otterrà protezione la donna cristiana dopo aver passato nove anni in carcere da innocente?
«Deve essere lei a deciderlo assieme alla sua famiglia. Se vorranno chiedere il riconoscimento dello status di rifugiato in Italia ci sono tutti i presupposti per concederlo. Sarebbe molto bello».
Il Vaticano ha facilitato l’epilogo positivo?
«Il Santo Padre ha sempre avuto un ruolo importante in questa vicenda. Papa Francesco ha ricevuto il marito e la figlia. C’eravamo anche noi di Aiuto alla Chiesa che soffre. In quell’occasione ha donato alla figlia un rosario per la madre poi consegnato in carcere».
Nel mondo Asia Bibi non è l’unica perseguitata…
«Come abbiamo denunciato nel nostro ultimo rapporto i paesi con gravi violazioni della libertà religiosa sono ben 38. La battaglia continua».